La poesia “Tutto imparammo dell’amore” di Emily Dickinson risale al 1862, un periodo in cui la poetessa americana esplorava con intensità i temi dell’amore, della conoscenza e dell’esistenza. Quest’opera, in particolare, si distingue per la sua capacità di catturare l’essenza ineffabile e sempre in evoluzione dell’amore attraverso un’immagine potente: l’apprendimento come processo infinito.

Dickinson utilizza la metafora dell’apprendimento per descrivere l’esperienza dell’amore. La poesia si apre con una dichiarazione audace: “Tutto imparammo dell’amore”, suggerendo un completo assorbimento di conoscenza. Tuttavia, questo processo di apprendimento viene immediatamente smontato e rivelato essere infinitamente complesso e sfuggente. L’amore viene descritto come un alfabeto, parole, un capitolo, fino a culminare in un “libro possente”, solo per poi concludere che la “rivelazione terminò”.

Questa conclusione non segna la fine della conoscenza, ma l’inizio di una comprensione più profonda, che si trova “negli occhi dell’altro”. Dickinson sottolinea l’importanza della relazione, dell’intimità e della mutua scoperta nell’apprendimento dell’amore. L’uso dell’espressione “ciascuno contemplava un’ignoranza divina” sottolinea l’umiltà e il mistero che circondano l’esperienza dell’amore vero, confrontandola con la purezza e la semplicità dell’infanzia.

La poesia si chiude con un’osservazione profonda sulla natura dell’amore e della conoscenza. Il tentativo dei due amanti di “spiegare” l’incomprensibile riflette il desiderio umano di comprendere e comunicare l’essenza più profonda dell’amore, nonostante la sua vastità e complessità. Dickinson ci ricorda che, nonostante tutti i nostri sforzi per comprendere l’amore, esso rimane una forza misteriosa e multiforme, una saggezza vasta e un vero molteplice.

In “Alfabeti dell’Amore: Una Scoperta senza Fine”, Dickinson non solo esplora la natura dell’amore, ma celebra anche l’incessante ricerca umana della comprensione. La sua poesia ci invita a riconoscere e abbracciare le infinite possibilità di apprendimento e di meraviglia che l’amore ci offre, riconoscendo che ogni tentativo di definirlo è solo l’inizio di un viaggio più profondo verso l’intimità e la comprensione.

Tutto imparammo dell’amore”, una poesia di Emily Dickinson (1862)

Tutto imparammo dell’amore:
alfabeto, parole,
un capitolo, il libro possente,
poi la rivelazione terminò.

Ma negli occhi dell’altro
ciascuno contemplava un’ignoranza
divina, ancora più che nell’infanzia;
l’uno all’altro, fanciulli,

tentammo di spiegare
quanto era per entrambi incomprensibile.
Ahi, com’è vasta la saggezza
e molteplice il vero!

Poesia da: http://www.lindipendente.online/