In “Aspetta, non fare niente”, Francesca Strada narra con sensibilità e profondità il viaggio trasformativo di Anna, una donna alla soglia dei cinquanta anni che si trova ad affrontare il bilancio amaro di una vita lontana dalle aspettative giovanili. La storia, ambientata su un suggestivo sfondo naturale che attraversa l’Appennino tra Emilia-Romagna, Toscana e Marche, si dipana come un itinerario di riscoperta personale e di introspezione, dove il cammino fisico diventa metafora del percorso interiore dell’individuo.

Il romanzo si apre con Anna che, soffocata da un senso di fallimento per non aver realizzato “i desideri normali di chiunque”, decide di intraprendere l’Alta Via dei Parchi, ispirata dalla storia di Cheryl Strayed narrata in “Wild”. Il suo è un viaggio impulsivo, ma carico di simbolismo: lasciarsi alle spalle un’esistenza di compromessi e incompiutezze per cercare, nella solitudine e nelle sfide del cammino, risposte che la vita quotidiana non è più in grado di offrirle.

Attraverso la narrazione, Strada esplora con delicatezza temi universali quali il confronto con il passato, la ricerca di un senso di appartenenza e il bisogno di autenticità e rinnovamento. Il rapporto complicato con la madre e la relazione logora con Alberto, il compagno, fungono da specchio delle insicurezze e delle delusioni che Anna deve affrontare e superare.

La svolta narrativa avviene con l’arrivo di Roberto, amico di lunga data di Anna, che decide di unirsi a lei nel suo viaggio. La presenza di Roberto non solo offre un contrappunto alla solitudine di Anna ma segna anche il punto di svolta del suo percorso interiore, spostando l’attenzione dal passato verso le possibilità future. La loro interazione apre a riflessioni sul valore dell’amicizia, sul sostegno reciproco e sulla capacità di guardare avanti nonostante le difficoltà.

“Aspetta, non fare niente” diventa così una potente allegoria del cammino come esperienza catartica e liberatoria. Strada conduce il lettore attraverso i paesaggi mozzafiato e le sfide dell’Appennino, parallelamente al viaggio emotivo di Anna, tessendo una trama in cui natura e introspezione si intrecciano indissolubilmente.

Il romanzo di Francesca Strada si distingue per la sua capacità di affrontare con onestà e senza retorica la complessità delle emozioni umane, offrendo una storia di resilienza, di accettazione di sé e di rinascita. “Aspetta, non fare niente” è un invito a rallentare, a riflettere sulla direzione della propria vita e, forse, a trovare nel silenzio e nella contemplazione della natura quelle risposte che il rumore del mondo ci impedisce di ascoltare. Un’opera che ispira a valutare ciò che veramente conta, incoraggiando il lettore a intraprendere il proprio viaggio personale verso la scoperta e l’accettazione di sé.