In “Ricordo del Padre”, Sibilla Aleramo ci offre uno sguardo intimo e profondo nella sua anima, attraverso la contemplazione di un’immagine paterna che trascende il semplice ricordo per diventare simbolo di amore universale e perpetuo. Questa poesia si distingue come una gemma nella vasta produzione letteraria di Aleramo, dove l’intreccio di natura e affetto paterno svela un legame indissolubile tra l’essere e il mondo circostante.

La poesia inizia con un’immagine evocativa e potente: un giardino, luogo di vita, di crescita e di bellezza, che diventa il teatro dove il ricordo del padre prende forma e vita. Il giardino, metafora dell’anima e dello spazio interiore di Aleramo, si trasforma in un santuario dove il padre non è più una mera memoria ma una presenza viva, eterna, che interagisce con la natura circostante in un dialogo silenzioso ma profondamente eloquente.

Un Dialogo tra Natura e Ricordo

Il padre di Aleramo è descritto nelle sue attività di cura e amore verso il giardino: le sue mani, lievi su corolle e foglie, carezzano i tralci, allevano rose e campanule, in una danza silenziosa e amorevole con la natura. Questo immaginario non solo rievoca l’affetto e la cura paterna ma simboleggia anche un modo di interagire con il mondo, un approccio di rispetto, attenzione e amore verso tutto ciò che cresce e vive.

La Solitudine e la Piena Realizzazione

La poesia svela anche un sentimento di solitudine, sia nel padre che nella stessa Aleramo, un isolamento che però non è negativo ma piuttosto fonte di completa realizzazione personale. Nel giardino, tra colori e aromi caldi, il padre trova “pago e perfetto senso all’esser tuo”, una frase che chiude la composizione sottolineando come la solitudine, intesa come momento di intima connessione con la natura e con se stessi, possa condurre a una piena comprensione e accettazione dell’esistenza.

Un Elogio alla Vita e all’Amore Paterno

“Ricordo del Padre” di Sibilla Aleramo va oltre il semplice omaggio a una figura genitoriale perduta; è un inno alla vita, alla bellezza della natura, e alla capacità dell’amore di superare i confini della morte. Aleramo, con questa poesia, ci invita a cercare e a trovare nel ricordo dei nostri cari e nel mondo naturale che ci circonda, non una fonte di malinconia, ma un’ispirazione per vivere più pienamente, più consapevolmente, abbracciando la solitudine come una via verso la realizzazione di sé.

In “Ricordo del Padre”, il giardino mantiene vivo l’amore tra padre e figlia, diventando un luogo dove il tempo si ferma e i sentimenti fioriscono eternamente, offrendoci una riflessione profonda su come l’amore, in tutte le sue forme, possa essere l’ancora che ci lega alla vita, al bello e al vero.

“Ricordo del padre” di Sibilla Aleramo

“Sempre che un giardino m’accolga
io ti riveggo, Padre, fra aiuole,
lievi le mani su corolle e foglie,
vivo riveggo carezzare tralci,
allevi rose e labili campanule,
silenzioso ti smemorano i giacinti,
stai fra colori e caldi aromi, Padre,
solitario trovando, ivi soltanto,
pago e perfetto senso all’esser tuo”.