Il primo luglio segna l’avvio di una nuova era per la trasparenza e la tracciabilità del settore cerealicolo in Italia con l’attivazione del Registro telematico sulle giacenze di cereali, noto come Granaio Italia. Questo risultato è il frutto di una lunga attesa e di ferventi petizioni e mobilitazioni promosse dalla Confederazione Italiana Agricoltori (Cia), che hanno culminato con oltre 75.000 firme raccolte nella petizione nazionale “salva-grano”.

La Cia di Alessandria esprime grande soddisfazione per l’iniziativa, che è stata al centro di un tavolo di discussione presieduto dal sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra presso il Masaf. La necessità di introdurre misure di tracciabilità era sentita da tempo, specialmente per fronteggiare una crisi che ha visto i costi di produzione schizzare alle stelle e un notevole incremento dei prezzi al consumo.

Granaio Italia non solo riconosce il valore fondamentale del settore cerealicolo italiano, ma si pone anche come strumento di salvaguardia per i produttori di cereali, promuovendo l’autenticità del Made in Italy e proteggendo la qualità per i consumatori. Tuttavia, c’è consapevolezza che la responsabilità della tracciabilità non dovrebbe ricadere esclusivamente sugli agricoltori, ma sull’intera filiera produttiva.

Il prossimo obiettivo è l’introduzione di un sistema di certificazione dei costi di produzione che renda più chiari i termini di contrattazione. Il patrimonio cerealicolo italiano, con una produzione annua di quasi 4 milioni di tonnellate e un fatturato di circa 7 miliardi di euro, rappresenta una risorsa preziosa per l’economia nazionale, particolarmente nel settore della pasta, simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo.

Paolo Viarenghi, direttore della Cia Alessandria, sottolinea l’importanza di Granaio Italia per monitorare la produzione effettiva e lo stoccaggio, favorendo una migliore pianificazione delle coltivazioni e una gestione più informata da parte degli imprenditori agricoli. I dati sull’importazione di cereali mostrano una dipendenza esterna significativa, con il 40% del grano duro, il 65% del tenero e il 55% del mais che vengono importati. Nonostante la domanda dei consumatori di prodotti 100% italiani, le quotazioni attuali dei principali cereali offrono scarse soddisfazioni per gli agricoltori, con margini di profitto che non coprono i costi di produzione.

In aggiunta, il cambiamento climatico e la riduzione delle superfici coltivate a frumento, anche a livello provinciale, preannunciano uno dei raccolti più scarsi di sempre per il Paese. Granaio Italia è, quindi, una luce di speranza che mira a riequilibrare le dinamiche di mercato e a garantire un futuro più sostenibile per il settore cerealicolo italiano.