“Fontana di luce” di Ada Negri è un inno alla primavera, una celebrazione della natura che risveglia i sensi e rinnova lo spirito. In questa breve ma intensa poesia, Negri cattura l’essenza stessa della stagione della rinascita attraverso l’immagine di un grande arbusto che, nel pieno di un marzo soleggiato, esplode in una miriade di piccoli fiori gialli.

L’autrice utilizza il colore giallo, simbolo di luce e vitalità, per trasmettere l’effervescenza e la vivacità della natura che si rinnova. I “fioretti” diventano metafora di una fontana luminosa, i cui getti “con superba veemenza” sembrano offrire “raggi e barbagli” al mondo circostante. La descrizione trasforma l’arbusto in una vera e propria fonte di energia e di luce, un fulcro di vita che irradia bellezza e forza.

Interessante è l’uso del senso dell’udito in questa poesia visivamente ricca: il lettore viene invitato a “quasi odi[re] scroscio di fonte” emanare dai fiori gialli, un dettaglio che evoca la freschezza e la dinamicità dell’acqua, elemento vitale e purificatore. Questa percezione sonora aggiunge profondità alla rappresentazione, suggerendo che la primavera sia un’esperienza totalizzante che coinvolge tutti i sensi.

La conclusione della poesia è un vero trionfo di vitalità: la Primavera si fa quasi persona, “versando” la sua essenza “entro le vene” del lettore o dell’osservatore, in un gesto che simboleggia il rinnovamento interiore scaturito dal contatto con la natura. “Fontana di luce” diventa, quindi, non solo una descrizione della bellezza esteriore del mondo naturale, ma anche un’evocazione del suo potere trasformativo sull’animo umano.

Con “Fontana di luce”, Ada Negri offre una visione poetica in cui la primavera non è semplicemente una stagione, ma un fenomeno quasi magico capace di infondere energia, speranza e gioia. La poesia si rivela così un richiamo a riscoprire e a celebrare le meraviglie semplici ma profonde che ogni nuovo inizio porta con sé.

Ada Negri.. Fontana di luce

Nel marzo ebro di sole il grande arbusto
in mezzo al prato si coprì di gialli
fioretti: le novelle accese rame
salenti e ricadenti con superba
veemenza di getto dànno raggi
e barbagli a mirarle; e tu quasi odi
scroscio di fonte uscir da loro; e tutta
la Primavera da quell’aurea polla
ti si versa cantando entro le vene.