Agatha Christie ci offre una delle sue opere più avvincenti con “Tragedia in tre atti”, un romanzo che si snoda attraverso le luci e le ombre del palcoscenico teatrale. Il libro si apre con una festa di società durante la quale si rappresenta un dramma, ma la finzione si trasforma rapidamente in realtà quando uno degli invitati muore in circostanze misteriose.
Il celebre detective Hercule Poirot si ritrova così immerso in un nuovo intrigo, una sfida che metterà alla prova il suo celebre metodo deductivo. Come in una tragedia classica, la narrazione è divisa in atti, ognuno dei quali aggiunge pezzi al mosaico di un crimine che sembra insolvibile.
Christie costruisce la tensione con maestria, giocando con il lettore attraverso dialoghi incisivi e descrizioni vivide che evocano un’atmosfera ricca di suspense. I personaggi sono disegnati con mano sicura, ciascuno con la propria personalità distinta e, spesso, con motivi nascosti che solo Poirot riuscirà a decifrare.
In “Tragedia in tre atti”, Christie dimostra ancora una volta perché è considerata la regina indiscussa del giallo. Con una trama ingegnosa e piena di colpi di scena, il romanzo è un esercizio di intelligenza narrativa che terrà il lettore incollato fino all’ultimo, inatteso, atto.