Eugenio Montale, con i suoi versi in “Fu il nostro incontro” tratti da “Lettera levantina” delle “Poesie disperse”, ci consegna una narrazione che trascende la mera cronologia per immergersi nei meandri dell’animo umano. Questa poesia è un delicato affresco di due anime che si ritrovano, come due fili di un tessuto che si intrecciano dopo essere stati a lungo separati.

La poesia descrive un incontro che ha il sapore di una rivelazione, un ritrovarsi senza sorprese, dove le parole sono “dimesse” e i volti sono liberati da ogni travestimento. La scena ritratta da Montale è quella di due individui che camminano fianco a fianco, uniti da un legame che pare inesorabilmente destinato, rivelato nel silenzio e nelle semplici verità.

Montale ci parla di un tempo sospeso, un momento in cui “Il guindolo del Tempo” si ferma per srotolare “un filo interminabile”, simboleggiando il flusso continuo dell’esistenza che si placa per un istante di pura connessione umana. La potenza evocativa di questi versi risiede nella capacità di richiamare una sensazione universale di ritorno, di ritrovamento dopo un “straniato errare” che ogni lettore può aver sperimentato.

La poesia, con il suo tono sommesso ma profondamente emotivo, diviene un inno alla resilienza dei rapporti umani e alla possibilità di ritrovare e riconoscere qualcuno al di là delle vicissitudini della vita. “Fu il nostro incontro” di Montale è un’esplorazione poetica delle profondità della memoria e del significato degli incontri che segnano il nostro cammino.

La fotografia allegata, che cattura due figure avvolte nella foschia di un percorso condiviso, è il complemento visivo perfetto a questa poesia. Raffigura due persone avvolte in un mondo che è sfumato e indefinito intorno a loro, proprio come il tempo stesso per i protagonisti del poema di Montale, sottolineando l’essenza di un incontro che sembra quasi fuori dal tempo.

poesia dalla pagina Facebook “Le poesie di Sacha”

di Eugenio Montale

Fu il nostro incontro
come un ritrovarci
dopo lunghi anni
di straniato errare,
e in un attimo
Il guindolo del Tempo
per noi dipanò
un filo interminabile.
Senza sorpresa
camminammo
accanto
con dimesse parole
e volti senza maschera. “
Eugenio Montale versi estratti da Lettera levantina “Poesie disperse”
SB