“Arano”, poesia di Giovanni Pascoli, è un’affresco bucolico dove la semplicità della vita agraria si trasforma in un simbolo di armonia universale. La lirica di Pascoli è un viaggio nel microcosmo della natura, dove ogni elemento assume un valore simbolico, tessendo una rete di relazioni delicate e profonde.

La poesia inizia con l’immagine di un campo dove la luce del sole fa brillare i pàmpani rossi nel filare, mentre la nebbia mattutina si alza come fumo dalle fratte. In questo scenario, gli uomini lavorano la terra con un ritmo lento e costante, una cadenza che sembra essere in perfetta sincronia con i cicli della natura.

C’è una bellezza solenne nel lavoro agricolo così come lo descrive Pascoli: il contadino che spinge le vacche, un altro che semina, e un terzo che pazientemente batte le zolle con la sua marra. Queste immagini, cariche di una tranquillità quasi sacrale, rispecchiano un legame profondo con la terra, che viene coltivata non solo fisicamente ma anche spiritualmente.

Il passero e il pettirosso, osservatori discreti di questo scenario, rappresentano la vita selvatica che si intreccia con quella umana. Il canto del pettirosso, paragonato a un “sottil tintinno come d’oro”, arricchisce la scena con un tocco di magia e di delicata bellezza.

Pascoli, maestro del verismo e dell’impressionismo letterario, con “Arano” ci presenta una natura viva e partecipe, che non è semplice sfondo ma co-protagonista della vita dei campi. La scelta lessicale e la musicalità del testo offrono al lettore una sensazione di pace e di solennità, evocando l’immagine di una campagna eterna e immutabile, nonostante il fluire incessante del tempo.

In conclusione, “Arano” è una poesia che celebra la bellezza del lavoro umile e della vita rurale, una vita che, nelle parole di Pascoli, risplende di una luce poetica tanto autentica quanto i solchi tracciati nel terreno fertile. La lentezza e la pazienza del lavorare la terra diventano metafore di una vita vissuta con consapevolezza e rispetto, in perfetta armonia con il ritmo della natura.

Arano di Giovanni Pascoli

Al campo, dove roggio nel filare
qualche pàmpano brilla, e dalle fratte
sembra la nebbia mattinal fumare,
arano: a lente grida, uno le lente
vacche spinge; altri semina; un ribatte
le pòrche con sua marra pazïente;
chè il passero saputo in cor già gode,
e il tutto spia dai rami irti del moro;
e il pettirosso: nelle siepi s’ode
il suo sottil tintinno come d’oro.