Rainer Maria Rilke in “Artigiani siamo” cattura con maestria l’essenza del processo creativo attraverso la metafora dell’edificazione di una cattedrale, elevando il lavoro manuale a un atto di comunione spirituale e artistica. La poesia si snoda attraverso il lavoro di garzoni, muratori e maestri, tutti intenti nella costruzione di una “alta navata”, simbolo di un’opera d’arte maggiore che trascende la somma delle sue parti fisiche.

La figura dello “straniero cupo” che giunge tra gli artigiani agisce come una musa ispiratrice, scatenando una scintilla creativa che illumina la visione collettiva degli operai. Questo visitatore misterioso introduce un “nuovo appiglio”, suggerendo nuove possibilità e visioni nella costruzione, non solo di una struttura fisica, ma anche di un’opera d’arte metaforica.

Il lavoro degli artigiani, con i loro “grevi martelli nelle nostre mani”, diventa un rituale quasi sacro. La poesia descrive il momento in cui l’ispirazione colpisce (“l’attimo ci bacia in fronte”), un’esperienza di quasi trasfigurazione, dove il vento che “viene da te come il vento dal mare” porta conoscenza e illuminazione. Il riferimento al mare può essere interpretato come il simbolo dell’inconscio o dell’ignoto da cui nasce tutta la creatività.

La cadenza dei martelli che riecheggiano e i colpi che “penetrano la montagna” illustrano l’intensità e la passione del processo creativo. Questi suoni si fanno eco della persistenza e del duro lavoro necessario per trasformare una visione in realtà tangibile.

Infine, la poesia si chiude sul “futuro” che “traspare” nell’oscurità crepuscolare, un momento di abbandono ma anche di compimento, quando gli artigiani lasciano la loro opera, forse mai completamente finita, alla quiete della notte. Questo atto di lasciare l’opera può essere visto come un riconoscimento della continua evoluzione dell’arte e della vita, che procedono anche senza la costante presenza del creatore.

“Artigiani siamo” è quindi una celebrazione del processo artistico e creativo, ricordandoci che ogni opera d’arte, come una cattedrale, è costruita non solo di pietra, ma di spirito, sudore e visioni collettive. Rilke, con la sua prosa poetica e profonda, ci invita a riflettere sulla bellezza e sulla sacralità del creare.

Artigiani siamo, di Rainer Maria Rilke

Artigiani siamo: garzoni, muratori, maestri
e siamo qui a costruirti, alta navata.
A volte giunge uno straniero cupo,
scintilla per i nostri cento spiriti,
e ci mostra tremando un nuovo appiglio.
Saliamo ponti vacillanti, grevi
martelli nelle nostre mani

finché l’attimo non ci bacia in fronte:
viene da te come il vento dal mare
fulgendo quasi conoscesse tutto.
Allora echeggiano mille martelli
e colpi penetrano la montagna.
Soltanto quando annotta e il tuo profilo –
futuro traspare t’abbandoniamo.

Poesia da: libreriamo.it