“Un Forse di Domande” di Silvia De Angelis non è solo una raccolta di poesie, ma una profonda riflessione sulle cicatrici che la memoria incide nel tessuto della nostra esistenza. De Angelis naviga attraverso l’acqua torbida del ricordo e del rimpianto, facendo uso di immagini visive potenti e di una lingua densa di emotività per tracciare i contorni di un paesaggio interiore segnato dal dolore.

La poesia che dà il titolo alla raccolta, e che funge da spina dorsale dell’opera, è un’esplorazione cruda e onesta delle “striature doloranti” che non abbandonano mai veramente la mente. Con un linguaggio che oscilla tra l’astratto e il visceralmente descrittivo, De Angelis cattura l’essenza del dolore psichico con la stessa precisione con cui un pittore cattura i toni sfuggenti del crepuscolo.

Il poeta dipinge un quadro di “miseri panni stesi” in una “breve strada solitaria,” usando questa immagine per simboleggiare i ricordi dolorosi che, come panni trascurati, sono esposti ma non completamente elaborati o compresi. Questi ricordi, come i panni, oscillano in una sorta di limbo emotivo, visibili a tutti ma raramente esaminati da vicino.

La poesia invita il lettore a riflettere su quanto spesso evitiamo di confrontarci con le nostre memorie più dolorose, “per non rispondere al riflesso bieco del cielo” che ci interroga con un “forse di domande.” È in questo “forse” che De Angelis trova la tensione centrale della sua opera: la possibilità di risposte non ancora date, di significati non ancora trovati.

“Un Forse di Domande” è un’opera che sfida, che disturba e che alla fine eleva, offrendo non solo una critica della condizione umana ma anche una celebrazione della resilienza dell’anima umana. Con la sua abilità di tessere dolore e bellezza in un unico tessuto narrativo, Silvia De Angelis si conferma una voce indispensabile nella poesia contemporanea italiana.

UN FORSE DI DOMANDE di Silvia De Angelis.

Schiena retrograda in quel raccoglimento
dell’ora che vige in merito
a striature doloranti
mai accantonate dalla memoria.
In bilico sulla contrazione del pensiero
appaiono come miseri panni stesi
in una breve strada solitaria
in cui i viandanti non posano lo sguardo
per non rispondere al riflesso bieco del cielo
aperto a un forse di domande…
@Silvia De Angelis