“CHI ERA MIO PADRE?” di Nicola Rocca è un romanzo thriller che si avventura negli abissi dell’anima umana, dove segreti sepolti e verità sconvolgenti si intrecciano in una danza macabra. L’autore ci porta in una realtà in cui il passato non muore mai veramente, anzi si estende le sue radici oscure fino al presente, strangolando la verità con le sue spire.

Rocca ci presenta un protagonista che si trova di fronte a un bivio esistenziale: scoprire l’identità del genitore che non ha mai conosciuto, oppure vivere nell’ombra del dubbio. La ricerca lo catapulta in una spirale di eventi che si snodano come i rami di un albero antico, ognuno portatore di storie dimenticate e di peccati nascosti.

Con una narrazione che si sviluppa con la precisione di un orologio svizzero e la suspense di un classico giallo, “CHI ERA MIO PADRE?” è un libro che non si legge, si vive. Rocca ci fa domande difficili: fino a che punto siamo disposti ad andare per scoprire la verità? E quando la troviamo, siamo pronti ad affrontare le conseguenze?

Il romanzo è costellato di colpi di scena e di rivelazioni che si susseguono con un ritmo incessante, trascinando il lettore in un vortice da cui è impossibile uscire indenni. La prosa di Rocca è un filo d’acciaio che ci guida attraverso la nebbia, sicura e incisiva, e le pagine si susseguono con un’urgenza che riflette l’angoscia del protagonista.

“CHI ERA MIO PADRE?” è un viaggio all’inferno e ritorno, un percorso in cui ogni scelta è una rinuncia e ogni scoperta una perdita. È un thriller che, una volta terminato, ci lascia con più domande che risposte, un’eco che rimbomba lunga nelle stanze vuote della nostra coscienza.