La poesia “Linee di Donna” di Silvia De Angelis si muove delicatamente attraverso la risonanza del femminile, con un linguaggio che scivola tra le pieghe dell’introspezione e l’esaltazione. La poetessa si approccia all’universo femminile non come un oggetto di osservazione, ma come un’esperienza sinestetica, un “ascolto solenne” che risuona con “crepitii d’universo”.

Le linee “muschiate” che “ammorbidiscono” e la “miscellanea sonora” evocano un sentimento di delicatezza pervasiva, quasi come se le emozioni e le esperienze delle donne fossero un tessuto delicato da maneggiare con cura. La “femminilità” non è confinata in confini ristretti ma si tocca “infiniti margini”, un riconoscimento dell’inesauribile varietà e profondità dell’esperienza femminile.

La “freschezza di lino d’avorio” e la lenizione delle “perturbazioni” riflettono un desiderio di pace e serenità che contrappone il caos interiore o esteriore. De Angelis abilmente trasforma “enigmi trafelati” in una “moribida scioltezza”, simboleggiando la capacità delle donne di trascendere le difficoltà e gli ostacoli, riplasmando le asperità della vita in qualcosa di soave e accettato con grazia.

Infine, l’atto di “plasmare creature”, germinando “la loro impronta nel tempo”, parla della potente creatività intrinseca al femminile. La poesia celebra la capacità delle donne di lasciare un segno indelibile, non solo nella vita di chi le circonda ma anche nel tessuto stesso della storia e del tempo.

La poesia, con le sue immagini evocative e la sua musica silenziosa, ci ricorda che la forza delle donne risiede nella loro capacità di accogliere e trasformare, di tessere dolcezza anche nei divari più impervi della vita.

La correlazione con l’immagine fornisce una visualizzazione tangibile di questa essenza poetica: la figura femminile sembra rivolta verso uno spazio di riflessione, mentre le rose — emblema di passione e bellezza — riaffermano la sua connessione intrinseca con la natura e la capacità di crescere e fiorire nonostante l’adversità.

LINEE DI DONNA, di Silvia De Angelis

Ascolto solenne
di crepitii d’universo
nell’egemonia che lascia trapelare
enfasi di dolcezza
Linee muschiate ammorbidiscono
una miscellanea sonora
toccante infiniti margini di femminilità
Nella freschezza di lino d’avorio
si leniscono perturbazioni
d’un sottovoce adirato
mutando enigmi trafelati
in un divario di morbida scioltezza
resa solenne dal plasmare creature
germinanti la loro impronta nel tempo
@Silvia De Angelis