CASO DIPLOMATICO SULLE NAVI ONG: PARIGI METTE ROMA ALLA GOGNA. L’ACCOGLIENZA SELETTIVA FRANCESE. 

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l ministro dell’Interno francese concede alla nave umanitaria il porto di Tolone. Ma attacca in modo frontale il governo di Giorgia Meloni per la scelta di non autorizzare lo sbarco: “Ci saranno conseguenze estremamente gravi per le nostre relazioni bilaterali”, minaccia. E annuncia la sospensione immediata dell’accoglienza di 3.500 rifugiati attualmente in Italia, chiedendo “a tutti gli altri partecipanti al meccanismo europeo, in particolare alla Germania, di fare lo stesso”. Previste anche “misure di rafforzamento dei controlli alle frontiere interne con l’Italia”

Con 231 migranti a bordo, la nave Ocean Viking di Sos Méditerranée verrà accolta dalla Francia nel porto militare di Tolone, venerdì mattina. Il ministro dell’Interno transalpino Gérald Darmanin lo ha comunicato ufficialmente, dopo il rifiuto di un porto sicuro da parte dell’Italia. Che però allo stesso tempo ha annunciato di aver sospeso l’accoglienza prevista di 3.500 rifugiati attualmente in Italia in segno di protesta.

Parigi ha invitato anche gli altri 13 Paesi europei che partecipano al meccanismo di ricollocamento a sospendere l’accoglienza, “in particolare la Germania”. L’attacco al governo Meloni è frontale, si contesta la “scelta incomprensibile di non rispondere alle diverse richieste di assistenza rivolte dalla nave, nonostante si trovasse senza alcuna contestazione possibile nella zona di ricerca e soccorso italiana”.

Parigi dice che l’interruzione dei ricollocamenti è una misura eccezionale, ma anche che “ci saranno conseguenze estremamente gravi per le relazioni bilaterali ed europee”. E poi annuncia una riunione con la Commissione Europea e con Berlino “per discutere l’atteggiamento italiano”. Qualcosa è andato storto, è evidente, nei rapporti tra Roma e Parigi in questi giorni.

La versione francese della crisi diplomatica, in sintesi, è che l’Italia sta agendo da irresponsabile perché è la maggiore beneficiaria non solo dei fondi europei tipo Recovery Plan, ma anche del meccanismo dei ricollocamenti. Ha risposto nel pomeriggio il ministro dell’Interno Piantedosi. Che fa tutto tranne che calmare le acque: “Non si capisce perché l’Italia dovrebbe accettare quello che gli altri non sono disposti ad accettare”.

Poi cita qualche numero (su 90 mila sbarchi i ricollocamenti riguardano sulla carta 8.000 persone, ma finora ne sono state redistribuite soltanto 117), per concludere che l’Italia si trova ad affrontare i flussi da sola e “non potrà aderire a soluzioni per un Patto europeo” così sbilanciato. Il ministro degli Esteri Tajani ha pronunciato parole simili in serata. La Francia ha anche annunciato che rafforzerà i controlli alle frontiere. Ossia a Ventimiglia.