Alda Merini, con la sua poesia “Il liuto”, tratteggia una sinfonia di immagini che parlano dell’intima connessione tra il creatore e la sua creazione, tra l’umano e il divino. L’opera, estratta dalla raccolta “Aforismi e magie”, è un canto che sfiora la spiritualità attraverso la musicalità delle parole, evocando la trascendenza attraverso il terreno dell’arte.

Il poema inizia con una visione quasi mistica: il liuto emerge non solo come strumento fisico, ma come prolungamento dell’essere, “percorso” dalle “mani magnifiche del cuore”. Questo liuto è cradled within the lips of the Lord, un’immagine che suggerisce una dimensione sacra e l’unione tra il suono e il sacro.

Merini gioca con la materialità del liuto e la spiritualità della sua voce. Il “tocco bianco” si configura come un gesto puro, un contatto immacolato che produce una vibrazione – un suono che è parallelo alla poesia stessa di Merini, che anela a trasformarsi da semplice parola a pensiero e canzone.

La poesia si dipana in un pensiero musicale che riecheggia oltre la pagina, invitando il lettore a contemplare il processo creativo come un atto di fede e l’arte come veicolo di una verità più profonda. “Il liuto” di Merini diventa una meditazione sulla capacità della poesia di catturare e trasmettere la essenza più eterea dell’esistenza umana.

Attraverso “Il liuto”, Alda Merini rivela la potenza della parola poetica di elevarsi al divino, mantenendo i piedi ben piantati nella terra dell’umano. Un breve componimento che, nella sua semplicità, racchiude la complessità e la bellezza del cercare una sinfonia tra l’anima e il mondo che ci circonda.

Alda Merini. Il liuto

Dalle mani magnifiche del cuore
sei percorso nobile strumento
che stai dentro le labbra del signore.
E il tocco è bianco
come di una corda che vibra
e come la mia rima
che dovrebbe essere una parola
e invece è un pensiero
una canzone.

Foto da: aldamerini.it