“Sei bella – dico alla vita” è un’ode vibrante alla bellezza e alla meraviglia del mondo naturale, scritta dalla poetessa polacca Wislawa Szymborska. Con un linguaggio semplice e diretto, Szymborska dipinge un quadro vivido della ricchezza e della diversità della vita, celebrando ogni dettaglio, dalle rane e gli usignoli alle formiche e ai germogli.

La poesia è intrisa di un senso di gratitudine e stupore per il dono della vita. La poetessa si rivolge alla vita come a un’amante, corteggiandola e adulandola con parole d’amore. La paragona a una “pigna” perfetta, lodando la sua “larghezza, inventiva ed esattezza”.

Ma la poesia non è solo una celebrazione della bellezza. C’è anche un sottofondo di consapevolezza della fragilità della vita e della sua inevitabile fine. La poetessa si rende conto che “mai vorrei recarti offesa” e che “da centomila anni almeno sorridendo ti corteggio”.

Tiro la vita per una foglia:

si è fermata? Se n’è accorta?

Si è scordata dove corre,

almeno per una volta?

Questi versi finali pongono una domanda importante: possiamo davvero fermare il tempo e apprezzare appieno la bellezza della vita in ogni suo istante? La risposta è incerta, ma la poesia ci invita a fare lo sforzo, a rallentare e a goderci ogni momento prezioso.

“Sei bella – dico alla vita” è una poesia che ci invita a guardare il mondo con occhi nuovi, a vedere la bellezza nella semplicità e a celebrare il dono della vita. È un inno alla meraviglia e alla gratitudine che ci ricorda quanto sia prezioso ogni istante che ci è dato.

Sei bella – dico alla vita –
è impensabile più rigoglio,
più rane e più usignoli,
più formiche e più germogli.
Cerco di accattivarmela,
di blandirla, vezzeggiarla.
La saluto sempre per prima
con umile espressione.
Le taglio la strada da sinistra,
le taglio la strada da destra,
e mi innalzo nell’incanto,
e cado per lo stupore.
Quanto è di campo questo grillo,
e di bosco questo frutto –
mai l’avrei creduto
se non avessi vissuto!
Non trovo nulla – le dico –
a cui paragonarti.
Nessuno ha fatto un’altra pigna
né migliore, né peggiore.
Lodo la tua larghezza,
inventiva ed esattezza,
e cos’altro – e cosa più –
magia, stregoneria.
Mai vorrei recarti offesa,
né adirarti per dileggio.
Da centomila anni almeno
sorridendo ti corteggio.
Tiro la vita per una foglia:
si è fermata? Se n’è accorta?
Si è scordata dove corre,
almeno per una volta?
(Wislawa Szymborska – Allegro, ma non troppo)

Poesia da: La Finestra della Letteratura