In “Sotto la neve”, Manuela Repetti ci trasporta nelle fredde e desolate terre del nord Canada, nella cittadina di Lastville, situata su una remota penisola del mare glaciale artico. Questo romanzo avvolge il lettore con la sua atmosfera intensa e isolata, dove il confine tra civiltà e natura selvaggia è tanto sottile quanto il ghiaccio su cui si cammina.

La protagonista, Linda, è una donna segnata dalla perdita del marito, che ha trovato rifugio e una nuova vita in questo angolo sperduto del mondo. Il suo quotidiano, fatto di routine e piccole gioie condivise con una comunità di avventurieri e solitari, viene bruscamente interrotto dalla misteriosa scomparsa di una bambina. Questo evento scatena una tempesta emotiva tanto potente quanto quelle che flagellano Lastville nei mesi invernali.

Repetti scrive con una prosa limpida e incisiva, che sa essere tagliente come il vento artico. Ogni pagina del libro è impregnata di quel senso di solitudine e introspezione che solo i grandi spazi bianchi possono offrire. La ricerca della bambina scomparsa diventa metafora della ricerca interiore dei personaggi, che devono confrontarsi con i propri fantasmi in un ambiente che non perdona.

“Sotto la neve” non è solo un thriller psicologico, ma anche una riflessione profonda sul dolore, sulla resilienza e sulla capacità dell’essere umano di adattarsi e trovare forza anche nelle condizioni più estreme. Repetti utilizza il paesaggio invernale non solo come sfondo per la sua narrazione, ma come un personaggio vivo, le cui mutevoli e imprevedibili condizioni influenzano direttamente la trama e la psiche dei personaggi.

In conclusione, “Sotto la neve” è un libro che cattura e trattiene il lettore, costringendolo a confrontarsi con le proprie paure e speranze. Manuela Repetti ha creato un’opera che è un viaggio nel cuore dell’inverno, ma anche nel cuore umano, con tutte le sue fragilità e la sua indomita bellezza.

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