“Albergo Italia” di Carlo Lucarelli è un romanzo che trascina il lettore nelle ombre della colonia italiana di Eritrea durante l’inaugurazione del lussuoso hotel che dà il titolo al libro. La scoperta di un cadavere, che sembra più un omicidio che un suicidio, serve come pretesto per un’indagine che si snoda attraverso i vicoli oscuri di Asmara e che esplora le complessità morali e politiche dell’Italia coloniale.

Il protagonista, Ogbà, soprannominato “lo Sherlock Holmes abissino”, è un carabiniere indigeno dotato di un’intelligenza acuta e di un’ironia tagliente. Insieme al capitano Colaprico, forma una coppia investigativa che ricorda quella di Don Chisciotte e Sancho Panza, unendo saggezza popolare e astuzia. La loro dinamica aggiunge una leggerezza necessaria al romanzo, equilibrando gli elementi più oscuri della trama.

Lucarelli fa un uso magistrale del setting coloniale per riflettere su temi universali come la giustizia, il potere, e l’identità nazionale. Il mistero dell’omicidio si dipana lentamente, rivelando non solo i segreti degli abitanti di Asmara, ma anche la doppia natura dell’Italia, descritta come “metà pulita metà marcia”. Questa dualità è esplorata con una scrittura che unisce eleganza e mordente, rendendo la narrazione vivida e coinvolgente.

La prosa di Lucarelli è ricca di descrizioni dettagliate che trasportano il lettore nel cuore dell’Eritrea coloniale, tra personaggi colorati e scenari esotici. Il romanzo non è solo un giallo, ma anche un commento pungente sulla storia italiana, mostrando come gli echi del passato coloniale riecheggino ancora nel presente.

In conclusione, “Albergo Italia” è un’opera intrigante che mescola il thriller storico con una riflessione critica sulla natura dell’Italia. Carlo Lucarelli riesce a intrattenere e al contempo a stimolare una riflessione profonda, rendendo questo libro una lettura obbligata per gli amanti del genere e per chiunque sia interessato a esplorare le ombre della storia italiana attraverso gli occhi di un detective indimenticabile.