Entra in scena visibilmente agitata, ha alcuni fogli in mano che potrebbero contenere appunti che osserva distrattamente e inizia a rivolgersi a persone che potremmo essere noi del pubblico oppure a un gruppo di ascoltatori presenti in una stanza non meglio precisata. La donna si rende conto che il suo discorso, forse per il bisogno impellente di esprimersi con urgenza, non sta seguendo un filo cronologico e allora riavvolge il nastro per raccontarlo dall’inizio. Sappiamo così che lei, in quanto psicoterapeuta, è stata chiamata dal giudice di un tribunale per una consulenza e per indagare nella mente di Karen, una donna che rischia il carcere per aver sottoposto sua figlia Lilly di sette anni a un intervento di chirurgia plastica che le ingrandisse il seno. L’operazione, impossibile per essere eseguita in Inghilterra, era avvenuta in un resort dell’Amazzonia dove quel tipo di operazione sui corpi di bambine che non hanno ancora raggiunto l’età dello sviluppo sono più comuni di quanto possa apparire a noi europei. Il racconto si focalizza quindi sulla personalità di Karen che, per eccesso di amore verso la figlia, tipico nelle famiglie monogenitoriali, ha voluto accontentarla nel di lei desiderio, per assurdo che fosse. Lilly è una bambina assorbita dalle immagini prevalentemente pornografiche che i media trasmettono attraverso tanti canali e che procurano desideri prematuri tanto da renderla precoce nelle manifestazioni con il prossimo. A dimostrazione di ciò viene accennato a un suo tentativo di approccio sessuale diretto a un uomo che viene in visita alla madre la quale interviene per soffocare la manovra ma lo fa solo blandamente. Non si conosce se Karen sarà condannata per l’azione sconsiderata che ha commesso però intanto è passato un anno dalla data dell’operazione e fra due o tre anni Lilly arriverà all’età dello sviluppo e dovrà subire un nuovo intervento perché il seno posticcio che le avevano applicato in Amazzonia dovrà essere ridotto se non eliminato del tutto.

Da questo racconto, che la coinvolge emotivamente sempre di più, la psicoterapeuta trae lo spunto per affrontare più in profondità il tema della manipolazione esercitata dai media sui minori che sono seguiti da genitori distratti o irresponsabili perché anch’essi sono ormai preda di quegli stessi media i quali possono provocare nell’odierna società danni irreversibili. Il seno è uno degli aspetti cardini che investe l’esposizione del corpo umano in immagini dove la donna, oltre che essere oggetto di desiderio, è anche modello che spinge all’emulazione ragazze in età sempre più giovanile. Basta assistere a qualche programma popolare della televisione per rendersi conto di quanto pericolo questi possono rappresentare per l’infanzia (si pensi a bambini di cinque/sei anni vestiti con abiti da adulti, spesso anche di foggia sensuale, che, scimmiottando i loro idoli, vengono spinti a cantare e a ballare da genitori frustrati).

Lucia Mascino interpreta con passione il monologo che si svolge in un crescendo recitativo dove l’ansia della protagonista di raccontare l’assurdità della vicenda si carica sempre di più perché si intuisce un suo coinvolgimento in prima persona di cui solo alla fine si conoscerà la natura. Questo mentre la scena vuota, a tratti scura, in altri momenti attraversata da luci di varie tonalità e intensità (firmate da Roberta Faiolo), in carattere con l’andamento della narrazione, è occupata da una pianta di rami secchi simbolo di mancanza di vita che comunque la donna, in uno slancio di ottimismo, non sembra poter fare a meno di innaffiare.

Il monologo è stato accolto favorevolmente dal pubblico e Lucia Mascino ha ottenuto calorosi e ripetuti applausi. Repliche domani e sabato alle ore 20,00 e domenica alle ore 16,30.

Visto il giorno 18 aprile 2024

(Carlo Tomeo)

Con carta di credito su www.teatromenotti.org

Lucia Mascino
in
IL SEN(N)O
di Monica Dolan
titolo originale The B*easts
traduzione Monica Capuani
scene Maria Spazzi
luci e suoni Roberta Faiolo
assistente alla regia Michele Iuculano
tecnico di produzione Christian Laface
adattamento e regia Serena Sinigaglia
produzione Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano
distribuzione a cura di Mismaonda

dal 16 al 21 aprile al TEATRO MENOTTI

Via Ciro Menotti 11, Milano – tel. 0282873611 –  biglietteria@teatromenotti.org

Con carta di credito su www.tea