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Dal MIT 7 milioni per il parco bus: rinnoviamo i mezzi, ma anche e per prima la progettualità

Angelo Marinoni

https://appuntialessandrini.wordpress.com

Alessandria: Si legge che sono stati sbloccati dei fondi sul rinnovo del parco mezzi del trasporto urbano e di prossimità alle aree urbane. L’iniziativa riguarda la città di Alessandria per un importo di 7 milioni che dovranno essere destinati al rinnovo del parco circolante con veicoli elettrici, a metano o a idrogeno.

Sarebbe opportuno un inciso sulla demonizzazione del diesel e sulla sostanziale irrilevanza sull’impatto ambientale complessivo fra un un parco della dimensione alessandrina diesel di ultima generazione e elettrico, ma eviteremo questo tema lasciandolo ad un contributo successivo per concentrarci sull’iniziativa ministeriale di finanziamento e, in particolare, del suo potenziale impatto su Alessandria.

L’iniziativa è, infatti, lodevole, ma il problema di Alessandria in ambito urbano, grazie alla proprietà Line di AMAG Mobilità, non è più tanto lo svecchiamento del parco urbano, quanto la sua consistenza accompagnata da un aumento di produzione, ottenibile, in primis con un aumento del Fondo Nazionale Trasporti fermo al palo da anni e da una revisione del modello gestionale piemontese che centralizza su un ufficio torinese ambiti progettuali e decisioni di portata e impatto molto localizzato.

Continuare a comprare degli autobus per fargli fare la stessa strada alla stessa ora con lo stesso numero di viaggiatori sopra è un esercizio poco utile perché l’alimentazione dell’industria attraverso la produzione non finalizzata è cancerogena rispetto a un sistema di produzione sostenibile: promuovere una cura del trasporto pubblico premiando con finanziamenti gli aumenti di produzione con sistemi a via guidata (BRT, tramvie) o protetta (aumento dimensioni ZTL parallela a un aumento di percorrenza del trasporto pubblico che vi insiste sopra) è, invece, la cura rispetto alla malattie degli ambiti urbani.

E’ chiaro che un progetto di rinnovo debba essere vincolato ad un progetto di esercizio. La quantità di denaro che è stata sprecata in Italia con finanziamenti a pioggia per il rinnovo del parco circolante è immane e a fronte di un peggioramento continuo, in buona parte del paese non metropolitano, dell’offerta.

La situazione dell’ATM di Alessandria quando fallì imponeva una revisione completa del modello di esercizio e sulla base di quello dimensionare il rinnovato parco circolante, ma per farlo occorreva progettualità e finanziabilità immediatamente attuabili sul territorio, cosa che non è avvenuta per l’impossibilità sia economica del momento che dell’attuazione dei necessari percorsi decisionali nella loro interezza.

Grazie principalmente agli investimenti del socio privato di AMAG mobilità, è stato comunque possibile gestire un servizio nuovamente dignitoso con buona parte del materiale rotabile rinnovato della nuova azienda.

Chiaramente il PUMS del Comune di Alessandria disegna un ruolo al trasporto pubblico, ma altrettanto chiaramente la progettualità del modello di esercizio andrà mediata con l’AMP, ufficio torinese già citato, e la finanziabilità, anche questa basata a Torino.

A risorse invariate sulla produzione (i km percorsi) la situazione potrà migliorare con aggiustamenti progressivi della rete (anche questi mediati da AMP quando dovrebbe essere un tema esclusivamente locale), ma non certo sortire quegli effetti sull’offerta che possano candidare la citta’ a un radicale cambiamento positivo sulle abitudini di mobilità attraverso una scelta modale riferita al trasporto pubblico e non alla mobilità individuale motorizzata, comunque alimentata perché il problema non è tanto di emissioni quanto di spazio vitale, vivibilità degli spazi condivisi e qualità del vivere urbano.

Bene, quindi, il finanziamento del rinnovo del parco mezzi, ma massima attenzione al rapporto fra rinnovo del parco e applicazione di un modello di esercizio congruente con le aspettative dell’utenza attuale e in particolare dell’utenza potenziale le cui dimensioni sono almeno triple rispetto all’attuale.

Le scelte che matureranno dovrebbero essere mediate e sviluppate in loco attraverso le risorse tecniche a disposizione dell’areale che fa capo ad Alessandria e iniziare un percorso progettuale che parta dalle aspettative lanciate dalla discussione sul PUMS e attraverso la pragmaticità dell’azienda di riferimento, le istanze delle categorie e del territorio porti a massimizzare l’efficacia sul territorio delle risorse messe a disposizione.