
Vita di M. Mazzucco
Libri, chiacchiere, caffè e tè – Patrizia Franchina
Davanti alla tragedia dei migranti che si è consumata davanti alle coste calabresi, la vista di quelle piccole bare bianche oltre a stringere il cuore, ricordano a me, e certamente a tanti altri, l’importanza di nascere dalla parte giusta del mondo, ricordano il dramma della miseria, della povertà e dell’ingiustizia. Mi chiedo quale dramma hanno vissuto quelle madri nel momento in cui hanno imbarcato i loro figlioletti su un guscio di noci, nella speranza di dargli una opportunità ma con il timore di non vederli mai più.
Vita di Melania Mazzucco racconta un’altra storia, in un altro tempo ma il dramma è lo stesso, un bel romanzo che racconta la lunga storia di una generazione di italiani che nei primi anni del secolo scorso, ha tentato il sogno americano, uomini costretti dalla miseria a emigrare nella illusione di una vita migliore; il romanzo celebra i loro sogni, la lontananza, la nostalgia, la miseria e la difficoltà di trovare un’ opportunità, un posto al sole nella terra delle opportunità, descrive giovani vite dimenticate dalla Storia con la essa maiuscola e perse nella disperata ricerca di sopravvivere nelle strade puzzolenti del quartiere e nel tentativo di non dimenticare le proprie radici. Mostra al lettore lo squallore e la desolazione dell’arrivo dei piroscafi partiti dall’Europa con il loro carico di essere umani che sbarcano intimoriti ma anche speranzosi ad Ellis Island per essere riuniti, visitati e registrati in squallidi stanzoni prima di essere abbandonati a se tessi dalle Istituzioni; uomini, donne sole e ragazzini non accompagnati che custodiscono i loro pochi averi cuciti nelle mutande per il timore di essere derubati durate la lunga traversata. Di questa generazione gran parte è riuscita a sopravvivere in quartieri luridi e poveri, dove la malavita imponeva la sua legge, altri sono stati costretti a tornare indietro più poveri di quando erano partiti, sconfitti un’altra volta, altri ancora non ce l’hanno fatta proprio.
Gli italiani allora costituivano una comunità miserabile, disprezzata e guardata con occhio ostile dai poliziotti e dalla popolazione locale e forse ancora più povera ed emarginata rispetto a tutte le altre, afro-americani compresi, infatti erano definiti
“neri che non parlano nemmeno l’inglese!” Altra protagonista del romanzo è la mafia, la mano nera con la quale prima o poi tutti, nel quartiere si trovavano a fare i conti. La lettura è scorrevole anche se la quasi totale mancanza di dialoghi la rallenta e forse l’appesantisce un po’. I fatti raccontati si ispirano a vicende realmente accadute di cui sono stati, in parte protagonisti gli avi della stessa autrice, non a caso i due ragazzini si chiamano Mazzucco. Per questa ragione il romanzo si può interpretare come il tentativo, di ricostruzione della storia familiare dei Mazzucco, infatti vi trovano spazio fatti e personaggi emersi dai ricordi d’infanzia ma anche conferme ottenute negli archivi della polizia di Brooklyn dove, l’autrice recupera l’elenco dei passeggeri del piroscafo Republic che nel 1903 sbarcò negli Stati Uniti, in cui risultano registrati due bambini non accompagnati, di 9 e 12 anni, Vita e Diamante Mazzucco.
Si racconta l’arrivo, lo sbarco di questi due bambini che si ritrovano confusi nel caos del porto per essere poi inghiottiti da una massa di disperati che affolla il quartiere degli italiani.Vita viene accolta nella fatiscente casa del padre che non conosce e non ha mai visto e che già da lunghi anni in America non è mai riuscito a combinare nulla né tanto meno ad uscire dal quartiere. Il cugino Diamante deve imparare a provvedere a se stesso. E’ un romanzo nostalgico e triste, carico di sofferenze, in cui si possono avvertire tutte le incertezze, le paure, le difficoltà dei protagonisti che comunque hanno contribuito a far crescere il nuovo Paese nel quale si trovano, molti infatti si sono integrati e sono riusciti a lasciare il quartiere, come Vita ma che in fondo è rimasta quel che era, una ragazzina mora forte, decisa e italiana. Nel lungo romanzo una parte della storia torna in Italia durante il secondo conflitto mondiale con il capitano Dy, che raggiunge in Italia e partecipa alla guerra di liberazione ma ha anche un altro compito, cercare, rintracciare, le origini italiane della sua famiglia.