RECENSIONE

Non è un comune quartetto d’archi quello presente per soli tre giorni sul palco del Teatro Menotti e il suo nome ben lo classifica: quell’aggiunta della lettera “G” in mezzo al nome del celebre violinista contribuisce a formare il termine che meglio definisce il condimento essenziale della sua esibizione. Pur restando bene ancorati a esecuzioni che appartengono alla musica classica più frequentata (e si spazia tra brevi esecuzioni di brani tratti dal Wedding Minuet di Boccherini, “La Vita Breve” di De Falla, il Canone in re maggiore di Pachelbel e via discorrendo, tra un Vivaldi e un Mozart), i quattro musicisti, che si presentano in frac sul proscenio dotati delle migliori intenzioni per regalare al pubblico un rigoroso concerto, rimangono subito “vittime” di situazioni esilaranti e paradossali, quelle famose GAG che arricchiscono il loro nome, tanto che quello che era nato come concerto si trasforma in spettacolo dalle molte sfaccettature. Il pubblico rimane quindi sommerso dai numeri che si avvicendano sul palco. La musica non è più appannaggio dei soli strumenti ma si fa un tutt’uno con le acrobazie fisiche nelle quali i quattro danno prova di una non comune capacità. E così, mentre all’inizio il quartetto appare dedicarsi con disciplina all’esecuzione di una suite della “Carmen” di Bizet (dove prevalgono il preludio al quarto atto e le romanze “Habanera”, “Prè de repart de Seville” e “Les tringles des sistrers tintaiwent”) ecco che, complice il ritmo della musica, non sembra possibile per i quattro non abbandonarsi a qualche passo di flamenco e c’è anche quello che abbandona momentaneamente il suo strumento per sostituirlo con un paio di nacchere. Oltre a essere virtuosi musicisti che suonano anche in condizioni impervie, i quattro si dimostrano quindi bravi attori che sanno essere padroni del palcoscenico, chiedendo anche la collaborazione del pubblico che non esita a prestarla. Non manca neppure il momento romantico nel quale uno dei violinisti preso da un coup de foudre per una spettatrice le dedica una canzone. Apparentemente i quattro non sembrano andare sempre d’accordo tra di loro e questo fornisce il pretesto perché aumentino le gag rappresentate da dispetti e prese in giro che donano alla rappresentazione, già ricca di idee, maggiore verve e comicità.

Il Quartetto nasce da un’idea del violinista libanese Ara Malikian e rappresenta spettacoli prodotti dalla Compagnia Spagnola Yllana. Sul palco del Menotti sono presenti Eduardo Ortega, Thomas Potiron e Fernando Clemente (violini) e Jorge Fournadjiev (violoncello). Lo spettacolo, molto applaudito dal pubblico presente ieri sera, avrà un’ultima replica oggi pomeriggio alle ore 16,30.

Visto il giorno 7 ottobre 2023

(Carlo Tomeo)