Di Maria Cristina Buoso (Rovigo)

Ciao,

Questa sera saremo in compagnia di Dario Villasanta  che ci parlerà della “Strada” .

MC –  Allora prima di iniziare dimmi perché hai scelto questo posto e questo aperitivo.

Dario –  Ho scelto un baretto sulla strada, viale principale della periferia di Guidonia, di quelli stile anni ’50 col vecchio gestore di poche chiacchiere e con lo sguardo diffidente e che parla solo in romanesco. qui lo chiamano ‘la bettola’, perché vende vino e gli avventori sono operai e gente semplice, tanta viene dalla strada o comunque ne ha il marchio addosso, lo si sente dall’odore che ha il loro sguardo. Io vado lì perché sento mio questo posto, e potrei scrivere mille romanzi come quelli che ho scritto solo parlando e rimanendo in compagnia con la gente che lo frequenta. (Mi piace )

MC –  Eccoci qui per continuare a parlare della Strada.

 D – Potremmo andare avanti per giorni, con un argomento così.  (purtroppo mi sa di si )

MC –  Secondo te, come mai molti autori amano ambientare i loro lavori sulla strada?

D – Credo perché abbia, nonostante tutto, un suo fascino maledetto. Può affascinare l’idea del viaggio, oppure il personaggio dannato che sa districarsi con astuzia tra i meandri della vita, spesso con mezzi che non approviamo, ma che in realtà vorremmo avere. Infatti, se ci fai caso, ogni persona con un minimo di possibilità (e intendo anche i politici, per inciso) utilizzano spesso gente di strada per ‘aggiustare’ situazioni scomode e, in fondo, ognuno di noi sogna di avere un amico della strada in grado di risolverci in fretta le situazioni più fastidiose, non importa come. Non trovi? Insomma, loro non hanno i paletti della legge a fermarli, se capisci che cosa intendo.

MC – Ricordi quale libro  hai letto con  protagonista uno della strada?

D – Un autore su tutti, Irvine Welsh, che adoro e che ha ispirato lo stile narrativo che ho usato per questi libri. Oltre a Trainspotting, pressoché tutti i suoi romanzi hanno come ambiente imprescindibile la strada, in un modo o in un altro.

MC –   Quali sono i luoghi più comuni che si associa alla strada, mi spiego,  quali sono quelli più usati nei libri e secondo te perché queste scelte?

D – Un luogo comune, il primo che mi viene in mente, è quello della prostituta romantica, il secondo è quello del criminale ‘Robin Hood’. Una volta forse era un po’ così, oggi per niente. (credo che la strada non abbia nulla di romantico ma solo tristezza e abbandono…)

MC –  Secondo te,  ci sono delle ingenuità legate alla strada e perché?

D – Sì, prima fra tutti l’idea che entrarci sia per tutti. Mi spiego: se vuoi far parte di un giro ‘di strada’, devi tenere presente che se non ci sei nata ti mangeranno viva, prima o poi, a meno che tu non sia abituata a domare dei cani randagi, perché è di questo che si tratta. Te lo dico perché ho visto molta gente, anche amici,  avvicinarsi a certi ambienti perché l’affascinavano (come dicevasi prima) e venirne però presto masticata, rovinata. Bisogna fare attenzione, la strada non è un parco giochi per gente annoiata o in cerca di emozioni forti.

MC – Come ci si deve comportare, a cosa bisogna prestare attenzione?

D – Serve non mostrare paura, altrimenti l’annusano e sei fottuto. Potendo, meglio starci lontano. Brutto da dirsi, ma ci siamo creati un comfort zone fatata e protetta che chi può godersela fa bene a farlo. Sempre considerando, però, che non potrà comunque fare a meno, prima o poi, di farci i conti perché la strada è il substrato su cui tutto si muove, che piaccia o meno. Se avete amici nelle forze dell’ordine, chiedeteglielo e ditemi cosa vi rispondono in merito.

MC –   Ci sono molte persone che vivono per strada perché non hanno una casa.  Secondo te come sono cambiati negli anni queste persone e come ci poniamo noi nei loro confronti?

D – Io stesso anni orsono rimasi senza casa e dormivo nei parchi. I senzatetto non sono cambiati, ma la gente sì: oggi sembra che essere poveri sia un’infamità, mentre invece è una situazione obbligata, a nessuno piace vivere per strada, salvo pochi rari individui che hanno idee tutte loro, ma questa è un’altra storia. Detto questo, il buon italiano schiva il clochard perché gli fa ribrezzo, mentre non stupirà sapere che molti stranieri – che sanno cosa vuol dire non aver da mangiare – sono i primi a darti una mano se ti vedono in difficoltà serie, senza voler nulla in cambio. E pure i delinquenti da strada, lo sai? Una volta ero a Termini con le valigie e senza soldi, e degli spacciatori si offrirono di pagarmi il biglietto per casa. Un’altra volta, dei turisti restarono senza soldi in Liguria e dei senegalesi che vendevano abusivamente chincaglierie fecero una colletta per rimandarli in Francia. Ecco, questa sensibilità di strada a noi civilissimi ‘borghesi’ manca. Colpa di una certa cultura, ormai sdoganata, anche politica, ma mi fermo qui per non farti dei pipponi sociali.

MC –  Forse … E dico forse, a volte siamo così “assuefatti” a certe situazioni o a certe persone che non ci crediamo più o non proviamo più nulla.

D – L’anestesia di cui parli è solo la voglia (sacrosanta, peraltro) di restare a galla ritagliandosi qualche momento di pace nella follia di questa centrifuga impazzita che si chiama vita. Dovessimo farci coinvolgere da tutte le brutture che incontriamo, n on vivremmo più. Nessuno ha risorse infinite.

MC – I senza tetto sono molti di più oggi o una volta?

D – Non lo so in termini assoluti, so solo che, di certo, la quantità che esiste oggi, nel 2023, di gente senza dimora è scandalosa per il tenore di vita della nostra società. Abbiamo tutti di tutto, cosa costa dare una mano come si deve a questa gente?

MC – Forse è la politica che dovrebbe fare dei cambiamenti per evitare che le persone si trovino in questa situazione, ma forse mi sbaglio.

D – Senza forse. In Italia invece si demanda tutto al buon cuore della gente, a chi fa volontariato. È una stortura sociale.

MC – Che dici se  continuiamo  a parlarne con  un nuovo  Apericchiacchera?

D – volentieri, perché no?

MC – Prima di salutarci, vuoi aggiungere qualcosa?

D – Come dicevo …  potrei andare avanti giorni a parlare di strada, ma meglio di no: in fondo, ci ho scritto apposta dei libri.

MC –  Grazie e alla prossima chiaccherata.

          Buona serata a tutti

https://mariacristinabuoso.blogspot.com/2023/12/aperichiacchierata-con-dario-villasanta.html

,,,,,,,,,,,,,,,,,,

https://mariacristinabuoso.blogspot.com/2024/01/aperichiacchierata-con-dario-villasanta.html