Lasciami dormire, respirare dolcemente, l’estate nella mia testa. I caldi raggi del sole mi accarezzavano il viso mentre ero sdraiato su una comoda amaca, ondeggiando dolcemente nella brezza. Era una perfetta giornata estiva e non volevo altro che crogiolarmi nella sua gloria. Il profumo dei fiori che sbocciavano riempiva l’aria e il cinguettio degli uccelli creava una sinfonia, della musica calmante, frutto della natura.
Ho aperto gli occhi, all’improvviso, per ritrovarmi in un grazioso giardino, adornato da colori vivaci e vegetazione lussureggiante. I cuscini di lillà mi circondavano, la loro dolcezza mi invitava a perdermi nel loro abbraccio. Potevo sentire l’innocenza dell’infanzia tornare mentre i ricordi delle spensierate giornate estive trascorse con mia madre inondavano il mio spirito.
Insieme, ci siamo avventurati nel campo da gioco che stava alla fine della via, dove i colori dei giochi e delle panchine erano pieni di vita. Gli scivoli, le altalene e le giostre erano la mia porta d’accesso al divertimento senza fine. La risata di mia madre risuonava nelle mie orecchie di continuo, il suo sorriso contagioso illuminava anche i giorni più soleggiati. Era un momento di pura felicità e volevo rivivere quel tempo ancora e per sempre.
Mentre assaporavo la nostalgia, in quel pomeriggio di prima estate, mi resi conto che l’estate nella mia testa non era solo una stagione. Era una mentalità, un senso di assoluta felicità e tranquillità. Era un ricordo dei mie bei ricordi, in grado di trasportarmi in luoghi dove il tempo si era fermato. Da dove non si era mai più mosso.
Il dolce fruscio delle foglie di una brezza improvvisa, mi riportò alla realtà, e mi resi conto che non potevo rimanere nel mio sogno per sempre. La vita mi attraeva, alla fin fine, spingendomi ad abbracciare il presente e creare nuovi ricordi. Mi alzai a malincuore dall’amaca, alla ricerca di un posto meno ventilato, lasciandomi alle spalle i cuscini di lillà.
I giorni si trasformarono in settimane, e le settimane in mesi man mano che l’estate andava avanti. Avevo imparato a conoscere nuovi posti, incontrato nuove persone e vissuto nuove avventure. Ogni giorno era una tela in attesa di essere dipinta con lampi di vita. Ho scoperto la gioia di fare escursioni attraverso paesaggi mozzafiato che erano solo a pochi minuti da me, ma che non avevo mai notato prima, l’emozione di tuffarmi nelle acque cristalline di laghi nascosti nelle vallate mai viste prima e la serenità di guardare i tramonti su spiagge deserte.
Tuttavia, anche nel mezzo dell’eccitazione dell’ignoto, avevo conservato nella mia mente l’essenza dell’estate. Era diventata la mia luce guida, ricordandomi di rallentare, di godermi la bellezza nei momenti più facili e semplici. Che fosse il sapore di un cocomero succoso, il suono delle risate condivise con gli amici o la sensazione di sabbia calda tra le dita dei piedi, ho apprezzato ogni esperienza con lo stesso stupore e meraviglia che ha definito le estati dell’infanzia.

Il tempo passava e le stagioni passavano come al solito. L’autunno aveva dipinto gli alberi in toni dorati, mentre l’inverno aveva portato un manto nevoso che aveva trasformato il mondo in un luogo meraviglioso. La primavera arrivava nuovamente con fiori in fiore, promettendo nuovi inizi e un ciclo di rinnovamento. In tutto questo, l’estate nella mia testa era rimasta una fiamma eterna che bruciava brillantemente, accendendo la mia mente e ricordandomi di abbracciare le stagioni mutevoli, umorali, come la vita.
Nel corso degli anni, mi sono reso conto che l’estate nella mia mente era parte di ciò che ero. Ero nato in un’isola soleggiata, nel centro del mediterraneo, ero fuggito, cercato riparo nella nebbia e nelle giornate brevi del nord, ma ora mi rendevo conto che era comunque la base su cui costruivo i miei sogni, il catalizzatore del mio desiderio di cogliere ogni opportunità che mi si presentava. Mi aveva insegnato, senza che me ne rendessi mai conto, che la vita non è una destinazione ma un viaggio, e i momenti che ci sono cari sono quelli che modellano la nostra vita. Nel bene e nel male.
Così ho giurato a me stesso di portare l’estate nella mia mente, con me, sempre, ovunque andassi. Che fosse il caldo torrido di un deserto o il freddo gelido di una montagna innevata, avrei trovato conforto nei ricordi del sole e nella promessa di nuovi orizzonti a venire. Non avrei mai permesso alle stagioni della vita di spegnere il fuoco in me, mi promisi, perché l’estate nella mia testa era una fiamma che non poteva mai essere spenta. Non importava dove fossi.
E così, una volta che la brezza lasciò spazio nuovamente alla calma, quella della sera, mi sdraiai di nuovo sulla mia amaca, circondato nuovamente da cuscini di lillà e i colori del parco giochi mi erano nuovamente davanti ed ho chiuso gli occhi ed ho lasciato che l’estate nella mia testa mi investisse. E mentre mi dirigevo verso un sonno tranquillo, sapevo che ovunque la vita mi portasse, lo spirito dell’estate mi avrebbe guidato per sempre nel mio viaggio. Sereno che non mi importasse neppure più quanto lungo ancora sarebbe stato il viaggio.
12 RESPIRI uscira’ questo fine settimana .
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