Quando due italiani si incontrano a Londra, le discussioni vanno sempre super giù allo stesso modo: alcune parole sull’Italia e molti commenti su come va la vita nella nuova città. Ho incontrato Antimo per caso qualche anno fa, mentre faceva il suo lavoro: Il Pianista.

Un ragazzo stava suonando il pianoforte in mezzo alla stanza del tea alla Victoria and Albert Museum di Londra, e non appena si prese una pausa, notò che stavo facendo alcune fotografie a lui che suonava il piano e si avvicinò presentandosi immediatamente. 

Come ogni persona” verace” del sud Italia, inizia a parlare come se ci conoscessimo da secoli.

Da subito mostrò la sua personalità ed è stato facile intraprendere una chiacchierata che ci fece diventare amici e non manco mai d’essere ai suoi spettacoli concerti in compagnia di una bella fetta di torta

Antimo Magnotta è un musicista, compositore e scrittore italiano. 

Dopo aver conseguito il diploma in pianoforte, seguì e si esibì in musica da camera e orchestre sinfoniche. 

Si è esibito al Teatro San Carlo di Napoli, all’Orchestra RAI e al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma.

Antimo Magnotta era impiegato come musicista sulla nave da crociera “Costa Concordia” ed era a bordo della nave al momento del terribile incidente nei pressi dell’Isola del Giglio, in Italia, il 13 gennaio 2012.

Miracolosamente riuscì a salvarsi al momento dell’affondamento ed ora e’ il “pianista residente” al V&A, un luogo che vi suggerisco di visitare a Londra se state cercando di avere un momento di relax e chiacchierare con una persona affascinante come Antino, nella magnifica sala Gamble. 

In questa intervista che mi ha concesso, parliamo di musica, della Costa Concordia e naturalmente parliamo della città che amiamo di più: Londra.

Ha scritto un libro, “Sette squilli brevi e uno lungo” su quella terribile esperienza che è costata la vita a decine di persone.

Ha anche pubblicato alcuni bellissimi album che riflettono l’altro lato di Antimo, molto chiacchierone e amichevole quando l’incontri, ma così intimo e tranquillo quando ha un pianoforte di fronte a lui e si lascia andare alla sua arte.

Cosa ti è rimasto della notte del naufragio della costa Concordia?

Ricordo ancora le voci e i suoni di quella notte. L’urlo dei passeggeri e dell’equipaggio insieme al rumore delle parti metalliche della nave che si contorcevano mentre affondava.

Un ricordo particolare di un concerto a bordo?

Una sera un anziano passeggero tedesco si avvicino’ e mi chiese di poter suonare qualcosa insieme. Aveva un’ottantina d’anni e mi disse che aveva portato il suo clarinetto in crociera e voleva improvvisare un concerto con me, anche se confesso’ di non essere un musicista di professione. Il regolamento della nave non permetteva ai passeggeri di interferire con le attività’ musicali di bordo ma mi assunsi la responsabilità’ e volli esaudire il suo desiderio.La performance fu molto bella e la gente intorno non smetteva di applaudire. Quando finimmo io ero molto contento. Sua moglie ci raggiunse sul palco ed entrambi cominciarono a piangere di gioia.

Rimanemmo in contatto per molto tempo anche dopo l’esperienza della nave.Ho un ricordo bellissimo di quella sera e fortunatamente seppi che si salvo’ durante il naufragio.

Il concerto più bello?

Difficile dire quale sia stato il mio migliore concerto…ma credo che sia avvenuto durante una notte di tempesta.La nave ballava letteralmente sulle onde e i passeggeri erano quasi tutti rinchiusi nelle loro cabine con nausea e mal di mare. Avevano rinunciato a qualsiasi show.Era molto tardi quando decisi di ritornare al piano e suonare qualcosa senza nessuno intorno.Credevo di essere solo nella enorme sala dove normalmente suonavo ma scorsi qualcuno da lontano che mi ascoltava.Era un giovane cieco. Mi disse dopo che era polacco e che aveva apprezzato molto la mia musica.Fu un concerto per un solo spettatore. Emozionante e indelebile ricordo.   

Città preferita?

Barcellona. Un’esplosione di strane architetture, piena di vita e con una luce unica.  

Un ristorante a Londra per un’occasione particolare?

Mi piacciono i posti discreti che hanno carattere. Uno dei miei preferiti ê Yadas, un ristorante curdo nel cuore di Peckham.

Un bar di Londra per drink in compagnia?

C’e’ un caffe’/pasticceria a Camberwell che si chiama Sophocles. E’ un posto ingiallito dal tempo, pieno di greci nostalgici e abbastanza decadente. Non c’e’ niente di attraente li’ ma adoro l’atmosfera. E’ popolato da personaggi incredibili. A me piace scrivere e questo posto ê una grande fonte di ispirazione. Capitavo li’ qualche volta, ordinavo un caffe’ e una torta, da solo o con qualche amico, e mi incantavo ad osservare l’incredibile umanità’ che mi scorreva davanti agli occhi.

Museo di Londra preferito?

Direi due. Senza dubbio Tate Modern e….il V&A

Tu lavori al V&A e hai visto molte mostre. Le migliori 3 che hai visitato?

Il V&A ti sorprende sempre con mostre di alto livello. Quelle che ho adorato di più sono state: ‘David Bowie is” del 2015, “Savage Beauty” (su Alexandre McQueen) del 2015 e “Wonderful Things” (sulla fotografia di Tim Walker) del 2019/2020.

David Bowie is” ê stato un successo incredibile. Mi ricordo di aver aspettato quasi fino alla fine della mostra prima di accedervi. E’ stata visitata da più di un milione di persone. Non ho molto da dire su David Bowie se non dimostrare una profonda ammirazione per il suo enorme talento di musicista e artista.

“Savage Beauty” mi ha molto sorpreso. Non so molto di moda ma la mostra è stata una vera celebrazione del talento tormentato dello stilista Alexandre McQueen. Le sue creazioni non sono solo prodotti di moda, ma vere opere d’arte, abbastanza provocanti e disturbanti talvolta ma da far girare la testa.

Wonderful things” di Tim Walker è stata la mia ultima mostra al V&A prima della pandemia. Un mondo molto surrealistico, utopico, esuberante, magico. Mi sembrava di entrare in una favola, un Paese delle Meraviglie per adulti, popolato da creature strane e oniriche. 

Qual’è la principale differenza tra la vita in Inghilterra e quella in Italia?

Beh, moto difficile dare una risposta breve. La principale differenza che sottolineerei riguarda un diverso focus tra le due culture. Se mi fosse concesso usare una metafora, direi che qui nel Regno Unito sono più concentrati sulla Mente, mentre in Italia più sul Cuore.

Ovviamente questa è intrinsecamente una risposta molto limitata. È giusto una generica percezione che ho al riguardo. 

Cosa porti in valigia quando viaggi?

Porto sempre con me almeno un libro, un paio di Moleskine e il mio iPad. Mi piace molto leggere, scrivere e registrare idee musicali con il mio iPad lungo il viaggio.

Per il resto, siccome ho viaggiato a lungo su navi da crociera dove le cabine sono piccolissime, ho imparato ad avere un approccio abbastanza minimalista nel riempire la mia valigia. Mi porto giusto le cose essenziali.

Come hai vissuto durante il lockdown?

Beh, non è stato facile ovviamente ma mi sono tenuto occupato.

Ho registrato a casa due album (“At Home” nel 2020 e “Antimosphere/nine pianostories” nel 2021), scritto un libro di poesie in inglese e italiano (dal titolo “Crescendo”). Ho anche insegnato piano on line e sto ancora frequentando un corso di specializzazione professionale per Educatori Musicali.

Per il resto, molte passeggiate nel parco, cucinato i miei piatti di pasta preferiti e ho visto molti film che ho sempre desiderato vedere ma che non sono mai riuscito a farlo per mancanza di tempo. Ultimamente ho messo su anche il mio primo podcast su anchor.fm.  

Questa volta di tempo ne avevo abbastanza e l’ho sfruttato.

Programmi per il futuro?

Voglio continuare a realizzare i miei sogni: suonare il mio piano dal vivo ancora, scrivere, comporre nuove musiche, viaggiare e in generale godermi la vita più che mai.

Parlaci del tuo ultimo album

Antimosphere/ Seven Memories” è il mio ultimo album. È stato registrato a casa mia a Londra ed è una raccolta di sette improvvisazioni basate sulle mie memorie.

Mi sono seduto al piano per sette giorni, poco prima di cena, e ho iniziato a improvvisare.

Ascoltavo il mio piano e lui ascoltava me. Volevamo raccontare una storia al giorno, per sette giorni.

Solo io e il mio piano. Ci piacciono le storie. 

Antimosphere/ Seven Memories” e i suoi precedenti lavori, sono  sulle più diffuse piattaforme musicali di streaming on line: Spotify, Applemusic/iTunes, Googleplay, Amazon, Bandcamp etc.

Oppure sul suo sito web www.antimomagnotta.com