Il nuovo lavoro poetico di Paolo Parrini, intitolato “Il Quinto Tempo” e pubblicato da Samuele Editore, si rivela una profonda esplorazione della concezione ermeneutica dell’esistenza. Con una maestria poetica che abbraccia l’inquietudine della realtà e preannuncia la solitudine, Parrini ci guida attraverso un mondo carico di significati spirituali ed emotivi.
Riflessioni Intimiste e Dialogo Interiore: Le poesie di “Il Quinto Tempo” sono un invito a una riflessione intimista, un viaggio nel pensiero umano che si frantuma in innumerevoli sfaccettature del sentire. Parrini raggiunge l’essenza dei ricordi, intrecciando il tessuto poetico con vibranti riflessioni che ogni sentimento regala al suono prolungato e autentico della parola.
Ritratto Esistenziale e Affinità Profonde: Paolo Parrini ritrae il paesaggio esistenziale con una rappresentazione carica di estensione poetica, romantica e lucida. Evitando il rischio di svanire nel distacco dell’assenza, misura la consapevolezza della nostalgia nelle eclissi relazionali e concentra l’ispirazione nel patrimonio commovente delle sincere affinità.
Dissolvenza del Dolore e Consolazione Taumaturgica: “Il Quinto Tempo” varca la dimensione del divenire, presentando il dono delle immagini in continua trasformazione. Paolo Parrini scardina il legame tra le stagioni dell’essere e la cadenza ciclica delle apparenze. Sconfina l’orizzonte dell’estetica dell’effimero, declinando la destinazione della soggettività umana nell’etica cognitiva dello sradicamento.
Elegia, Memoria e Speranza: La funzione elegiaca della poesia di Parrini forma l’unicità dell’uomo, scandendo le oscillazioni del cuore e plasmando le contratture del presentimento. Attraverso il cammino poetico, si discioglie nel selciato mutevole di ogni viaggio errante, incrocia la malinconia carismatica della perplessità e regala al lettore una visione completa, elegante e delicata.
Un Invito alla Continuità e alla Conoscenza: “Il Quinto Tempo” è un’opera che ci insegna a cercare dentro di noi stessi, rinnovando la proiezione del mondo e della nostra interiorità. Parrini suggerisce di anteporre alla fugacità la continuità come strumento di conoscenza, alimentando il fuoco dell’arte persuasiva. Un’esperienza poetica che incanta e invita a esplorare la vastità dell’animo umano.
TESTI SCELTI
Non sempre occorre spiegare,
a volte basta scegliere,
un tavolo dimesso,
il silenzio del mattino
tra i fili bianchi dei capelli.
Non sempre serve dire e fare,
seduto a respirare caffè
fermando il tempo
e la morte.
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Potremmo esserci persi
in quell’ora calda
della sera, quando luglio
tagliava il grano e la polvere
era densa nell’aria.
I covoni allineati con cura
presagio d’un’altra nascita,
d’un’altra primavera.
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In una foglia secca
accartocciata sul viale
spira la vita dell’albero
che l’ha perduta.
Muore piano questo sentire,
come una pioggia stanca
che bagna intermittente il verde.
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Grazie per il dono,
per questo giorno freddo che scorre,
il suono della radio in sottofondo,
i brividi d’amore e di gelo.
Tutto concorre al creato,
alla casualità che si fa domanda.
Niente passa senza ragione
anche questa colazione solitaria,
anche il cammino tra due ali
di verde e d’asfalto.
Grazie per averti riconosciuto
per un istante
nella melodia che sfuma
e negli occhi umidi.
Nella mano che si posa sul cuore
e si commuove al battito.
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Altre voci spente
come la tua
per chi sente solo acqua
che scorre forte
è un mancamento,
un passare dentro,
un infinito.
Sfiorare le tue ciglia,
vederti finalmente aprire
i petali tormentati
e sbocciare.
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Sera d’inverno
vissuta dai vetri chiusi
senza odori.
Sera che sfuma
in un vuoto bicchiere
l’imbrunire addosso
coperta sottile.
Non sei qui
a camminare con me,
pareti e silenzio.
Il cielo vorrei trovare,
il tempo nostro
perso.