Non è poesia, ma è la vita mia!, di Valerio Villari
Valerio Villariluglio 31, 2018
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Non è poesia, ma è la vita mia!, di Valerio Villari
Sapete dove fioriscono i gelsomini?
E dove germogliano i ciclamini?
Ed avete mai visto la pioggia cadere dal basso?
E gli uccelli che non hanno le ali?
E’ così che scrivo: osservando!
Sono cresciuto dentro un oratorio,
giocavo alla palla nei giardini industriali,
guardando palazzi viola
e dietro, solo dietro,
vedevo il cielo blu
e gli alberi erano di ferro
con le fronde illuminate
dalla luce artificiale,
però,
in inverno cadeva la neve
e vedevo i fili d’erba
cercare il sole
e i diamanti sul terreno
e il freddo, che non sentivo,
mi faceva grande, coraggioso!!!
E si giocava, in autunno,
con le foglie cadute, morte
e pagine di quaderno
diventavano fantasiosi giardini,
raccolte infantili si,
ma colorate,
elencate,
indicizzate:
le margherite gialle,
le fogli di platano,
gli aghi di pino,
la piccola farfalla,
il chicco di grano,
quello di mais,
quello di riso…
…il chicco di riso!
Ogni chicco, un fioretto
per vincere il premio
che dei genitori era diletto
e poi la merenda;
obbligatoria,
troppo bambino
per giungere fino a sera,
correndo dietro
i pipistrelli,
a caccia di lucertole
con i fili d’erba annodati
ed ho conservato la coda
bi-forcuta della lucertola
assassinata.
E poi, pioveva
e pioveva dal basso,
dalle pozzanghere divertenti,
dalle auto di passaggio;
fontane inesistenti,
ma quanto fresca
era l’acqua degli
acquitrini naturali,
ma anche quella
dei laghi artificiali
nella pianura proibita,
che scoprivamo
furtivamente
perché non ci vedesse
l’adulto prepotente.
Avete mai raccolto
le uova nel pollaio?
Erano uova di quaglia,
oppure di gallina,
sana vitamina,
trofeo di famiglia,
come il pulcino
di Pasqua
ed il gelato al latte,
fatto con il latte,
con la panna bianca,
morbida
come le nuvole,
dolce
come i primi bacetti
tra noi amichetti;
rosso il sole,
rosso il volto
quando l’amichetta
stringeva la nostra
mano stretta, stretta,
naturale simbiosi, perfetta!
Era d’Estate,
quando si desiderava
il mare,
ma c’era la fantasia
ed è così che scrive
chi non ha vissuto
come i semplici,
erano amici
i momenti felici,
non erano amici
semplicemente
gli amici.
E profumano di gelsomini
tutte le sere,
le sere d’Estate
nella città dove il mare
diventava reale,
sotto il sole dormendo
con l’ombra artificiale
di chi ci voleva bene.
Poi, scrivere
è stato vivere,
vivere tutto quello
che adesso
non c’è più,
che adesso
sto vivendo
ed io so
dove fioriscono
i gelsomini
e come
la pioggia
cade dal basso
e Kiwi,
come il frutto,
si chiama
l’uccello senza le ali.
Senza le ali,
come chi vive,
semplicemente vive!
Valerio Villari
31 Luglio 2018