ER PADRE DE LI SANTI, di Giuseppe Gioachino Belli, recensione di Elvio Bombonato

Giuseppe_Gioachino_Belli

ER PADRE DE LI SANTI
Er cazzo se pò ddí rradica, uscello,
ciscio, nerbo, tortore, pennarolo,
pezzo-de-carne, manico, scetrolo,
asperge, cucuzzola e stennarello.

Cavicchio, canaletto e cchiavistello,
er gionco, er guercio, er mio, nerchia, pirolo,
attaccapanni, moccolo, bbruggnolo,
inguilla, torciorecchio, e mmanganello.

Zeppa e bbatocco, cavola e tturaccio,
e mmaritozzo, e ccannella, e ppipino,
e ssalame, e ssarciccia, e ssanguinaccio.

Poi scafa, canocchiale, arma, bbambino:
poi torzo, crescimmano, catenaccio,
mànnola, e mmi’-fratello-piccinino.

E tte lascio perzino
ch’er mi’ dottore lo chiama cotale,
fallo, asta, verga, e mmembro naturale.

Cuer vecchio de spezziale
disce Priàpo; e la su’ mojje pene,
seggno per dio che nun je torna bbene. 1

GIUSEPPE GIOACHINO BELLI, 1832

Belli fu uno dei più grandi sonettisti. Maneggiava il romanesco con perizia. Questo è un sonetto caudato (aggiunte due terzine), strutturato a elenco.

La composizione è difficile: 18 versi endecasillabi regolari più due settenari, le rime canoniche: ABBA ABBA CDC DCD DEE EFF. Dedicato a tutti coloro che su FB abusano del lemma c., e delle perifrasi a esso riferite: non mi rumpe er c. (memorabile la parodia di Proietti a Brel), non vale un c.; non sai un c.; non m’importa un c.; che c. vuoi? che c. fai? dove c. vai? chi c. sei?

La sua fortuna non pertiene al significato (ormai consunto dall’uso). No. E’ dovuta alla sua elasticità fonetica (la dura velare sorda C apre alla lunghissima vocale centrale A, con la perentoria doppia costrittiva alveolare sonora Z, terminante con la posteriore chiusa O), che consente di esprimere, tramite l’intonazione, un’ampia gamma di emozioni: stupore, consenso, dubbio, paura, approvazione, indignazione, rifiuto, domanda, esclamazione, intercalare, interesse, desiderio ecc.