DIECI ANNI DI SETTIMANA DELLE AUTONOMIE LOCALI, Renato Balduzzi

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UPO: Quando, nella primavera del 2009, proponemmo la prima Settimana di studi sulle autonomie locali, quale ideale bilancio e sintesi del Dottorato di ricerca, avente il medesimo oggetto, che aveva preso avvio nell’anno precedente, la vivemmo come una sfida plurima: poteva una Università nata da pochi anni, periferica, articolata su tre territori con poche relazioni tra loro, andare oltre ai micro-convegni e ambire a una proposta complessiva, che riuscisse ad attirare l’attenzione della comunità scientifica nazionale e internazionale?

Poteva una città come Alessandria, che sino ad allora non si era particolarmente segnalata per attenzione a tematiche di diritto costituzionale e amministrativo (anche se non bisogna dimenticare che, nel 2008, eravamo riusciti a fare svolgere qui l’annuale convegno dell’Associazione italiana dei costituzionalisti) porsi come polo di attrazione per un’intera settimana?

E soprattutto: il tema delle autonomie, che veniva da un quindicennio di esaltazione e nel quale tuttavia già emergevano i segni di un cedimento a fronte degli effetti della crisi economica internazionale e della faticosa attuazione della riforma costituzionale del 2001, poteva costituire un vivaio ricco e vitale, oppure quei segnali di cambiamento della direzione del vento, verso un ritorno di spinte e sensibilità accentratrici, avrebbero finito per spegnere le piccole energie del gruppo di docenti e dottorandi che, con qualche temerarietà, si erano avviati su un sentiero che università più blasonate avrebbero fatto fatica a percorrere? E come avrebbero reagito gli studenti?

Nella terra di Urbano Rattazzi (del quale proprio il Dottorato promosse alcune iniziative nel bicentenario della nascita) proporre di riflettere sul “concentramento” e sul “discentramento” poteva non essere sempre agevole …
Gli enti locali risposero positivamente (non erano ancora emerse le difficoltà finanziarie del capoluogo), la Prefettura soprattutto colse nel Dottorato e nella Settimana un luogo ideale per svolgere, sotto il profilo culturale, quel ruolo di promozione e coordinamento delle relazioni tra istituzioni locali che la normativa nazionale le aveva da poco riconosciuto, la Fondazione bancaria non lesinò interesse, alcune realtà importanti dell’imprenditoria non si tirarono indietro, gli Ordini professionali interessati non sono stati insensibili, il Rettorato e i colleghi di Facoltà videro in questa proposta un’occasione di crescita per tutti, la stampa e gli organi di comunicazione intuirono lo sforzo che stava dietro alla proposta, e lo favorirono..
E così la Settimana partì, diventando, insieme ai Convegni nazionali di Diritto sanitario che, dall’autunno 2007, puntualmente concentrano in Alessandria gli studiosi e gli operatori del settore, un appuntamento fisso per decine di studiosi che hanno potuto apprezzare, oltre all’impegno scientifico e didattico di docenti, dottori di ricerca e dottorandi, le qualità enogastronomiche del territorio provinciale, le bellezze artistiche che la nostra città cela, la qualità e serietà delle relazioni istituzionali che qui si praticano. Un appuntamento così radicato che ha potuto resistere ai cambiamenti di università e di impegni di quello che ne fu il principale promotore …
Nel tempo, lo schema della Settimana si è consolidato: un ospite d’onore, al quale si chiede non soltanto di svolgere la prolusione sul tema prescelto, ma di discuterla con i colleghi e con i dottorandi, e altresì di immergersi nella realtà socioeconomica alessandrina partecipando alla riunione serale di uno dei più importanti club di servizio della città; un convegno internazionale, cui fanno da cornice presentazione di libri, seminari ad hoc.
Quest’anno, la Decima settimana vede dieci eventi, con protagonisti tutti i soggetti che ho sinora nominato.
Credo di dovere ringraziare tutti voi per avere consentito di arrivare a questo traguardo.