di Antonietta Fragnito

Abito al numero cinque di una mattina.
Ho appena incrociato madama tristezza.
Già mi ha bucato il cuore.
Trafficanti di sogni reietti
oramai sono i miei pensieri.
Mi invadono
come mercanti in fiera,
come barboni.
Mi hanno sfrattato dalla perfezione.
Mai più ora si schiudono per me
arcobaleni da una bocca all’altra.
Come quando,
le parole mi saziavano più del pane.
Le palpavo succose, fruscianti,
come ciliegie tra i denti.
Le ascoltavo
irriverenti e immacolate,
come orchestre di dio.
Ora che ho prosciugato tutto il senno,
balbetto ancora affannata le parole,
E mi illudo,
come re Mida,
di tramutarle in poesia.