Pubblico la relazione che il poeta e scrittore Biagio Balistreri ha preparato e letto durante la presentazione della mia ultima raccolta di poesie Meditare e sentire – Il Convivio Editore, avvenuta il 19 ottobre 2019 a Villa Piccolo a Capo D’Orlando. A Biagio Balistreri, mio carissimo amico, vanno i miei sinceri ringraziamenti.

ANTONINO SCHIERA Meditare e sentire – Il Convivio Editore

19 Ottobre 2019 Villa Piccolo – Capo D’Orlando

Meditare e Sentire a Capo D'Orlando (15)
Biagio Balistreri, Antonella Ricciardo, Antonino Schiera

Ho affettuosamente seguito il percorso poetico di Antonino Schiera lungo tutti e tre i libri finora pubblicati: Percorsi dell’Anima, Frammenti di colore e l’attuale Meditare e sentire.

Va preliminarmente detto che il principale tema che davvero accomuna i tre libri è quello dell’amore, nelle sue diverse declinazioni: come afferma lo stesso poeta “Io mi limito a riportare in versi ciò che provo: amore sentimentale, fraterno, filiale, verso la natura”. 

Nella raccolta Percorsi dell’anima, l’autore dedicava molto spazio alle riflessioni, espresse principalmente nella forma di aforismi. Nell’ultima raccolta, dopo due pagine iniziali dedicate ai pensieri del poeta, gli aforismi sono invece trasferiti direttamente nella poesia, che assume così una particolare pregnanza riflessiva, rendendosi quindi più universale. Vorrei esemplificare questo processo con la lettura delle chiuse di alcuni brani, dove la riflessione appare più evidente che altrove.

L’omino lasciò il ponticello sul quale si era rifugiato

e ricominciò il cammino verso la vita.

Le prime luci dell’alba indicavano la strada da prendere.

IL CAMMINO

In lontananza il pianto di un bambino 

che diventa solitudine, 

tra i banchi ed i quaderni 

di una scuola di periferia. 

Comincia l’attesa!

DISTACCO

Non nacquero rimpianti, vergogne, né paure:

soltanto il desiderio di accompagnare la mia solitudine alla tua

nel viaggio, irto di ostacoli e contraddizioni…

su, per le vie dell’universo.

PER LE VIE DELL’UNIVERSO

La poesia lo ha liberato.

E se guarda indietro si rattrista.

pensa e scrive, la gioia riacquista.

VALLE

Docile si avvicina il dolore 

contrastato dalla voglia di vivere 

annegato nel sentire quotidiano 

di sorrisi, di doni destinati 

a chi riesce a celare il dolore 

in un semplice travestimento 

da pagliaccio.

AL BUIO

In Percorsi dell’anima, il tema dell’amore si dispiega fra l’osservazione degli elementi e degli eventi naturali, che Schiera giunge a elencare ossessivamente (“Sole, Luna; Terra, Mare; Caldo, Freddo”). Elementi che a volte sono anche contenitori non silenziosi delle tracce dell’uomo, mentre i loro modi di manifestarsi sono continuamente posti in parallelo con i sentimenti e gli accadimenti umani, e con questi si rapportano talvolta con sottile malinconia, talvolta con un sentimento di matura accettazione.

Nella seconda raccolta, Frammenti di colore, trova uno spazio inatteso il tema del bimbo e in particolare del bimbo che nasce – ma che è al contempo anche l’adulto che nella solitudine si ritrova imberbe e, forse, inadeguato – nonché il tema del distacco del bimbo dalla madre, dai genitori, che in realtà appaiono soltanto capaci di guardarlo e attendere che cresca e scopra il senso del dolore. Temi che donano alla raccolta, accanto al contrastato rapporto con la natura, metafora di ogni sentimento, una dolorosa intensità per la consapevolezza che ogni stagione della vita deve fare i conti con l’umana fragilità.

Questo doloroso sentire sembra svanito nell’ultima raccolta, fatta eccezione per la poesia GIOVINEZZA, dove il poeta afferma che “il tempo della giovinezza / sfuma i colori della vita, / li rende più opachi / meno lucenti”. La raccolta appare quasi interamente dedicata ai temi dell’amore, come già detto declinato in tutte le sue varianti, anche familiari, come si riscontra facilmente nelle toccanti poesie Alla nonna e Alessio (a mio figlio mai vissuto)

La riflessione poetica pone l’autore al centro di un universo di relazioni, molto spesso problematiche e poco inclini alla felicità, ma piuttosto votate alla determinazione di una identità complessa. A questo conduce la funzione del “meditare” sulla propria presenza nel mondo, e del “sentire”, sia pure con il carico di sofferenza che questo comporta. In tal senso la stessa terra, evocata essenzialmente in termini di natura nelle precedenti raccolte, qui viene pressoché sempre indicata come “terra madre”, testimoniando lo stretto coinvolgimento dell’io nelle due funzioni del titolo. E quindi, ponendosi al centro di tutto, il poeta può osare: osa, incurante di Giovanni Pascoli, dedicare una poesia alla Notte di San Lorenzo, e poi osa, incurante di Renato Guttuso, dedicarne una alle Balate della Vucciria

Ma tutto questo non gli impedisce istanti di ineffabile dolcezza, come in Al mare d’estate e soprattutto in Treno. Quest’ultimo brano, Treno, mi sembra una delle composizioni più riuscite della raccolta, e condensa in pochi versi proprio l’atmosfera più congeniale per la meditazione e la contemplazione della natura e di se stessi, risolvendosi poi in un sentire finalmente acquietato e sereno.

Anche la forma poetica nel corso delle tre raccolte si è evoluta, divenendo maggiormente attenta e consapevole e, come ha affermato Giovanna Fileccia nella sua recensione, “elegante e ricercata”. Qualche cedimento del passato ad un eccesso di locuzioni prosastiche viene qui risolto in una diversa capacità di sintesi poetica, evitando cadute di ritmo e di musicalità del verso. Si pensi alle irte vie ancheggianti e alle salite che ansimano giustamente citate in prefazione da Francesca Luzzio quali esempi di antropomorfizzazione della natura. È un processo che impegna profondamente il poeta e che certamente non si esaurisce con gli esiti di questa raccolta.

Infatti, noi sappiamo che Antonino Schiera è persona instancabile in tutte le sue attività, compresa quella dello scrivere. E quindi lo attendiamo fiduciosi, a breve, alla prossima pubblicazione.

Biagio Balistreri