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FABIO MARTINI. ROMA

Dopo le elezioni che hanno portato il partito democratico al 18%, e le dimissioni del segretario Matteo Renzi, il partito vive ore di grave crisi interna

Nel grandissimo, ottocentesco studio al Viminale che fu di Giovanni Giolitti e Benito Mussolini, il ministro dell’Interno Marco Minniti parla lentamente, ogni tanto attinge da un foglietto di appunti, ci tiene a calibrare i concetti: «Queste elezioni rappresentano una sconfitta storica per la sinistra.

Il colpo subito dal Pd, con un risultato poco sopra il 18%, diventa ancora più sconvolgente se lo guardiamo da vicino: per la prima volta c’è una drammatica fibrillazione del cuore pulsante della sinistra riformista: Emilia-Romagna, Umbria, Marche, in parte in Toscana.

Tutto questo non era mai accaduto e significa che la fibrillazione del cuore riformista può alludere ad un collasso. Ancora non ci siamo, ma il rischio vero si chiama irrilevanza politica del Pd. Per la prima volta il rischio di non farcela sta diventando consistente». … continua su: http://www.lastampa.it/2018/03/09/italia/speciali/elezioni/2018/politiche/adesso-per-la-prima-volta-il-pd-rischia-di-scomparire-ACv08DkZVIbCiAPhqUvJ4H/pagina.html