Il pane. E le rose? Alessandria: considerazioni sul nuovo bando di refezione scolastica

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by francogavio

https://democraticieriformisti.wordpress.com

di Lodovico Como

Alessandria: Espongo qualche riflessione intorno al bando che si sta discutendo per il rinnovo del contratto di gestione dei servizi di refezione scolastica, a seguito della mobilitazione indetta dalle sigle sindacali preoccupate che al risparmio sulla base di assegnazione del servizio segua una contrazione (o taglio indotto) dell’occupazione.

L’idea che il mercato sia un “ring” in cui gli interessi del cliente/consumatore vengono contrapposti a quelli del lavoratore non mi entusiasma in linea di principio. Che il mercato possa favorire processi di concorrenza che migliorano l’efficienza dei servizi è indubbio, ma vi sono alcune altre condizioni che garantiscono che questo accada. Per esempio una pubblica amministrazione altrettanto efficiente e presente.

A ottobre/novembre gli uffici stavano già predisponendo il bando, risultava.  Ma, nonostante il largo anticipo di cui sopra, siamo a maggio. Quello delle decisioni in emergenza e del dibattito dell’ultimo minuto si conferma un leit motiv ricorrente nella pratica amministrativa, e le procedure di informazione e consultazione promesse a ottobre restano sulla carta della norma, ma non penetrano nella prassi.

Alla richiesta di risparmio occorrerebbe accompagnare quella di una amministrazione un po’ più efficiente e trasparente. Come comunità locali ne guadagneremmo, credo, di più.

Entrando nello specifico del bando e del servizio di refezione propongo tre questioni:

1 – al cliente interessa pagare meno, vero. Ma qual è il punto di rottura, quello oltre cui il risparmio economico diventa scadimento della qualità del servizio?

2 – avevamo analizzato come comitato genitori “auto-organizzato” (in una fase forse confusa ma feconda) il costo del pasto, rilevando omogeneità con città simili ad Alessandria (sia nella formula retta annuale + buoni pasto che buoni pasto comprensivi della retta). Resta da verificare quali sono le cifre garantite per la gestione del servizio. Meglio essere certi che centinaia di migliaia di Euro di “risparmio” (tradotte in 15/20€ a famiglia in un anno?) non costino alla nostra comunità 15 o 20 posti di lavoro persi.

3 – qualche mese fa si erano posti dei punti di riflessione all’amministrazione, come il problema delle rette e dei buoni per i non residenti e una maggiore differenziazione dei costi del buono pasto in base al reddito. Penso che le regole dell’accesso siano un punto più interessante del risparmio tout court, perché intervengono, seppur minimamente, sulla redistribuzione della spesa in capo alle famiglie (il costo del singolo buono) e perché richiamano la nostra città al suo ruolo di “capoluogo” (la prima questione in particolare).

Sarebbe utile quindi capire se in Consiglio Comunale si è aperta, e nel caso come sta procedendo, la revisione del Regolamento mense, magari di pari passo al bando. In sintesi: è giusto chiedere risparmio e contenimento delle spese per le famiglie. Ma “il pane” si tutela anche pretendendo e proteggendo le forme e i luoghi quotidiani della democrazia. Rose non prive di spine, ma pur sempre rose.