Niente da dichiarare, di Mattia Feltri. La Stampa

Buongiorno MATTIA FELTRI

È stato detto, con approssimazione in difetto, che l’appartenenza a destra e sinistra è puramente dichiarativa. Uno dice sono di destra e tanto basta, o sono di sinistra e idem, poi dietro non c’è nulla, una storia, un ragionamento, una conseguenza.

Del resto destra e sinistra non sono più tesi e antitesi, lo si è detto mille volte, tesi e antitesi sono sistema e antisistema, e la nascita del governo Lega-Cinque Stelle avrebbe una coerenza irraggiungibile da qualsiasi altra alleanza.  

E quanto ha diviso Salvini e Di Maio sarà ricomponibile in modalità puramente dichiarativa, secondo lo schema Toninelli, per cui la flat tax era una flop tax prima delle elezioni, e un’ottima idea subito dopo.

Ieri, per esempio, Di Maio ha dichiarato che non c’è nessun veto su Berlusconi, dopo anni di veti su Berlusconi, di modo che Salvini dichiarasse che la coalizione di centrodestra resta intatta, intanto che si divide, così come aveva dichiarato mai più con Berlusconi, per poi dichiarare sempre con Berlusconi, e infine andarsene da Berlusconi dichiarando di restare però un po’ con Berlusconi.  

Qualsiasi atto è puramente dichiarativo, e non è prassi esclusiva di leghisti e cinque stelle, è la via di fuga collettiva perché semplicemente funziona. Da decenni. Abbiamo visto comunisti diventare post comunisti e fascisti diventare ex fascisti in forza puramente dichiarativa.

E hanno vinto loro, gli è stata sufficiente l’autodichiarazione, per cui va benissimo, è perfetto se nasce questo governo di ex nemici dichiarati che si dichiarano amore.