L’albergo, di Antonietta Fragnito

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Abitai alcuni giorni
la stanza numero 127
in obbligo alle programmate vacanze.
Era proprio la camera che avevo immaginato
col dépliant provvisorio
nel senso di provvisorietà.
Uno spaccato onirico di decoro finto
come il fiore finto nel vaso.
Mio malgrado dovetti abitare quella camera guardinga
col mio timido bagaglio
e la penitente moquette ai piedi .
In alto
un trancio di tv.
Di fianco
la monotona retorica del romanzo.
Ai tavoli
al buffet
turisti in serie.
Sconosciuti dal cenno della testa automatico.
Che fortuna in quel frangente
essere la signora tal dei tali.
Una come tante.
Una fuggevole diapositiva.

foto: http://www.parkhotelaicappuccini.it/