Momenti di poesia. IL CAVALIERE ERRANTE, di Fina D’Ignoti

IL CAVALIERE ERRANTE
Sette nodi di paglia ho sotterrato
che il cuor mio al tuo venga legato.
Ho messo a bollire acqua di rose
ho unito olio di mimose,
sfumando col vino della botte
di quell’annata che rimasta è nella storia.
Ho atteso che suonasse la campana
che nel giardino fiorisse il gelsomino , e
sui dolci pendii il ciclamino.
Con le mani poste a conca ho raccolto,
della dolce onda la sua spuma.

Col tombolo , col fuso ho eseguito
un merletto che sa d’antica sposa.
Ho chiamato a me ogni elemento
che conoscesse la luce e l’armonia, e
col coro dei poeti in sintonia
ho composto per te una canzone.
Del giorno abbiamo atteso il suo chiarore, e
Il ritiro della luna stanca e stordita, ma
ho sentito limpida, chiara,
una voce di fanciulla innamorata,
era la mia stessa , anni or sono in uso,
mi dice : attendi che il favor può esser rifuso !
La vedo! Ed è magica visione,
sulla spalla di lui , il suo capo poggia
che le risponde ancora un’altra volta
quelle parole ch’ella ha già sentito:
“non lanciarmi le frecce di Cupido!
Io vado via come cavaliere errante,
mai più tornerò nel tuo sognare,
della tua realtà mai più sarò l’amante. “
FINA