Momenti di poesia. ‘Metrò’, di Luisa Sisti

metropolitana
Nel ritmo delle ore quotidiane
stretta a spirale sul ritmo che divide
il tangibile dalla verità
scorre, annoiata e lenta, la metropolitana.
Luci azzurrine, occhi persi e lontani,
scie di colori e pause senza tempo.
Il suono di un violino
rauco traversa
il convoglio affollato.
Il samba di una terra mai sfiorata,
danze remote di genti mai incontrate ...
Tutto svanisce all'ultima fermata.
Restano ignoti vita e corpi
muti, sfuggenti nella normalità vestita
di linee e di colori inconsistenti.
Tra un braccio ed un profilo estranei,
riappare, a un tratto, il volto di un'amica.
E' morta da anni.
Per un istante torna sorridente
a indicarci qualcosa
o più semplicemente
a distanziarci dal nulla.
E' solo un soffio.
E' così che ogni giorno
migliaia di visioni traversano leggere
le porte del metrò: alcune vere,
altre più reali del sogno.
Accompagnato
dalla nenia del binario,
il treno si allontana.
E noi, corporee figure del destino,
artefici del quadrante vuoto
di una vita qualunque
ci rinfreschiamo, nel caldo estivo cittadino,
con un sorso dolciastro
di menta, orzata e gocce di veleno.

Tratta da "Il velo di Calypso" (2019)