SEMPRE CONTINUA, di Franceschini Ivaldo

SEMPRE CONTINUA

Pene d’amore vanno a svelare
timore del tempo che incalza
in rotta con tutta l’orbita vitale.

Sofferenze d’amore che volano
oltre la memoria, violano ricordi
che configurano solo rimpianti.

Pene d’amore che cantano
dolci melodie e violini tzigani,
che scrivono fogli già scritti.

Pene d’amore, musica sorda
per chi non accetta silenzi
presagi di amori finiti,
perduti di ricerche e voglie,
per non masticare amaro
di fine che non ha pagine.

Chi caparbio combatte se stesso
che crede convinto che l’amore
abbia verso che non prevale
anche rivolto a chi gira la testa.

Pene d’’amore di poeti e navigatori
che si perdono dietro struggenti versi
scritti con lacrime versate in pretesa;
in maree senza lune amiche
che la rotta è facile smarrire.

Sofferenze d’amore così forti
che tarpano desideri come ali;
non aiutano a sorvolare cieli
che concedono grazie dall’Alto
se si cercano orizzonti di luce!

Senza sapere quante pene
saranno a conficcare chiodi
si rimane sospesi oltre le nuvole,
oltre quel cielo che svuota risorse,
che impoverisce idee fragili
di menti ormai sgombre.

Pene che sgretolano cuori
fermando battiti e sospiri,
come tempesta che sposta
e dopo abbatte alberi.

Pene di fuoco che non spegne,
che però consuma legna
che è ardore di brace d’amore. .
Pene come profumi che aprono
aria alla ricerca di sensazioni
ma che infrangono vetri riflessi
che non sono cristalli di perle,
che esaudiscono desideri,
che non trovano orizzonti verdi,
che inducono di rinunciare voli,
che più non proiettano oltre!

Da qui cori alla natura
di chi le pene non vuole,
richieste giocano in musica
per come riconoscere suoni
come voci che stridono.
Bello poter aleggiare gli amori
senza mai incontrare divieti
così che in simbiosi col cuore
non si perdano oltre le stelle,
non chiudano ali nel volo
che sempre continua sempre!

I.F.