Momenti di poesia. Un goccio d’anima, di Yuleisy Cruz Lezcano
Un goccio d’anima
Difficile scrivere della sofferenza
quando la sofferenza soffre il buio
di un corpo accanto alla luce.
Madre, ho cantato
alla sofferenza che conduce
a quel che muore
di morte lontana.
Ti ho immaginata vigile e sana,
seduta al portico del presente sguardo.
Ho sperato nel sasso del traguardo
il filo rigido piegato agli eventi.
I tuoi occhi pieni di lacrime,
di silenziosi lamenti
nulla rispondono,
sono andati,
chissà dove sono andati?
Sono il rumore di perdoni scordati,
rumori di fuga attraversati
dalla notte dei corpi.
Notte affamata, entra nella morte
con gli occhi aperti,
crea nella coscienza deserti
e poi se ne va,
come se non fosse successo niente.
Corre indietro il mio vestito insistente
con la stessa impazienza
che avevo da bambina,
cerca il passato, ma non sa dove va,
cerca una mano alla mano vicina.
Con la memoria di un bacio apparente,
chiudo gli occhi, come bambina persa
che stringe il talismano della buona sorte
e prego a quel respiratore
che ti allontana della morte
di soffiare nel tuo corpo
un goccio d’anima che parli
come la vita parla.