Chiesa_di_Santa_Maria_del_Parto_a_Mergellina_1-1

Alla fine del lungomare di Mergellina, salendo tre strette rampe di scale, si giunge ad un piazzale da cui si gode una vista spettacolare sul golfo di Napoli e su cui si affaccia il sagrato della chiesa di Santa Maria del Parto, dove riposano le spoglie di Jacopo Sannazaro.

Fu il poeta a volerne l’edificazione nel 1504, su un terreno che gli fu donato da re Federico d’Aragona e su cui sorgeva già una villa, nella quale il Sannazaro visse, mentre componeva il poema “De partus Virginis” e che ha dato il nome alla chiesa.

Nelle intenzioni del Sannazaro, sarebbe dovuta restare, probabilmente, una cappella privata, ma divenne ben presto un luogo di culto e di preghiera per le donne incinte o che desideravano un figlio. Ancora oggi, il 25 di ogni mese, si prega per le mamme in attesa e per le donne che vorrebbero diventarlo

Conoscevo il culto di Santa Maria Francesca delle cinque piaghe, ma non avevo mai sentito parlare di questa chiesa.

L’ho conosciuta attraverso il racconto di Pino Imperatore, nel suo libro “Aglio, olio e assassino“, che mi è piaciuto molto anche per le ambientazioni.

Nella chiesa di Santa Maria del Parto si reca ogni mese nonno Ciccio Vitiello, per mantenere fede al voto fatto dalla moglie, ormai defunta e, grazie al quale, è nato il suo adorato figlio Peppe “Braciola”.

Ed è nella stessa chiesa che l’Arcangelo, il serial killer, trae ispirazione per il suoi omicidi, guardando il quadro di San Michele che scaccia il demonio, dipinto da Leonardo da Pistoia.

Oltre al dipinto, a cui è legata la leggenda del diavolo di Mergellina, la chiesa ospita un presepe con statue lignee, andato in parte perduto, purtroppo, scolpito nel XVI secolo da Giovanni da Nola, le statue di San Jacopo e di San Nazario e il sepolcro del Sannazaro realizzati da Giovanni Angelo Montorsoli e Bartolomeo Ammannati

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