20171220_2124512083220242

Alessandria, di Lia Tommi

Ognuna di loro ricorda quando è  arrivata quella convocazione.  Ricorda la gioia di  poter lavorare, di fare quel lavoro di insegnante che tanto ama e in cui mette tanta passione. Ma ricorda anche quanto si è sentita sconcertata quando ha letto DOVE sarebbero avvenute le nomine, o dove già  era assegnata.

Il nome di quella città di provincia, nella Pianura Padana, nota per le sue nebbie :  Alessandria. Ricorda i dubbi, le incertezze, le paure, le lunghe discussioni con i familiari per organizzare  tutto in vista di un’eventuale decisione,  E poi la scelta di partire, per non perdere  questa occasione. La vita che improvvisamente si interrompe,  i progetti lasciati in un angolo, rimandati, gli interessi abbandonati.  Un bagaglio da preparare, cercando di pensare a tutto. Una sistemazione da trovare, adatta a una donna sola.

Non troppo costosa, non troppo periferica. E poi la partenza,  gli affetti da salutare, le lacrime  da inghiottire, le paure e le speranze. Il senso di solitudine, che ti assale anche se sei una donna forte  e abituata  ai sacrifici. E poi la città  sconosciuta si rivela, la scuola  sconosciuta  si rivela e i bambini e i colleghi  rivelano il loro volto.

Scoprire che ci sono altre nella tua stessa situazione,  trovare solidarietà e poi affetto,  perché  insieme si può  sopravvivere. E piano piano diventare con loro come una famiglia, qui al nord, e condividere  gioie e problemi. Trovare  anche qualche collega  del posto, che ti capisce  e ti offre un sorriso,  una mano, un affetto disinteressato.

E il tuo cuore violentato ritrova un po’ di  calore,  in attesa che arrivi il prossimo  weekend  lungo  per correre a casa.

Ma soprattutto  aspettare il Natale,  quelle due settimane in cui riprendere con un po’ di calma il filo del discorso della tua vita, la tua casa, i tuoi affetti di sempre, da cui sei stata sradicata.

Natale sta arrivando e il vostro bagaglio è quasi pronto, i piedi scalpitano, il cuore attende. Abbiamo mangiato una pizza insieme per farci gli auguri, perché ci vogliamo bene, ma non vedo l’ora di potervi pensare a casa vostra, dove è  giusto che siate, col sole sul viso e dentro di voi. Buon Natale, buon viaggio,  mie care.