Dalla mia pagina FB ” Arte in cornice”

Parlare di Salvador Dalì non è assolutamente facile, ma non posso non nominarlo vista la passione che ho sempre avuto nelle sue vaste e artificiose opere pittoriche e scultoree. Era l’anno 1978 raggiungevo per la prima volta la mia città preferita, Parigi, per trascorrere un piccolo periodo di vacanze. Nel “giovanissimo” Centre Pompideau, esponeva il grande Dalì, un’estemporanea a tutto volume, ovvero tutto il Centre era a sua disposizione, non potei mancare di visitarlo e ne rimasi colpito! E da allora, ho sempre più cercato di approfondire, se non altro visivamente, a conoscere le sue opere e oggi vi voglio parlare di questa stupenda Madonna nelle due versioni che sono state eseguite a distanza di solo un anno, la prima del 1949 e l’altra nel 1950.

Madonna di Port Lligat (anno 1949)
L’opera rientra nell’innovazione artistica del maestro, è in una nuova fase, infatti si può dire che è la prima volta che tratta soggetti religiosi, in quanto è un momento in cui si trova vicino alla tradizione della Chiesa Cattolica al punto che viene pure ricevuto in udienza presso papa Pio XII al quale poi presentò la nuova versione del dipinto per averne la sua approvazione.
E’ lampante l’ispirazione di Dalì con la Pala di Brera di Piero della Francesca, basti notare la conchiglia e luovo ( che pendono al di sopra della testa della Vergine) che lui traduce rivoltando la prima, l’uovo che simbolicamente rappresenta il simbolo della nascita ma anche del mistero che avvolge la vita, e l’artista lo userà spesso nei suoi poi futuri quadri, quasi identiche alla Pala le colonne e la gestualità stessa della Madonna. Sullo sfondo, tipico delle sue opere visto l’attaccamento personale che ne ha sempre avuto, il porto di Lligat, che poi altresì non è che il suo luogo di nascita.
Attraggono la visuale le molteplici cose che fluttano nell’aria senza sostentamento attratte, pare, da misteriose forze, come nuclei di un atomo, e infatti questi soggetti non sono casuali, Dalì era impressionato dal concetto di scissione dell’atomo e in molti suo poi seguenti lavori si noterà la messa in evidena del terrore che lo assale sapendo della notizia dell’esplosione della bomba atomica. Un tentativo, vano, di comprendere le cose per poterle dominare.

Madonna di Port Lligat (anno 1950)

In questa versione si possono notare moltissime differenze sostanziali. La Madonna seduta,con il capo leggermente chino verso sinistra e con le mani giute , un gentile ritratto della moglie Gala, con il Cristo bambino, biondo e con gli occhi azzurri, ideale di bellezza nordica, a rappresentare il frutto dell’amore e di Dio.
Al centro del quadro, sul corpo del bambino, un pane, dove convergono tutte le linee di prospettiva da venirne catturati ammirandolo.
Lo sfondo non è cambiato, è lo stesso porto di Lligat.
Il tutto, comprese le varie figure, come il pesce (tipico dei quadri daliniani) la rosa , la conchiglia ecc. sospesi in un nulla di cui abbiamo già parlato nel precedente.

Due opere assolutamente straordinarie e complesse ma che danno a chi le ammira, un senso di fede e di religiosità non comuni, diverso e originale dalle iconografie di cui siamo abituati.

Roberto Busembai (errebi)

Immagini web : Madonna di Port Lligat del 1949 e del 1950 (Salvador Dalì) e Pala dell’altare di Brera (Piero della Francesca)