finta

di V.R.

Abbiamo tanto da dirci
-da non dirci-
da scrivere milioni di poesie e racconti.
Dove per te, un giorno,
sono un fiore
e tu un drago.
Poi, un altro, diventi un pirata,
ed io l’onda che sconquassa il mare.
Un giorno siamo amici,
un giorno ci uccidiamo.
Un giorno siamo amanti
mentre l’altro scappiamo.
E oggi chi sarai per me, mio poeta?
Tu sarai un gabbiano dalle ali grandi:
così maestoso, ma non lo sai.
Ti senti goffo mentre nutri amore per lei;
quella piccola anatra che sta sul bordo dello stagno.


Guarda i cigni e piange per il suo aspetto.
Guarda il cielo che non potrà mai toccare
e ti cerca con i suoi pensieri silenziosi al mondo.
Ogni giorno alla stessa ora,
lei ti cerca e vi trovate.
Voi non lo sapete, dolci piume,
che vi amate entrambi.
Troppo lontani per saperlo,
a distanza di sguardi da cui è impossibile parlare.
Un’anatra e un gabbiano,
così diversi, ma così simili.
Che non sanno fare altra cosa che amare.
E oggi chi sarò per te, mio poeta?
E domani chi sarai nel mio prossimo racconto?
Ogni forma può mutare giorno dopo giorno,
mentre il nostro nome non varia.
A legarci c’è la distanza
e ogni parola scritta,
come quella che leggerai anche oggi,
in questa mia ennesima finta poesia.

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