mamma

Le FAVOLE di ROSA

“ MAMMA CHIOCCIA E I SUOI PULCINI “
Dovete sapere che, lontano dalla città, in campagna, dove ci sono tanti prati verdi e tanti papaveri , c’è la grande fattoria di Cesco il contadino.
Come ogni mattina apre il pollaio e lascia uscire il Papà gallo, che appena é fuori lancia tre volte il suo “ chicchirichì ” maestoso e nero come il carbone,e con la sua coda che ha lunghe piume variopinte, é sempre impettito e battagliero.
Esce anche Mamma chioccia, tutta bianca e ben grassottella, ma sempre attenta ai suoi pulcini, che curiosi di esplorare l’aia vanno correndo di qua e di là, raspando e scavando il terreno,cercando lombrichi da spartirsi, e semi da becchettare, ma le fanno girare la testa come una trottola.
C’é tra tutti i suoi pulcini bianchi, un pulcino di nome Nerino , che é sempre con la testa tra le nuvole, con il suo “ pio,pio,pio” chiede aiuto ai suoi fratellini perché é piccolino e fragile, non riesce mai a stare dietro a loro che lo sorvegliano e lo proteggono.


Ogni volta Mamma chioccia, li richiama, dicendo loro “miei pulcini venite che vi faccio le coccole “ e li richiama con il suo “co-co-co restate vicino a me”,e li mette sotto le sue ali proteggendoli, ma c’é sempre chi non sta ad ascoltare, e disubbidisce.
Un giorno il piccolo pulcino Nerino si era allontanato, correndo dietro a una lucertolina verde, voleva prenderla e portarla a Mamma chioccia per farle un regalo.Corri di qua, corri di là, il pulcino Nerino si perse tra l’erba alta, incominciò a girare, e più andava avanti, più vedeva strane cose, mai viste.
Incontrò un topino di campagna tutto grigio, aveva dei piccoli occhietti vispi dietro un paio di spessi occhiali più grandi di lui, e Nerino curioso di incontrare un personaggio così strano, gli chiese chi fosse, al ché il topino gli rispose “ sono il professore Musagno e sono un saccente”.Con calma spiegò al pulcino disorientato, che si era perso e non riusciva più a ritrovare la strada di casa, come tornare dalla sua Mamma chioccia.“Prendi il viottolo alla tua sinistra, vai avanti dieci passi,poi gira a destra, e rifai dieci passi, poi gira a sinistra e cammina cammina, troverai un piccolo stagno, attraversalo a nuoto e sarai arrivato.”Il piccolo Nerino salutò il saccente Musagno, e s’incamminò, camminò e camminò,arrivato allo stagno entrò in acqua e nuotò,e alla fine si ritrovò davanti il più grande prato verde del mondo, e vide tanti ma tanti bambini, che cercavano qualcosa nell’erba, e ogni tanto lo trovavano, e riempivano i loro bei cestini di vimini che avevano per le mani.
Il nonno Cesco, aveva detto loro che le campane suonando perché era la festa della Santa Pasqua avevano seminato nel prato le uova di cioccolato, per far piacere ai piccoli nipotini . Nerino, avvicinandosi ai bimbi, attirò col suo pio,pio,pio l’attenzione di una bella bimba dai lunghi capelli biondi, che vedendolo si chinò e lo raccolse nelle sue mani e lo
teneva vicino al suo petto, ma Nerino sentiva battere forte forte il suo cuoricino,aveva paura, ma cercava di non farlo vedere. La bimba, lo accarezzava dolcemente e gli sussurrava paroline dolci e delicate, e lentamente Nerino si lasciò cullare da quelle
piccole e delicate mani , e si addormentò.
La bimba correndo torno alla fattoria da suo nonno Cesco, gli mostrò quel piccolo pulcino nero, e lo pregò di tenerlo sempre con lui, e di proteggerlo. Nonno Cesco che si
era accorto della sua assenza, lo portò direttamente da Mamma chioccia, che vedendolo incominciò a brontolare : <<“co,co,co, bricconcello, dove sei andato”>>, Nerino pio,pio,pio,
vedendo la sua Mamma chioccia si rifugiò sotto le sue ali protettrici, le chiese perdono per averla fatta inquietare, e sentendolo i suoi fratellini, felici accorsero a festeggiarlo…

di Rosa Cozzi

da Ci sono ancora le favole

DL.1941/633