Commercianti ‘mendicanti’ ad Alessandria? Un altro caso tutto da studiare…

di Enrico Sozzetti https://160caratteri.wordpress.com/

Alessandria: Giornalismo alessandrino scatenato dopo una dichiarazione del primo cittadino, rilasciata durante la presentazione della Festa di Aprile che andrà in scena al 5 al 7 aprile al quartiere Cristo di Alessandria (i residenti della Circoscrizione sud sono circa venticinquemila, di poco superiori a quelli del centro storico del capoluogo).

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«Sono contento e orgoglioso – ha detto il sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco – perché le varie realtà del quartiere Cristo hanno dimostrato di auto organizzarsi senza venire a mendicare nulla. Auguro che sia da esempio per altre realtà del territorio» racconta Radio Gold. Parole che hanno colpito l’Ascom (Associazione commercianti – Confcommercio) che, come sempre ormai avviene, ha affidato all’immancabile post su Facebook un commento al vetriolo, parlando di «uno ‘scivolone’ inaccettabile».

Quindi si legge: «Ci chiediamo dunque, e con noi le decine di colleghi del centro, di Spinetta e degli altri quartieri che ci hanno chiamato e scritto in queste ore, quali siano le realtà del territorio che vanno a mendicare qualcosa e ci stupiamo di come il Sindaco, nel commentare un evento positivo per un quartiere (ma anche per tutta la città) abbia bisogno di porre l’accento su una differenziazione negativa, invece di sottolineare quanto di positivo fanno i commercianti del Cristo (cosa che peraltro il primo cittadino ha ripetuto più volte insieme ai colleghi della giunta municipale, ndr).

Sono anni che la nostra associazione, insieme ai tanti soci (sparsi per tutto il territorio comunale, frazioni incluse), cerca di lavorare affinché il tessuto commerciale urbano sia considerato come un corpo unico, laddove il centro è il cuore pulsante e gli altri quartieri gli organi vitali, ritenendo, come nel corpo umano, che ogni singola parte sia fondamentale alla sopravvivenza del tutto.

Ci sembra dunque superfluo e offensivo, in questa occasione, dover elencare le tante iniziative, anche auto-tassate, che commercianti ed operatori di molte altre zone della città, a partire dal centro, hanno posto in essere in questi anni. E infatti non lo faremo, per non alimentare una inutile competizione ‘interna’ che non ha ragione d’essere nemmeno pensata, non solo esternata.

A chi organizza con passione e competenza manifestazioni ed eventi al Cristo, come in ogni altra parte della città, auguriamo i migliori successi ed offriamo, come consueto, tutto il nostro appoggio e la nostra collaborazione, a chi ci amministra chiediamo di unire e non dividere, perché per elogiare una parte, non è necessario denigrarne altre». E la polemica ha cominciato a riempire paginate, cui sicuramente seguiranno altre.

Perché reagire in questo modo? Perché sentirsi tirati in ballo? Tipica vicenda di provincia? Certamente. Ma che merita una riflessione perché nell’uscita del primo cittadino si legge, senza eccessiva mediazione, lo sfogo di chi, come succede in tutti i Comuni di Italia, viene assediato quotidianamente dalle richieste più disparate: chi vuole una casa, un lavoro, un aumento di stipendio, un colore diverso per la facciata del palazzo in cui abita, un posto migliore a scuola per il figlio e compagnia cantando. L’importante è che siano richieste che non hanno a che fare con le competenze comunali.

La stessa amministrazione finita nel mirino è peraltro quella che in passato ha compiuti azioni concreti a sostegno delle organizzazioni. Basta scorrere gli ‘Atti di concessione’ di Palazzo Rosso per ritrovare alcuni dei contributi alle associazioni di categoria. Nel 2018 all’Ascom – Confcommercio sono stati erogati 12.500 euro per la “realizzazione degli eventi di animazione per la rivitalizzazione delle zone commerciali del centro città per il periodo delle festività natalizie” e altri 10.000 euro per ‘Aperto per Cultura’.

Nel 2017 i contributi sono stati 4.500 euro per la ‘Festa del ponte 1 – 2 giugno’ e 10.000 euro per le iniziativa natalizie. Nel 2016 gli euro sono stati 40.000 per l’organizzazione di “iniziative integrate per la riqualificazione del centro cittadino (erogazione alla società Mts Srl – Monferrato Turismo e Servizi – dell’Ascom)”, 5.000 euro per il progetto ‘Se scappi ti vedo’ per l’installazione di impianti di sorveglianza per gli esercizi commerciali e 8.000 euro per la manifestazione ‘Un teatro di Eccellenze’. La Confesercenti di Alessandria nel 2018 ha beneficiato di 12.500 euro per gli eventi natalizi e nel 2017 di 10.000 euro, sempre per le iniziative natalizie. Tanto? Poco? Come sempre tutto è relativo. Comunque i contributi ci sono stati.

Certo, il Comune deve assicurare tutti i servizi pubblici necessari. Ci mancherebbe. Le strade devono essere pulite, la gestione dei rifiuti puntuale, l’illuminazione sempre migliorata, il controllo del territorio garantito, la pianificazione urbana la più equilibrata possibile a partire da parcheggi e aree di sviluppo e senza dimenticare i trasporti. Ma una cosa una pubblica amministrazione non può fare: obbligare un cliente a entrare in un negozio.

Non è infatti sempre colpa della crisi o del Comune se molti esercizi commerciali abbassano la saracinesca. Ci sono storie di impresa che arrivano alla naturale conclusione, c’è chi decide di smettere e basta, c’è chi ha sbagliato la gestione d’impresa ed è fuori mercato da così tanto tempo che non gli resta altro da fare. Ci sono i centri commerciali? Sì. E anche tanti. E sono numerosi anche al Cristo, dove il commercio di vicinato invece cresce e diversifica l’offerta.

Purtroppo ad Alessandria è ancora abbastanza radicata la mentalità di una volta, quando un nome storico era sinonimo automatico di qualità e il commerciante restava seduto dietro al banco accogliendo l’ininterrotto afflusso di clienti. Poi il mondo è cambiato, è diventato ferocemente competitivo e il cliente si deve conquistare ogni giorno. Non sarà cambiato sempre in meglio, ma è cambiato. Bisogna farsene una ragione.