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A Novi Ligure nel 1860 da Stefano Pernigotti apre una drogheria, e qualche anno dopo, nel 1868,  con il figlio, la trasforma in una fabbrica, che, per oltre un secolo è stata nell’immaginario collettivo sinonimo di qualità nel settore alimentare dei dolciumi, soprattutto, “il cioccolato si identificava con la Pernigotti”.

Dal luglio 2013 l’azienda viene ceduta dalla famiglia Averna al gruppo turco appartenente alla famiglia Toksöz, attivo nel dolciario, nel farmaceutico e nel settore energetico, e ora si parla di spostare la produzione all’estero.

Sono ancora attivi nello stabilimento, tra produzione, amministrazione e vendita, circa duecento dipendenti, si parla di ridurli almeno a cento.

Domani, davanti ai cancelli per un presidio, oltre a sindacati e lavoratori, ci sarà anche il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, che deve affrontare un’altra situazione di emergenza dopo quella dell’Ilva.

La città si sta mobilitando per trattenere un’azienda, un marchio, un nome, oltre a salvaguardare posti di lavoro in una zona dove la crisi economica si fa già sentire molto.