E fu per me l’amore, di Maurizio Donte

E fu per me l’amore un dolce fuoco,
un sole nato, un raggio di mattina,
un segno dato al cuore, oppure un gioco,
prima che scenda tenebra e rovina.

Non sono altro ormai che un suono fioco,
un’onda che alla riva s’avvicina:
un vecchio che non vive se non poco,
la luce nella sera che declina.

Un canto nato e morto in un momento,
un’anima percossa da uragani;
un vento che non sai da dove viene

è il tempo ch’é passato e che non tiene,
ma corre attraversando le tue mani,
senza dire nient’altro che: mi pento.