Un ringraziamento a Legambiente per il convegno sui PFAS collegati alla ex Ausimont di Spinetta Marengo

Pier Luigi Cavalchini 22/01/2019

Mai come in questa occasione (con un sano esercizio di Umiltà)

“Deprimit elatoslevat Alexandria stratos“. Alessandria umilia i superbi ed esalta gli umili. (a chiare lettere sullo stemma duecentesco della città)

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Sì. Proprio  un sentito grazie per la completezza dell’informazione e per la pacatezza con cui si sono svolti tutti gli interventi.

Si è discusso di problemi ambientali, soprattutto di prodotti collegati alla grande area  industriale – chimica di Spinetta Marengo (Alessandria) . In particolare ci si è confrontati sui PFAS. Queste  sostanze PerFluoroAlchiliche (Pfas) sono state utilizzate in campo industriale  nel Polo Chimico ex Ausimont per molti anni; si sono, purtroppo, propagate nell’ambiente e nelle falde acquifere defluendo attraverso la Bormida e il Tanaro fino ad inquinare le acque del Po.

Sono arrivate – con dati inoppugnabili – anche ai prodotti alimentari e al corpo delle persone; infatti sono presenti nel sangue dei lavoratori del Polo Chimico e presumibilmente dei cittadini spinettesi e del territorio alessandrino. Le sostanze perfluoroalchiliche, tra l’altro, sono indiziate di interferire con il sistema endocrino e di essere cancerogene.

Nel Veneto si è sollevata una grande preoccupazione per gli effetti sulla salute degli Pfas a causa dell’inquinamento presente in quelle zone. Per questi motivi Legambiente, Pro Natura e Movimento di lotta per la salute “Giulio A. Maccacaro” hanno organizzato  l’incontro pubblico che si è tenuto lo scorso  venerdì 18 gennaio all’ex Taglieria del Pelo in via Wagner 38/D. coordinato da Michela Sericano di Legambiente Ovadese e Valle Stura.

Come è noto sono stati invitati ad intervenire Fabio Dovana, presidente Legambiente Piemonte VdA,  Vincenzo Cordiano, presidente Isde del Veneto, Piergiorgio Boscagin, presidente Legambiente di Cologna Veneta Lino Balza, per Movimento di lotta per la salute “Giulio A. Maccacaro”, Claudio Lombardi, già assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria, Gian Piero Godio, per Legambiente e Pro Natura Piemonte rappresentanti istituzionali di Comune, Provincia, Regione, Asl, Arpa, Giorgio Zampetti, direttore di Legambiente nazionale. Tutti presenti i rappresentanti delle associazioni, unico presente delle Istituzioni il dott. Maffiotti dell’ARPA di Alessandria.

Viene segnalata da un po’ tutti gli interventi la necessità di arrivare nel più tempo possibile ad una legislazione, ora carente, in riferimento ai “PFAS” . Il disastro ambientale, così è stato definito dal dott. Vincenzo Cordiano, presidente Isde del Veneto , ha già riguardato quasi mezzo milione di cittadini veneti, soprattutto della provincia di Vicenza. E sta, come ribadito in più occasioni nel corso della serata, diventando un problema grave anche per il territorio alessandrino.

Prima di passare, però, alla disanima dettagliata di cosa siano, di quali problemi pongano e di come ci si sta organizzando per “contenerli”, qualche annotazione di contorno.

Ottima la gestione della dott.ssa Sericano che, giustamente, ha dato spazio a tutti gli interventi di peso, parecchi, che si sono alternati nel corso della serata. Interessante in dibattito che si è aperto sulle “soglie ammissibili” dei PFAS, elementi non presenti in natura e di origine esclusivamente chimica. La tendenzialità andrebbe allo zero, quindi alla loro totale eliminazione, ma – come si è capito – i tempi saranno lunghi. Per la verità si è già provveduto con un surrogato (CH4O6) che comunque pone problemi. Importante – su tutta la questione – la comunicazione di un insolitamente pacato Lino Balza che ha spiegato quanto si sia battuto (con Medicina Democratica) su questo tema. Sia con denunce pubbliche, sia con esposti. Alla fine, ancora una volta, ha avuto ragione e la soddisfazione più grande è stata quando – nel 2013 – si sono cominciati ad usare prodotti alternativi ai “perfluoroalchemici”. Ma il tono era pacato e chiedeva, sostanzialmente, attenzione al problema  ed una revisione dei sistemi di ricerca del prodotto. I parametri attuali, come si può vedere dalla relazione – proprio del 2013 – dell’ARPA alessandrina, sono sostanzialmente in linea con le normative vigenti, soprattutto su questi prodotti. Le preoccupazioni potrebbero venire da altri, e per chi ha la pazienza di leggere il documento n. 3, quello a firma ARPA, risulteranno chiari tutti i dati, sia in negativo che in positivo.

Bello e coinvolgente anche il confronto fra il punto di vista di Lino Balza / Medicina Democratica (documento 1) e il Comune di Alessandria (doc. n 2), che sulla stessa materia, esaminando gli stessi fatti nei medesimi periodi arriva a considerazioni opposte. Il primo si attesta su una dura protesta, aggravata dalla “levità” delle pene comminate nel recente processo agli – ormai – conclamati responsabili del “disastro ambientale” che ha avuto pesanti conseguenze per dipendenti, abitanti del sobborgo e per la stessa organizzazione della fabbrica. Il secondo, più cauto e garantista. E sul “passaggio” di Balza riguardante i danni all’azienda….ricordiamo, che è diminuita dai 2.400 dipendenti a fine anni Settanta dello scorso secolo agli attuali ottocento scarsi.

Fondamentali, poi, alcuni altri interventi che hanno caratterizzato la serata. L’ing. Claudio Lombardi, già assessore all’Ambiente con la Giunta di Rita Rossa, ha ricordato quanto ha fatto il Comune sotto il suo coordinamento. Almeno per quanto riguarda l’impianto chimico. In particolare per il sistema totalmente indipendente – ora – di controllo e verifica, basato su indicatori “terzi” e, soprattutto, su analisti indipendenti. Si è capito che ha lavorato molto, anche se si è lamentato per la poca collaborazione di alcuni dirigenti del Comune di Alessandria che, evidentemente, si aspettava più solerti. A chi ha fatto parte della Consulta Comunale del Volontariato (con le associazioni ambientali) non è sfuggito il punto secondo cui “proprio grazie all’aiuto delle associazioni stesse” si è potuto dare più forza agli organi di controllo, ARPA e ASL in primis.

Ed è proprio con un riferimento all’intervento del dott. Maffiotti che concludiamo questa prima parte. Lucido, preciso, legato ai dati – peraltro esattamente in sintonia con quelli presentati da Gianpiero Godio di Legambiente e dagli a altri tecnici ed ambientalisti– assolutamente dialogante e disposto al confronto. Una “chicca” in questo mare di incompetenti ,  sfaccendati o – peggio, così come segnalato da Lombardi – di ignavi poco propensi alle responsabilità vere. I dettagli del suo intervento sono – in sostanza – nel documento riportato qui sotto di ARPA Alessandria.

Comunque, tornando al motivo del contendere, grazie alle iniziative delle associazioni di tutela dei consumatori e, soprattutto, di Legambiente Veneto, si è riusciti nell’intento di cambiare una situazione che stava diventando pericolosa. Il coinvolgimento, a partire dal 2013, è stato veramente complessivo: dal livello decisionale romano, a quello europeo, scalfendo anche le diffidenze del governatore veneto Zaia e di chi minimizzava i fatti.  Lo specifico veneto riguarda la zona circostante l’azienda – ora fallita – MiTeNi, gli scarti accumulati all’interno della fabbrica e, soprattutto gli sversamenti – copiosi e ad elevato rischio – avvenuti in tutti i torrenti e fiumi vicini.

Lo stesso Ministro Costa ha confermato la necessità di un chiarimento a livello UE, ribadendo che il Governo “sta facendo pressione per cercare fondi adeguati e percorsi amministrativi efficaci”. La richiesta è netta: limiti più restrittivi per i PFAS a catena lunga e nessun limite per quelli cosiddetti  “a catena corta”. L’operazione del Ministro pare andare nella direzione giusta visto che pure le Regioni governate da forze politiche ostili a Lega e Cinque Stelle, si sono dimostrate interessate al percorso di revisione.

Tutto ebbe inizio – ci racconta il medico presidente dell’ISDE veneto – con una indagine del CNR che verificò la presenza di ingenti quantita di inquinanti perfluorurati nel quadrante “Fratta-Gorzone”, in buona parte in provincia di Vicenza.

Le indagini si rivolsero subito verso una azienda di Trissino (la “Miteni”) che, notoriamente, utilizzava i prodotti in oggetto. “Ciò che ha preoccupato di più, oltre all’indubbia alterazione del complesso ed eterogeneo ecosistema euganeo, è stata l’accertata influenza di questi prodotti sintetici in alcune gravissime affezioni umane. Il dott. Carlo Foresta dell’Università di Padova ha documentato questi effetti con diversi studi che hanno fatto scalpore. Ma che, in sostanza, si sono dimostrati non solo veritieri ma addirittura al di sotto delle effettive  conseguenze in termini di cancerogenesi e teratogenesi”.  Le parole in corsivo sono del dott. Cordiano.

La Regione Veneto, che due anni fa ha dato il via a uno screening sanitario su 95mila cittadini, da febbraio 2019 sottoporrà le giovani nate dal 1989 al 1998 a un’ecografia alla tiroide per scongiurare la presenza di tumori. Un passo importante che si vorrebbe reiterato anche in altre zone a rischio. E fra queste, sicuramente, il bacino spinettese / alessandrino.

Ma che la vicenda dei veleni nelle acque non fosse solo veneta, lo dimostrava oltre cinque anni fa lo stesso Cnr, indicando nel proprio studio la presenza di questa sostanza chimica anche nei bacini del Po, del Tevere, dell’Adige e dell’Arno.

Ancora notizie sui “perfluoroalchemici”

La contaminazione degli alimenti (secondo vettore degli acidi) rimane una questione tutt’altro che risolta. Per quanto riguarda il Veneto, nell’aprile 2016, l’Istituto superiore di sanità aveva dichiarato le matrici alimentari sicure in base a un parere dell’EFSA (Autorità per la Sicurezza Alimentare Europea) di dieci anni fa. EFSA che però, un mese fa, ha abbassato drasticamente le soglie di Pfas tollerate. Un indirizzo che l’Istituto olandese per l’ambiente e la salute ha deciso di non seguire.

La posizione di “Medicina Democratica”

Ecco il primo documento a cui si faceva riferimento in apertura. E’ di Lino Balza Movimento di lotta per la salute “Giulio A. Maccacaro”, in qualche modo collegato a “Medicina Democratica” di cui Lino è comunque esponente storico.

Bonificare significa togliere dal terreno la massa velenosa che altrimenti continuerà a sciogliersi nella gigantesca falda acquifera sottostante”. Una spesa considerevole anche per azionisti che in dieci anni hanno pur collezionato utili stratosferici.

Quando i belgi nel 2002, al termine di una lunga e complessa contrattazione, hanno comprato lo stabilimento bacato e conveniente, sapevano perfettamente, come tutti, dal primo cittadino all’ultimo operaio, meglio di tutti: come dimostrano la documentazione sequestrata e le intercettazioni telefoniche, sapevano  questa drammatica situazione di inquinamento.

Ecco che, piuttosto che estrarre i veleni dai terreni, piuttosto che estrarre i miliardi dalle loro tasche, hanno ordinato ai propri dirigenti di nascondere discariche e analisi e imbrogliare gli enti pubblici, cioè commettere reati, scientemente, con dolo: proprio come segnano  i capi di imputazione: “avvelenamento doloso delle acque e dolosa omessa bonifica”.

Ecco che poi, nel 2008, scoppiato il bubbone pubblico, avviato il procedimento penale, hanno proposto una bonifica finta, assai meno costosa (dai 2,5 ai 12 milioni, secondo le indiscrezioni di stampa). Hanno subito trovato una sponda giusta in Lorenzo Repetto, allora presidente dell’Amag, per un finto piano di bonifica costoso per gli enti pubblici e inutile: una impossibile “sciacquatura” delle acque avvelenate prelevate dalla falda, come raccogliere con un cucchiaio l’acqua dal lago.

E’ inquietante il ruolo di faccendiere che emerge anche dalle intercettazioni, ma altresì sconcertò la compiacenza del Comune (sindaco Fabbio) a questo “piano Amag” di cui ora tutti ridono (…).  Ora Solvay e alcuni sindacalisti e politici dicono: la vera bonifica non è possibile, costa troppo all’azienda che minaccia di chiudere la fabbrica. “ (1)

La posizione del Comune di Alessandria riguardo allo specifico problema.

Diversa l’analisi fatta in questo secondo documento, che volentieri proponiamo nella sua forma integrale, dal Comune di Alessandria. Niente di particolarmente scandaloso e fuori dai parametri ma un continuo riferimento ai “limiti di soglia non superati”, ai “non abbiamo notizie ufficiali rispetto a questo o quel punto” che lasciano piuttosto perplessi.

“La Conferenza dei Servizi aveva sollecitato fin dal 2011 la documentazione relativa ai risultati delle prove in sito a tutti gli Enti della Conferenza dei Servizi con cadenza semestrale, ipotizzando una tecnica alternativa di bonifica nel caso in cui gli studi in progetto diano esiti non soddisfacenti e presentando in ogni caso, al termine della sperimentazione, il Progetto Operativo di Bonifica dei terreni superficiali contaminati da metalli pesanti e da cromo esavalente.

In riferimento a quanto in argomento, il Comune di Alessandria fa presente che la procedura di bonifica presso il polo chimico ubicato presso il sobborgo di Spinetta Marengo, si è avviata su iniziativa delle ditte in oggetto (Arkema – Cofely – Solvay Solexis  ), insediate presso il polo medesimo, ai sensi dell’art. 9, comma 3 del D.M. n° 471/99 “Interventi ad iniziativa degli interessati”. Le tre ditte hanno infatti provveduto a presentare indipendentemente l’una rispetto all’altra, nel marzo 2001, specifica notifica di potenziale inquinamento, sulla base della quale la Regione Piemonte ha stabilito la decorrenza dei termini per l’obbligo di bonifica.

Le tre ditte hanno quindi trasmesso agli Enti competenti, sempre nel 2001, tre distinti documenti relativi alla caratterizzazione del sito, ognuno per quanto di competenza e relativamente all’area di proprietà di ogni singola ditta.

A seguito di apposito incontro tecnico, svoltosi nel marzo 2003, il Comune di Alessandria, di concerto con Provincia di Alessandria, A.R.P.A. e ASL, ha richiesto alle tre ditte di procedere al coordinamento delle indagini e degli interventi di bonifica e/o messa in sicurezza permanente, per conseguire un’adeguata caratterizzazione della contaminazione ed un’elevata efficacia delle azioni di risanamento delle matrici ambientali compromesse.

In data 30.06.03 è quindi pervenuto all’Amministrazione Comunale il Piano della Caratterizzazione complessivo per l’area industriale degli stabilimenti Atofina Italia S.r.l. (ora Arkema S.r.l.), Edison Termoelettrica S.p.A. (ora Cofathec Emergia S.r.l.) e Solvay Solexis S.p.A.

In base alle risultanze della Conferenza dei Servizi, convocata dal Comune di Alessandria in data 22.09.2003 per esaminare la proposta di Piano della Caratterizzazione complessivo, tale documento è stato approvato dal Comune di Alessandria con D.D. n° 2775 del 13 novembre 2003, contenente anche le prescrizioni avanzate dagli Enti competenti in sede di Conferenza dei Servizi.

Attività integrative di indagine per gli anni 2004-2006

A partire dai primi mesi del 2004, le ditte hanno trasmesso diversa documentazione tecnica riguardante la procedura di bonifica in atto (il cronoprogramma delle attività di indagine inte-grative previste nel Piano della Caratterizzazione complessivo, il documento “Memorandum” e “Stato di avanzamento lavori al 25.05.2004 – Attività integrative di indagine”, la Relazione Tecnica relativa alle attività integrative di indagine previste dal Piano complessivo della Ca-ratterizzazione del sito in oggetto), di volta in volta opportunamente vagliata dagli Enti com-petenti.

In data 21.02.2005 è pervenuto al Comune, da parte di ENSR Italia S.r.l., consulente delle ditta in oggetto, una Relazione riguardante lo “Stato di avanzamento lavori al 16.02.2005 re-lativo alle attività di messa in sicurezza del sito industriale ubicato in Piazzale Donegani 5/6”. Il Comune, con note inviate il 03.03.2005 ed il 31.05.2005 ha comunicato alle ditte e per co-noscenza a ARPA, ASL e Provincia, di ritenere opportuno che il suddetto intervento di mes-sa in sicurezza delle acque sotterranee venisse sottoposto al parere degli Enti competenti con apposito progetto.

In data 07.12.2005 è pervenuto al Comune di Alessandria il documento “Stato di avanza-mento lavori al 6 dicembre 2005 relativo alle indagini ambientali propedeutiche al Progetto preliminare di bonifica del sito ubicato in Piazzale Donegani 5/6, Spinetta Marengo”, inviato dal Solvay Solexis anche a ARPA, ASL e Provincia, cui il Comune ha risposto con nota data-ta 12.12.2005.

Con nota datata 02.02.2006 inviata alle Ditte, il Comune ha fissato il termine perentorio del 30.03.2006 per la consegna del Progetto Preliminare di Bonifica, pervenuto al Comune in corrispondenza dello scadere di tale termine.

Vista l’entrata in vigore del nuovo Decreto Legislativo 03.04.2006 n° 152, che ha apportato delle modifiche anche in materia di bonifica dei siti contaminati, non prevedendo più tra l’altro il Progetto Preliminare, il Comune con nota inviata il 20.07.2006 – trasmessa per conoscen-za anche a ARPA, ASL, Provincia e Regione – ha richiesto alle Ditte l’invio del Progetto Ope-rativo di bonifica redatto secondo quanto previsto dal D. Lgs. n° 152/2006.

In data 25.10.2006 è pervenuto al Comune, da parte delle Ditte, il documento “Analisi di ri-schio sito specifica”, elaborato ai sensi del nuovo decreto. Il documento non è stato approva-to dal Comune in seguito alle risultanze della Conferenza dei Servizi, riunitasi in data 20.12.2006 per procedere alla disamina dello stesso. Tale decisione è stata formalizzata dal Comune con D.D. n° 334 del 08.02.2007.

Come da verbale della Conferenza dei Servizi del 20.12.2006, il Comune ha richiesto in via informale alla Regione un parere circa la possibilità di dividere l’analisi di rischio in due fasi distinte, l’una relativa alla matrice terreni da poter concludere in tempi più brevi e l’altra rela-tiva alla matrice acque, che avrebbe dovuto includere la disamina e la risoluzione della pro-blematica relativa all’alto piezometrico rinvenuto nella falda sottostante il sito in oggetto. Tale impostazione è stata inserita nella DD. N° 334 del 08.02.2007.

In data 16.04.2007 è pervenuto al Comune il documento di Analisi di rischio sito specifica re-lativa alla matrice terreni, approvato dal Comune con D.D. n° 2057 del 22.06.2007 sulla base delle risultanze della Conferenza dei Servizi convocata dal Comune per la disamina e riuni-tasi in data 31.05.2007.

Problematica correlata all’alto piezometrico e all’”emergenza cromo”

In data 13.11.2006 è pervenuto al Comune, da parte delle ditte, il documento “Avvio misure di prevenzione: attivazione barriera idraulica”, finalizzato alla comunicazione di voler proce-dere all’attivazione della barriera idraulica e del sistema di trattamento delle acque. Il docu-mento è stato inviato anche a ARPA, ASL, Provincia e Regione e in data 29.11.2006 è stato convocato dal Comune un incontro tecnico per la disamina del suddetto documento, presenti le ditte, ARPA, ASL e Provincia.

A seguito dei risultati degli accertamenti analitici richiesti dal Comune Servizio Ambiente ad A.R.P.A. ed effettuati da tale Ente su campioni di acqua prelevati dalla falda superficiale presso l’area “ex zuccherificio”, il Comune ha richiesto alla ditta Solvay Solexis, con nota del 10.04.2008, la trasmissione di aggiornamenti circa il funzionamento della barriera idraulica attivata in data 25.01.2007 e i risultati delle attività previste per determinare la causa dell’anomalia piezometrica,

In data 08.05.2008, è pervenuto al Comune di Alessandria da parte di Solvay Solexis S.p.A. il documento “Aggiornamento sulle attività effettuate ed in corso per la risoluzione dell’alto piezometrico” e in data 22.05.2008 si è svolto il Tavolo Tecnico convocato dal Comune di A-lessandria per la disamina del suddetto documento.

Sempre in data 22.05.2008 sono pervenuti al Comune di Alessandria i riscontri analitici degli accertamenti richiesti dal Comune Servizio Ambiente e svolti da A.R.P.A. presso il sito “ex zuccherificio” ed altre aree circostanti l’ex zuccherificio stesso (ad es. Cascina Pederbona).

In data 25.05.2008 si è riunita la Conferenza dei Servizi, convocata dal Comune di Alessan-dria, al fine di esaminare la problematica del superamento del valore limite del parametro Cromo VI nella falda superficiale con particolare riferimento agli interventi da attivare urgentemente per la risoluzione della situazione di inquinamento della falda superficiale.

La Conferenza dei Servizi aperta in data 25.05.2008 si è nuovamente riunita in data 26.05.2008, 28.05.2008, 30.06.2008, 11.07.2008 (dove è stata dichiarata conclusa la fase emergenziale ed aperta la fase di monitoraggio), 1.10.2008, 20.11.2008. Sulla base delle risultanze delle diverse sedute, il Comune ha di volta in volta predisposto Determinazioni Dirigenziali contenenti prescrizioni rivolte alle ditte in oggetto, inerenti le diverse attività integrative di indagine da mettersi in atto per meglio delineare, nel minor tempo tecnico possibile, la situazione di inquinamento ambientale presente presso il sito industriale di Spinetta Marengo e le sue ripercussioni sull’area circostante.

Il Piano di Caratterizzazione Integrativo ed il rientro in “procedura ordinaria”

La Conferenza dei Servizi aperta in data 25.05.2008 si è riunita in data 26.02.2009 per la disamina del Piano di Caratterizzazione Integrativo relativo al sito industriale di Spinetta Marengo, pervenuto agli Enti competenti in data 26.01.2009 a seguito di specifica richiesta for-malizzata dal Comune con D.D. sulla base delle risultanze dei ritrovamenti documentali, del-le indagini e degli studi – soprattutto volti alla definitiva elaborazione del modello idrogeologi-co del sito – svolti dalla ditta Solvay Solexis a partire dal maggio 2008. Nel corso di tale rinione è stata inoltre dichiarata conclusa la Conferenza dei Servizi stessa, stabilendo che le attività necessarie per l’integrazione della caratterizzazione si sarebbero dovute svolgere in un tempo tecnico tale da permettere alle ditte la presentazione agli Enti competenti del documento di Analisi di Rischio Sanitario Sito Specifica entro 6 mesi dall’approvazione del Piano di Caratterizzazione Integrativo (secondo i tempi e i modi previsti dal D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i.).

Il Piano di Caratterizzazione Integrativo discusso in sede di Conferenza dei Servizi è stato approvato con richiesta di prescrizioni dal Comune di Alessandria con Determinazione Dirigenziale n° 637 del 31.03.2009.

Dalla lettura della relazione descrittiva dell’elaborato “Piano di caratterizzazione integrativo ai sensi del D.Lgs. 152/2006 stabilimento di Spinetta Marengo (AL) Gennaio 2009 “è emerso che per alcune aree all’interno del sito industriale durante interventi di scavo Solvay Solexis S.p.a. ha proceduto con attività di caratterizzazione di campioni di suolo i cui referti analitici evidenziano concentrazioni dei parametri “DDD,DDT,DDE” superiori ai limiti fissati dalla normativa per destinazione d’uso “commerciale ed industriale”. A tal proposito, in data 12/02/2009, il Servizio Ambiente ha provveduto a depositare in Procura una comunicazione ex art. 331 C.P.P. per l’ipotesi di reato p. e p. dall’art. 257 in riferimento agli artt. 242 e 304 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. “Norme in materia ambientale” e/o qualsiasi altro reato che sarà ravvisato nei fatti esposti.

Sulla base dei pareri predisposti da A.R.P.A., ASL e Provincia, il Comune di Alessandria ha approvato con D.D. n° 1524 del 16.07.2009 la documentazione tecnica predisposta dalle ditte, richiedendo al contempo il rispetto di ulteriori prescrizioni: nel luglio 2009 si sono quindi concluse le attività di caratterizzazione integrativa del sito svolte dalle ditte stesse.

25.09.2009: riunione tecnica, convocata dal Comune in seguito alla comunicazione da parte della ditta Solvay circa l’intenzione di procedere al potenziamento delle Misure di Prevenzione, mediante ulteriore implementazione della barriera idraulica con pozzi profondi: durante l’incontro la ditta ha riferito che tale decisione è dettata esclusivamente da motivi precauzionali e cautelativi ed ha anticipato di voler richiedere una proroga per la consegna dell’Analisi di Rischio Sito Specifica del sito.

29.9.2009: richiesta di proroga di 45 giorni per la consegna dell’Analisi di Rischio: presentata dalle ditte e motivata con errori circa la scelta delle metodiche analitiche per l’individuazione del parametro DDT, DDD, DDE ed errata preparazione dei campioni di terreno prelevati per la ricerca del parametro DDT, DDD, DDE (Solvay), avvio delle indagini di caratterizzazione integrativa molto avanti nel tempo (Arkema), necessità di uniformarsi con le tempistiche di Solvay (Arkema e Cofathec),

03.10.2009: prevista presentazione dell’Analisi di Rischio Sito Specifica sulla base delle risultanze delle attività integrative di caratterizzazione (come previsto dalla normativa entro 6 mesi dalla data di notifica alle ditte della Determinazione Dirigenziale n° 637 del 31.03.20009 di approvazione del Piano Integrativo della Caratterizzazione, avvenuta in data 03.04.2009).

concessione di proroga di 30 giorni anziché 45 con Determinazione Dirigenziale n° 2346 del 13.10.2009, in considerazione delle succitate motivazioni dovute esclusivamente ad errori e/o decisioni imputabili alle ditte;

05.10.2009: consegna da parte di Solvay Solexis dei risultati delle indagini integrative di caratterizzazione, anticipati rispetto all’Analisi di Rischio e comunque propedeutici e necessari all’elaborazione della stessa: tali risultati, attestano relativamente alle acque di falda un notevole incremento delle concentrazioni del parametro cloroformio (materia prima delle lavorazioni Solvay Solexis) rispetto alle precedenti analisi (ad es. da 4.350 mg/l riscontrati nell’aprile 2009 a 248.000 mg/l riscontrati nel luglio 2009 in uno dei piezometri, a fronte di un limite di legge comunque pari a 0,15 mg/l) in alcuni piezometri ubicati nella por-zione centrale dello stabilimento: la ditta non ha trasmesso alcuna comunicazione in proposito e non ha effettuato la notifica di potenziale nuova contaminazione (ex art. 242, comma 1 del D.Lgs. n° 152706 e s.m.i.). A tal proposito, in data 23/10/2009, il Servizio Ambiente ha provveduto a depositare in Procura una ulteriore comunicazione ex art. 331 C.P.P. per l’ipotesi di reato p. e p. dall’art. 257 in riferimento agli artt. 242 e 304 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. “Norme in materia ambientale” e/o qualsiasi altro reato che sarà rav-visato nei fatti esposti.

23.10.2009: lettera a firma del Sindaco inoltrata alla ditta Solvay, con la quale si pone l’accento sulla gravità dei dati rilevati e sul ritardo con il quale sono stati trasmessi.

26.10.2009: specifica riunione tecnica con gli Enti competenti e la ditta Solvay Solexis, convocata dal Comune per avere chiarimenti in merito a quanto accaduto tra aprile e luglio 2009: la ditta ha riferito di essersi accorta solo a fine settembre dei dati allarmanti, non avendo letto prima i certificati analitici relativi ai campionamenti di luglio, trasmessi Loro dal laboratorio di parte in data 4 settembre 2009. Ha riferito inoltre di non aver identificato la causa di un simile fenomeno, nonostante un primo controllo effettuato su tutta la linea del cloroformio: verrà fatto un secondo controllo, questa volta di dettaglio. Nel corso della riunione è inoltre emerso per la prima volta che una porzione delle tubazioni che veicolano il cloroformio, seppur minima e dotata di doppia camicia e di sistema di controllo, risulta interrata e non aerea. Infine, campionamenti interni non ufficiali svolti dalla stessa Solvay nel mese di ottobre, sempre stando a quanto riferito dalla ditta, sembrerebbero confermare i valori riscontrati a luglio.

La ditta svolgerà nel più breve tempo possibile ulteriori accertamenti sia sulla linea del cloroformio che sulle acque sotterranee ove i superamenti ingenti sono già stati riscontrati, comunicando agli Enti il risultato. Anche A.R.P.A. effettuerà i controlli sulle acque sotterranee pre-levate dai piezometri in questione.

Analisi di rischio del sito 

Il 02/11/2009 Solvay Solexis ha inoltrato una nota con la quale comunica agli Enti costituenti la Conferenza dei Servizi che la proroga concessa con apposita Determina Dirigenziale non è sufficiente e che pertanto Solvay Solexis provvederà a consegnare l’elaborato in data 16/11/2009 anziché il 03/11/2009 in difformità a quanto disposto con Determina Dirigenziale.

Arkema e Cofely hanno invece consegnato agli Enti competenti il documento di Analisi di Rischio Sito Specifica, elaborato da ciascuna ditta in riferimento alle aree in proprietà.

Il 04/11/2009 il Servizio Ambiente ha riscontrato la nota di Solvay stigmatizzando il comportamento unilaterale e non collaborativo posto in essere da tale ditta nonché precisando che le ulteriori motivazioni addotte con la nota del 02/11/2009 risultano differenti da quelle addot-te con la prima istanza di proroga.

Il 04/11/2009 A.R.P.A. ha provveduto a campionare “in contraddittorio” con Solvay i piezometri mp3, mp4_p, B’. Durante la riunione svoltasi il 11/11/2009 A.R.P.A. ha anticipato, fornendo una tabella in attesa dei certificati analitici, gli esiti per il parametro cloroformio : mp3 : 26.250, mp4_p : 25.900, B’ : 11.650. Tali valori sono notevolmente ridotti rispetto all’ordine di grandezza di luglio 2009, ma risultano comunque estremamente elevati.

25/11/2009: data a partire dalla quale tutti gli Enti competenti all’esame del documento di Analisi di Rischio sono risultati in possesso dello stesso, elaborato da Solvay Solexis e pervenuto al Comune di Alessandria in data 16/11/2009. Il Comune di Alessandria – Servizio Ambiente ha provveduto pertanto all’avvio del procedimento amministrativo avente ad oggetto l’esame dell’Analisi di Rischio e ha convocato contestualmente la prima riunione della Conferenza dei Servizi istruttoria, come previsto dalla normativa di riferimento, per il giorno 17/12/2009.

17/12/2009, 22/12/2009, 12/01/2010: si sono svolte le tre sedute della Conferenza dei Servizi istruttoria, durante le quale è avvenuto il contradditorio tra le società Arkema, Cofely e Solvay Solexis e gli Enti competenti ed è stato presentato il modello idrogeologico, non definitivo. A.R.P.A. ha inoltre richiesto che venissero stralciati dall’Analisi di Rischio alcuni studi effettuati da tale Ente, rispetto ai valori di fondo di alcuni parametri chimici nel territorio della Fraschetta nonché alla salubrità degli ambienti di lavoro in Solvay, utilizzati impropriamente da Solvay stessa nell’elaborazione dell’Analisi di Rischio stessa.

21/12/2009 il Servizio Ambiente ha provveduto a depositare in Procura una ulteriore comunicazione ex art. 331 C.P.P. per l’ipotesi di reato p. e p. dall’art. 257 in riferimento agli artt. 242 e 304 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. “Norme in materia ambientale” e/o qualsiasi altro reato che sarà ravvisato nei fatti esposti, in seguito alla conclusione dell’istruttoria relativa all’innalzamento dei valori di cloroformio in tre piezometri ( mp3 ;B’; mp4_9) alla luce della ricostruzione dei fatti da parte della Solvay ( evento del Luglio 2009)

14/01/2010: con Determinazione Dirigenziale n° 32, il Comune di Alessandria – Servizio Ambiente, sulla base delle risultanze della Conferenza istruttoria, ha sospeso i termini procedimentali richiedendo precise integrazioni ai documenti analizzati predisposti dalle tre ditte, fissando quale termine per la consegna dei nuovi elaborati al 10/02/2010.

09/02/2010, 10/02/2010, 11/02/2010: sono pervenuti al Comune di Alessandria rispettivamente da Cofely Energia, Arkema e Solvay Solexis, comunicazioni circa l’impossibilità di consegnare i nuovi documenti di Analisi di Rischio entro i termini stabiliti con la succitata D.D.. Il Comune di Alessandria – Servizio Ambiente ha ritenuto di considerare tali comunicazioni quali istanza di parte volte ad ottenere una proroga dei termini, pur nella consapevolezza che la normativa prevede (L.n° 241/90 e s.m.i., art. 2, comma 7) una sola sospensione dei termini procedimentali, per un massimo di trenta giorni, già interamente concessa. Nello spirito della L. 241/90 e s.m.i., della rilevanza del bene tutelato (salvaguardia dell’ambiente) e della collaborazione con le ditte in oggetto, si è quindi concessa una proroga fino al 22/02/2010, chiedendo al contempo alle ditte il massimo sforzo per limitare il prolungarsi del-la sospensione di fatto dei termini procedimentali e comunicando altresì che in caso di man-cata consegna della documentazione richiesta si sarebbe proceduto comunque alla valutazione definitiva di quanto al momento già in possesso degli Enti.

12/02/2010 e 15/02/2010: data in cui sono pervenuti al Comune di Alessandria i nuovi documenti di Analisi di Rischio, predisposti secondo le richieste degli Enti, rispettivamente da par-te di Cofely e Arkema.

19/02/2010: data di consegna da parte di Solvay Solexis di un documento elaborato quale parziale risposta alle richieste di integrazioni formulate dagli Enti.

25/02/2010: con Determinazione Dirigenziale n° 284 il Comune di Alessandria – Servizio Ambiente ha riavviato il procedimento relativo all’esame dell’Analisi Rischio, sospendendolo contestualmente nuovamente per 35 giorni, al fine di consentire agli Enti competenti di pro-cedere alla valutazione della documentazione trasmessa dalle ditte e ha inoltre convocato per il giorno 31/03/2010 la Conferenza dei Servizi decisoria.

30/03/2010: è pervenuta al Comune di Alessandria nota di Solvay Solexis con la quale si di-chiara che l’Analisi di Rischio completa e riformulata secondo le richieste degli Enti sarà consegnata agli Enti competenti in data 30/06/2010.

31/03/2010: si è svolta la Conferenza dei Servizi decisoria e in base alle risultanze della stessa con D.D. n° 545 del 13/04/2010, il Comune di Alessandria – Servizio Ambiente ha proceduto all’approvazione del relativo verbale, all’approvazione con prescrizioni dell’Analisi di Rischio predisposta da Arkema e alla non approvazione del documento di Analisi di Rischio predisposta da Cofely. Sempre sulla base delle risultanze della CdS decisoria la documentazione predisposta da Solvay Solexis è stata dichiarata non valutabile, in quanto notevolmente carente. Con tale D.D. è stato poi dichiarato concluso il procedimento amministrativo avente ad oggetto l’esame dell’Analisi di Rischio e si è diffidata Solvay Solexis a presentare entro il termine da lei stessa proposto ed accettato all’unanimità dalla Conferenza dei Servizi il documento di Analisi di Rischio Sito Specifica, avvertendo i-noltre che in caso di inottemperanza il Comune avrebbe proceduto ex art. 250 del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i. a sostituirsi d’ufficio procedendo in danno al soggetto inadempiente. E’ stato inoltre fissato al 30/06/2010 il termine per la consegna delle integrazioni all’Analisi di Rischio da parte di Arkema e della nuova Analisi di Rischio da parte di Cofely.

22/05/2010: è pervenuta al Comune di Alessandria da parte della società Edison S.p.A., proprietaria della porzione di polo chimico poi ceduta a Solvay, istanza di ammissione alla partecipazione al procedimento volto alla bonifica e/o messa in sicurezza del sito industriale fin dalla successiva Conferenza dei Servizi all’uopo convocata.

26/05/2010: il Comune di Alessandria ha avviato il procedimento amministrativo avente ad oggetto l’istanza di Edison, da concludersi entro il 21/06/2010 e ha reso contestualmente edotta mediante informativa la Giunta Comunale circa l’istanza ed il suo imminente accogli-mento.

01/06/2010: è pervenuta al Comune di Alessandria una valutazione tecnica dell’A.R.P.A., in risposta ad una precisa richiesta del Servizio Ambiente, in merito all’esistenza di correlazione tra la contaminazione delle acque sotterranee presente all’interno del sito e quella presente all’esterno, nonché all’esistenza di una contaminazione in atto ed alla necessità di realizzare una cinturazione dell’area Algofrene mediante barriera idraulica interna al polo chimico per evitare il trascinamento dei contaminanti al di fuori del perimetro del polo chimico stesso.

28/07/2010: si è svolta la prima seduta della Conferenza dei Servizi – fase istruttoria, convocata per l’esame dei documenti di Analisi di Rischio Sito Specifica predisposti dalle ditte Ar-kema, Cofely e Solvay e consegnati al Comune di Alessandria in data 30/06/2010 e con D.D. n° 1609 del 06/08/2010 si è proceduto ad approvarne il verbale, convocando la seconda se-duta afferente la fase istruttoria per il giorno 02/09/2010;

02/09/2010: si è svolta la seconda seduta della Conferenza dei Servizi – fase istruttoria ed in base alle risultanze della stessa con D.D. n° 1868 del 21/09/2010 si è proceduto ad approvarne il relativo verbale, a sospendere i termini procedimentali per 30 giorni per dar modo al-le ditte in oggetto di procedere alla revisione degli elaborati consegnati tenendo conto delle richieste di integrazioni e delle prescrizioni formulate dagli Enti competenti;

28/09/2010 : il Servizio Ambiente ha provveduto a depositare in Procura una ulteriore comunicazione ex art. 331 C.P.P. per l’ipotesi di reato p. e p. dall’art. 257 in riferimento agli artt. 242 e 304 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. “Norme in materia ambientale” e/o qualsiasi altro reato che sarà ravvisato nei fatti esposti, a seguito della omessa notifica di potenziale nuova contaminazione da parte di Solvay relativamente ai prelievi eseguiti fra Luglio ed Agosto 2010 nei piezometri PP26bis e PP28bis i cui risultati forniscono dati supe-riori alle CSC.

04/10/2010: sono pervenuti al Comune di Alessandria i documenti di Analisi di Rischio revisionati in base alle richieste degli Enti, predisposti dalla ditta Arkema e dalla ditta Cofely e consegnati nel rispetto delle tempistiche procedimentali. È inoltre pervenuta nota da parte di Solvay Solexis in merito alla prevista consegna dell’Analisi di Rischio in data 15/10/2010. Il Servizio Ambiente ha concesso pertanto fino a tale data un’ulteriore proroga dei termini procedimentali, fatte le opportune valutazioni in merito.

18/10/2010: Solvay ha provveduto alla consegna del documento di Analisi di Rischio.

21/10/2010: il Servizio Ambiente ha pertanto riavviato i termini procedimentali e nuovamente sospeso gli stessi per i 60 giorni necessari agli Enti competenti per la valutazione della documentazione tecnica inoltrata dalle ditte in oggetto.

Con D.D. n° 2200 del 10/11/2010 si è proceduto a modificare l’iter procedimentale e a SCINDERE IN TRE PROCEDURE DI BONIFICA DISTINTE, ognuna in capo alle singole proprietà del polo chimico di Spinetta Marengo, la bonifica fino ad oggi unica. Con tale atto si sono inoltre con-vocate le tre Conferenze dei Servizi decisorie.

Con D.D. n° 2306 del 30/11/2010 si è approvata con prescrizioni l’Analisi di Rischio predisposta da Arkema in base alle risultanze della Conferenza dei Servizi decisoria svoltasi in data 16.11.2010.

Con D.D. n° 2307 del 30/11/2010 si è approvata con prescrizioni l’Analisi di rischio elaborata da Cofely in base alle risultanze della Conferenza dei Servizi svoltasi in data 16.11.2010.

17/12/2010: convocata la Conferenza dei Servizi decisoria tesa all’approvazione dell’Analisi di Rischio predisposta da Solvay Solexis S.p.A che per come elaborata risulta valutabile ma non approvabile per le motivazioni riportate nel verbale del tavolo tecnico ARPA/ISPRA /Solvay del 22/11/2010, pertanto con Determinazione Dirigenziale la CdS ha stabilito: che la ditta Solvay Solexis S.p.A. dovrà presentare entro il 31.01.2011 la docu mentazione integrativa al documento di Analisi di Rischio sito Specifica del sito in oggetto, da elaborarsi secondo le richieste formulate da Arpa – Dipartimento di Alessandria e Polo Boni-fiche, e Ispra e tenendo conto di quanto evidenziato e richiesto dagli Enti durante la seduta della Conferenza dei Servizi decisoria nonché secondo le richieste che Arpa e Ispra riterranno opportuno formulare in sede di eventuali tavoli tecnici propedeutici alla predisposizione da parte di Solvay della documentazione integrativa stessa; di sospendere pertanto i lavori della Conferenza dei Servizi decisoria convocata in data fino a definitiva seduta, da convocarsi successivamente a cura del Servizio Ambiente del Comune di Alessandria a seguito dell’esame e della valutazione da parte degli Enti competenti della documentazione integrati-va predisposta dalla ditta Solvay Solexis S.p.A.

10/03/2011 : in seguito alle determinazioni della Conferenza dei Servizi decisoria del 17/12/2010 Solvay ha consegnato le “integrazioni all’Analisi di Rischio” ed il 10/03/2011 si è riunita la CdS decisoria. Sono pervenute 2 formali richieste di partecipazione a questa CdS da parte della CGIL di Alessandria e da parte di PRONATURA. La Conferenza dei Servizi è uno strumento di lavoro utilizzato quando sia opportuno effettuare un esame contestuale di vari interessi pubblici coinvolti in un procedimento amministrativo, la norma prevede espressamente che alle Conferenze dei Servizi partecipino gli Enti /Amministrazioni interessati e tenuti a rilasciare pareri/valutazioni tecniche e quindi con diritto di voto, prevede che sono convocati i soggetti proponenti il progetto dedotto in Conferenza, senza diritto di voto; possono partecipare, senza diritto di voto, i concessionari e i gestori di pubblici servizi qualora il progetto in valutazione implichi loro adempimenti o abbia effetti sulle loro attività. La partecipazione di soggetti esterni alle Conferenze dei Servizi non è prevista formalmente dalla vigente normativa e non trova espressa disciplina nell’ordinamento. Si è ritenuto che i dispositivi delle varie normative di settore ( D.Lgs. 152/06 e s.m.i; L. 241/90 e s.m.i. ) debbano es-sere armonizzati anche con l’orientamento delle Istituzioni Europee e del Consiglio di Stato : è ormai chiara la tendenza di favorire la partecipazione, senza diritto di voto, ai soggetti portatori di interessi diffusi riconosciuti rilevanti in particolar modo quando trattasi di questioni attinenti la salute e la salvaguardia dell’ambiente.

Per questo motivo, viste le istanze inoltrate, si è provveduto a comunicare l’autorizzazione a partecipare alla Conferenza decisoria, precisando che i rappresentanti avrebbero avuto ruolo di uditori . La CdS ha deliberato con le prescrizioni stabilite dagli Enti competenti :

  1. Di non approvare il documento “Livello 2 avanzato”, presentato dalla ditta Solvay Solexis S.p.A., di Analisi di Rischio Sito Specifica
  1. Di approvare il documento “Livello 2”, presentato dalla ditta Solvay Solexis S.p.A., di Analisi di Rischio Sito Specifica
  1. Di assumere come CSR (Concentrazioni Soglia di Rischio) al momento accettabili quali obiettivi di bonifica del sito le CSR di “Livello 2” proposte dalla ditta Solvay Sole-xis S.p.A., a condizione che vengano introdotte le correzioni indicate e richieste dai contributi tecnici/valutazioni/pareri predisposti dagli Enti costituenti la Conferenza dei Servizi.

MISE ( Messa In Sicurezza d’Emergenza) SOLVAY

Con DD n° 227 del 23/02/2011 gli Enti costituenti la CdS hanno sancito che gli interventi di contenimento della contaminazione posti in essere da Solvay si inquadrano nella definizione di MISE prevista dalla normativa. (Solvay definisce invece tali interventi quali MIPRE – MIsure di PREvenzione – ed ha infatti presentato ricorso al TAR Piemonte avverso l’atto succitato).

In data 30/03/2011 sono pervenuti gli elaborati inoltrati dalla ditta Solvay relativi alle attività di MISE presso il sito per quanto riguarda l’area Algofrene (e cioè lo stato di fatto del sistema di contenimento idraulico e le relative opere di ottimizzazione, nonché l’impianto di SVE) e l’area micropiezometro mp9.

In data 11/04/2011 è inoltre pervenuto il documento contenente la descrizione della barriera idraulica e del relativo sistema di sbarramento delle acque di falda.

Con nota del 17/05/2011 il Comune ha avviato il procedimento amministrativo relativo alla presa d’atto/valutazione dei documenti citati, convocando la Conferenza dei Servizi per il giorno 31/05/2011. Solvay ha successivamente comunicato di non poter essere presente in data 31/05/2011, per cui il Comune ha spostato la Conferenza dei Servizi in altra data.

Tra le richieste di cui alla Determinazione Dirigenziale n° 227, c’era anche la trasmissione del modello idrogelogico validato, unitamente al progetto della barriera idraulica nella sua configurazione definitiva per come eventualmente implementata e/o modificata rispetto allo stato attuale sulla base delle risultanze dello sviluppo del modello stesso entro il 31.05.2011 (tempi espressamente indicati da Solvay in sede del tavolo tecnico del 07.02.2011).

In data 31/05/2011 Solvay ha comunicato l’impossibilità di consegnare entro i tempi previsti il documento relativo alla validazione del Modello Idrogeologico, prospettandone la consegna entro il 14/06/2011. A tale proposito verrà convocata una specifica Conferenza dei Servizi.

In data 09/06/2011 la CdS riunitasi allo scopo di valutare i documenti predisposti e di indivi-duare le eventuali prescrizioni per l’ottimizzazione delle attività proposte/messe in atto dalla ditta Solvay ha deliberato la presa d’atto / valutazione della documentazione inoltrata da Solvay circa le attività MISE e che Solvay risponda puntualmente alle richieste di integrazio-ne e alle prescrizioni degli Enti rese nel corso della Conferenza dei Servizi.

Messa In Sicurezza Permanente DISCARICHE C1 C2

In data 08/06/2011 si è riunita la Conferenza dei Servizi per l’esame del documento predisposto da Environ per conto di Solvay, relativo alle attività di Messa In Sicurezza Permanente dell’area discariche C1 e C2.

In base alle risultanze della CdS il Comune di Alessandria – Servizio Ambiente con D D n° 1120 del 27/06/2011 ha sospeso il procedimento amministrativo relativo all’esame del succi-tato documento per 30 giorni per dar modo alla ditta Solvay di predisporre le integrazioni documentali richieste dagli Enti.

In data 15/07/2011 sono pervenute da parte di Solvay al Comune di Alessandria le integra-zioni documentali richieste dagli Enti.

Il Servizio Ambiente ha pertanto riavviato i termini procedimentali e li ha nuovamente sospesi fino al 01/09/2011 per dar modo agli Enti competenti di valutare la documentazione integrati-va elaborata dal proponente, convocando altresì la Conferenza dei Servizi per tale data.

A seguito di specifica richiesta di Solvay pervenuta in data 02/08/2011 e sentiti gli Enti com-petenti, la Conferenza dei Servizi per l’esame del progetto di MISP dell’area discariche C1 e C2 per come integrato a seguito della prima seduta, è stata spostata in data 08/09/2011.

08/09/2011 si è riunita la Cds relativa a “aree discariche C1 C2 – Messa in Sicurezza Per-manente” : la CdS ha deliberato che le prescrizioni e le richieste degli Enti sono state intera-mente recepite, quindi si è proceduto con l’approvazione del documento.

Modello idrogeologico validato Solvay

In riscontro alla DD n° 227 del 23.02.2011(con la quale gli Enti hanno sancito che gli inter-venti di contenimento della contaminazione si inquadrano nella definizione di MISE prevista dalla normativa), Solvay ha trasmesso in data 14/06/2011 il documento “Sviluppo del Model-lo Idrogeologico – Validazione del modello di flusso sulla base dell’arresto/riavvio della bar-riera”, predisposto dalla società di consulenzaAquale.

Con nota del 23/06/2011 il Comune ha avviato il procedimento amministrativo relativo alla presa d’atto/valutazione del documento citato, convocando il 28/07/2011 la Conferenza dei Servizi durante la quale si è proceduto alla presa d’atto nonchè ad una prima valutazione del modello idrogeologico validato.

MISO – Messa in Sicurezza Operativa  e Bonifica del sito Solvay Solexis

In data 10/03/2011 si è riunita la Conferenza dei Servizi decisoria per l’esame del documento di Analisi di Rischio Sito Specifica predisposto da Environ per conto di Solvay, in base alle risultanze della stessa il Comune di Alessandria ha approvato con prescrizioni l’Analisi di Rischio di Livello 2, con la D.D. n° 457.

Poiché la succitata D.D. è stata notificata alla ditta Solvay il 07/04/2011, da tale data sono iniziati a decorrere i 6 mesi previsti dalla normativa per la consegna del Progetto di Bonifica o di Messa in Sicurezza Operativa, con scadenza il 07/10/2011.

In data 10/10/2011 è pervenuta da parte di Solvay comunicazione in merito alla posticipazione della consegna del progetto di Bonifica di circa una settimana, dovuta alla necessità di re-cepire le indicazioni fornite da Arpa nel corso del Tavolo Tecnico svoltosi in data 27.09.2011.

In data 14/10/2011 è pervenuto agli Enti della Conferenza dei Servizi il Progetto di Messa in Sicurezza Operativa e Bonifica del sito, predisposto da Environ per conto di Solvay, unitamente ad altri elaborati.

Il Servizio Ambiente del Comune di Alessandria ha pertanto avviato il procedimento amministrativo avente ad oggetto l’esame del succitato progetto di MISO e Bonifica ed ha convocato il 01/12/2011 la relativa CdS, in conclusione della quale è stato deliberato:

  1. Di approvare il documento “Progetto di Messa in Sicurezza Operativa e Bonifica”, più correttamente ridenominato “Progetto di Messa in Sicurezza Operativa e primi interventi di Bonifica e di Messa in Sicurezza Permanente” della ditta Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A., con le prescrizioni indicate dagli Enti nei pareri resi in Conferenza dei Servizi e successivamente, ad esclusione dei capi-toli riguardanti gli interventi di Phytoremediation e di Chemical Reduction.
  1. Di non approvare per quanto sopra la parte del documento “Progetto di Messa in Sicurezza Operativa e primi interventi di Bonifica e di Messa in Sicurezza Permanente” inerente gli interventi di Phytoremediation e Chemical Reduction, in quanto priva del livello di approfondimento minimo per consentire una valutazione/approvazione da parte degli Enti competenti, trattandosi di una proposta di sperimentazione non ancora conclusa e senza la certezza che gli interventi contemplati vengano effettivamente realizzati.
  1. Di richiedere alla ditta Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A., con riferimento ai succitati interventi di Phytoremediation e di Chemical Reduction, di inviare la documentazione relativa ai risultati delle prove in situ a tutti gli Enti della Conferenza dei Servizi con cadenza semestrale, prevedendo una tecnica alternativa di bonifi-ca nel caso in cui gli studi in progetto diano esiti non soddisfacenti e presentando in ogni caso, al termine della sperimentazione, il Progetto Operativo di Bonifica dei terreni superficiali contaminati da metalli pesanti e da Cromo esavalente.
  1. Di richiedere alla ditta Solvay specialty Polymers Italy S.p.A. di attenersi a tutte le prescrizioni formulate da Arpa – Dipartimento di Alessandria e Provincia di Alessandria nei pareri resi nella Conferenza dei Servizi, nonché nel contributo tecnico elaborato da Arpa – Dipartimento di Alessandria.

Procedura relativa alla tutela della Salute Pubblica

Poiché gli accertamenti sulle acque di falda richiesti dal Comune Servizio Ambiente ed espe-riti da ARPA pervenuti in data 22/05/2008 hanno attestato ingenti superamenti nelle acque di falda per quanto attiene al parametro Cromo VI, è stata emessa l’Ordinanza Sindacale n° 103/08 inerente il divieto, all’interno di un’area delimitata nell’intorno del sito industriale di Spinetta Marengo e sulla base delle suddette risultanze analitiche, l’utilizzo a scopi potabili, irrigui o zootecnici delle acque emunte dalla falda superficiale, a meno di non essere in pos-sesso di idonea certificazione, da ripetersi trimestralmente, della qualità delle acque mede-sime.

Con Ordinanza Sindacale n° 108/08 del 26.05.2008 si è proceduto a meglio esplicitare la perimetrazione dell’area interessata dalla limitazione d’uso delle acque sotterraneee e suc-cessivamente, sulla base delle risultanze del monitoraggio sulle acque di falda effettuato da A.R.P.A. ed A.M.A.G. sulla rete dei piezometri appositamente allestiti da A.M.A.G.

Con Ordinanza Sindacale n° 147/08 del 07.07.2008, si è proceduto ad individuare con maggior precisione l’estensione dell’area interessata dalla contaminazione delle acque, introducendo altresì delle limitazioni all’uso delle acque emunte a profondità maggiori di 40 m., oltre che all’uso delle acque emunte dalla falda superficiale.

Sulla base degli studi, degli accertamenti ambientali e dei monitoraggi sulle acque sotterranee condotti dagli Enti competenti, con Ordinanza Sindacale n° 585/09 del 26.06.2009 sono state più precisamente individuate le limitazioni all’utilizzo delle acque sotterranee da par-te dei privati che usufruiscono di pozzi a scopo domestico, irriguo e per l’alimentazione zoo-tecnica, riportando – all’interno dell’area già individuata con la precedente Ordinanza n° 147/08 – l’elenco di tutti i parametri che devono essere ricercati nelle acque mediante specifici accertamenti analitici.

In data 24/09/2009 sono pervenuti i risultati degli accertamenti analitici eseguiti da A.R.P.A. – Dipartimento di Alessandria nel periodo 31.08.09/01.09.09 a seguito di richiesta dello scri-vente Servizio: tali risultati attestano superamenti dei parametri DDT, DDD, DDE nelle acque sotterranee sia all’interno della proprietà Solvay che esternamente ad essa.

Il Servizio Ambiente ha richiesto immediatamente ad ASL AL l’interpretazione dei suddetti risultati, con l’eventuale indicazione delle limitazioni all’utilizzo delle acque sotterranee da imporre agli utilizzatori di pozzi privati per gli scopi domestico, irriguo e zootecnico, nonché , quale debba essere il limite cui riferirsi per attivare tutte le precauzioni e le attività volte alla tutela del “bene salute umana” in caso di acque utilizzate per gli scopi domestico, irriguo e zootecnico. La sommatoria dei parametri DDT, DDD, DDE ha presentato un superamento anche presso il pozzo “P2 AMAG”, ubicato nelle immediate vicinanze dell’Azienda Agricola Pederbona, nonché un superamento anche presso il punto di prelievo “P8 AMAG”, ubicato al di fuori dell’area individuata dall’Ordinanza 585/09. Il Servizio è tuttora in attesa di ricevere riscontro da parte dall’Organo Tecnico ASL AL.

Il 02/10/2009 e il 11/11/2009 sono state convocate dal Servizio Ambiente due riunioni tecniche con gli Enti : ARPA, ASL AL, Provincia e con il Soggetto gestore AMAG tese a valutare alla luce degli ultimi dati in possesso la necessità e/o opportunità di rivedere o modificare l’Ordinanza Sindacale 585/09 per quanto attiene l’area di divieto di utilizzo delle acque ovvero per quanto riguarda i parametri da ricercare nelle acque mediante specifici accertamenti analitici.

28.04.2010: si è svolto un incontro tecnico propedeutico alla Conferenza dei Servizi convocata per il giorno 29.04.2010, volto a discutere le risultanze delle campagne di monitoraggio per la verifica dell’Ordinanza n° 585/09.

Con D.D. n° 762 del 07.05.2010, in base alle risultanze della Conferenza dei Servizi del 29.04.2010, il Comune di Alessandria – Servizio Ambiente ha approvato il verbale della stessa, attestante la decisione unanime di non procedere alla modifica dell’Ordinanza n° 585/09 sia per quanto attiene ai parametri chimici da ricercare nelle acque sotterranee che per quanto attiene la perimetrazione dell’area sottoposta a divieto, fermo restando l’intenzione di procedere ad ulteriori campionamenti in pozzi privati esterni all’area dell’Ordinanza stessa e di valutarne poi i risultati.

13.05.2010: si è tenuto un incontro tecnico richiesto dal Sindaco e convocato da A.M.A.G., volto a dirimere la problematica dell’irrigazione dei campi interni all’area dell’Ordinanza, nonché a scongiurare il pericolo di eventuali interconnessioni tra pozzi privati potenzialmente contaminati e i pozzi dell’acquedotto. Si è quindi stabilito di predisporre una nota informativa per la popolazione, a cura di ASL e da divulgarsi a cura di AMAG, inerente la normativa di riferimento e le buone pratiche per ottenere le necessarie autorizzazioni per la trivellazione e l’utilizzo dei pozzi privati ad uso domestico. Si è poi fissato un incontro con Solvay per individuare una corretta modalità di erogazione di acque di raffreddamento, come fatto in passato dietro specifica autorizzazione della Provincia, per l’irrigazione dei campi.

20.05.2010: si è svolto l’incontro tecnico cui ha partecipato anche Solvay e durante il quale è emerso che per la particolare tipologia delle coltivazioni seminate, quest’anno non risulta necessario alcun intervento di irrigazione. Viene inoltre specificato e sottolineato che Solvay non può fornire l’acqua emunta dai suoi pozzi per l’irrigazione, in quanto sito sottoposto a bonifica. (2) 10 settembre 2012.

Una importante presa di posizione dell’ARPA sull’argomento.

Praticamente si tratta delle stesse argomentazioni portate in sede di convegno dal dott. Maffiotti. Vediamole in dettaglio.

“Dal confronto dei dati di inquinamento rilevati nei mesi di luglio e agosto 2013 presso la frazione Spinetta M.go ed i dati rilevati dalle stazioni fisse di Alessandria si può concludere quanto segue: Il monitoraggio della qualità dell’aria svoltosi a Spinetta ha evidenziato in generale livelli bassi di inquinamento su quasi tutti i parametri normati, in linea con quanto rilevato dalle altre stazioni di monitoraggio cittadine in periodo estivo, notoriamente a minor criticità per la qualità dell’aria.

I dati di inquinamento rilevati a Spinetta M.go si confermano del tutto simili a quelli registrati dalle stazioni cittadine, delineando un livello di inquinamento omogeneo all’interno del contesto urbano per quanto riguarda gli inquinanti normati: polveri PM10, monossido di carbonio, ossidi di azoto, ozono, benzene. I livelli medi di benzene (C6H6) si attestano attorno valor medio di 0.4microgrammi/m3 , con un valore massimo orario raggiunto di 2.8microgrammi/m3 .

I livelli registrati come medie giornaliere si mantengono comunque bassi rispetto al limite di legge pari a 5.0µg/m3 fissato dalla normativa come media sull’anno.

I livelli di benzene estivi e invernali registrati nelle varie campagne a Spinetta sono in linea con quanto registrato ad Alessandria e mostrano una elevata variabilità stagionale.

La media complessiva delle tre campagne è di 1.0microgrammi/m3 , ampiamente al di sotto del limite annuale previsto per tale inquinante di 5 microgrammi/m3 .

Per NO2 (biossido di azoto) le concentrazioni si mantengono per tutto il corso del monitoraggio al di sotto dei limiti di legge (limite di concentrazione oraria pari a 200µg/m3 ).

I livelli medi registrati sono attorno a 19.0microgrammi/m3 (limite annuale pari a 40µg/m3 ) e si pongono in una situazione simile ai livelli registrati ad Alessandria, con posizione intermedia tra i livelli di fondo di Alessandria Volta e quelli da traffico di D’Annunzio.

Considerando i dati complessivi delle 4 campagne 2010 – 2013 in stagioni differenti, si nota la differenza legata alla stagionalità dove le campagne del 2010-2011 in periodo invernale hanno fatto registrare livelli molto più elevati (tipicamente di un fattore 2-3) rispetto alle campagne estive del 2012 e 2013.

La media complessiva rimane di poco inferiore al limite annuale di 40 microgrammi/m3 per tale inquinante.

I dati sono assimilabili a quelli di fondo urbano di Alessandria. Il livello medio di polveri PM10 registrato a Spinetta nel periodo di misura è stato pari a 25microgrammi/m3 a fronte di un limite annuale di 40microgrammi/m3 e con un dato medio giornaliero che è variato da un minimo di 10 ad un massimo di 38microgrammi/m3 .

Durante la campagna di misura non si sono registrati superamenti del limite giornaliero di 50microgrammi/m3 da non superarsi per più di 35 volte l’anno.

I dati sono in linea con quelli che si registrano in stazioni di pianura in periodo estivo.

L’analisi statistica sulle 4 campagne effettuate dal 2010 al 2013 mostra ottime correlazioni con i dati sia di Alessandria D’Annunzio che di Volta e conferma la sostanziale sovrapponibilità dei dati dei tre siti di campionamento, anche se Spinetta mostra livelli leggermente più bassi.

Non si segnalano dunque per Spinetta criticità differenti per PM10 rispetto a quanto già registrato dalle stazioni fisse di Aelssandria.

I valori di ozono estivo mostrano livelli molto simili a quelli di Alessandria.

Tali livelli danno luogo nei mesi estivi a ripetuti alcuni superamenti del livello di protezione della salute di 120µg/m3 come media su 8h, soprattutto verso al fine del monitoraggio, in giornate caratterizzate da alta stabilità atmosferica, tempo soleggiato e caldo.

Le concentrazioni di ozono si attestano attorno a valori medi di 90microgrammi/m3 , con valori massimi orari superiori a 200microgrammi/m3 . (2)

In continuità con quanto già effettuato gli scorsi anni, sono stati eseguiti alcuni campionamenti di acido cloridrico e fluoridrico: i rilievi sono stati eseguiti nella stessa postazione dove era ubicato il laboratorio mobile, presso il parcheggio “Garden Ville” all’ingresso di Spinetta e presso la Scuola Elementare A.Caretta in via del Ferraio dove si trova la stazione di monitoraggio urbano gestita da Solvay.

Nel periodo luglio/agosto/settembre 2013 sono stati eseguiti complessivamente 7 campionamenti di HCl e HF della durata di 48 ore ciascuno.

I campionamenti di acido fluoridrico in tutte le postazioni si confermano sempre al di sotto del limite di rilevabilità strumentale e dei valori di riferimento fissati da autorevoli enti internazionali (ATSDR-RAIS) per l’ esposizione cronica della popolazione.

Si conferma invece la presenza in 3 campioni su 7 di acido cloridrico con livelli superiori al fondo misurato sul territorio provinciale.

I dati significativamente più elevati rispetto al fondo stimato per l’area alessandrina sono stati registrati presso la scuola Caretta nelle giornate dal 29 al 31/07/13 e dal 06 al 08/09/13 e presso Garden Ville nelle giornate dal 21/08 al 23/08/13 dove si è raggiunto un valore sulle 48ore di 0.3mg/m3 .

Riassumendo i dati annuali delle campagne presso la postazione “Garden Ville”, registriamo la netta diminuzione dei livelli dal 2010 al 2013.

Si segnala tuttavia come vi siano sporadicamente dati elevati rispetto al fondo, registrati anche quest’anno in periodo estivo. Ciò fa si che i dati medi superino ancora, anche se di poco, il valore soglia di 0.020mg/m3 indicato da EPA per l’esposizione cronica della popolazione. Il confronto è comunque solo indicativo perché andrebbe fatto su valori medi rilevati continuativamente nel tempo per lunghi periodi (almeno 1anno), trattandosi di livelli di riferimento per l’esposizione della popolazione nell’intero arco di vita.

Al fine di monitorare continuativamente tale parametro, dovrà essere realizzata al più presto una nuova stazione di monitoraggio in Spinetta, gestita da ARPA, secondo quanto prescritto nella autorizzazione integrata ambientale dell’azienda Solvay.

Si segnala, come già avvenuto in precedenti relazioni, che i dati rilevati da ARPA non corrispondono con i dati rilevati dalla stazione attualmente presente presso la scuola Caretta, che ha registrato nel periodo numerose anomalie, interruzioni di funzionamento e dati mancanti.

Con la campagna estiva 2013 sono stati effettuati anche alcuni campioni di aria ambiente mediante campionamento passivo con canister a flusso ridotto per la determinazione delle sostanze organiche volatili, in particolare composti del cloro e del fluoro.

I campionamenti sono stati fatti in due giornate, il 16/07/13 ed il 30/07/13, presso tre postazioni a Spinetta e una, di confronto, ad Alessandria. Sui tre campioni presi a Spinetta nella giornata del 17/07/13 si nota la presenza in tracce di classi di composti organici clorurati e fluorurati riconducibili alle emissioni del polo chimico che non si ritrovano nel campione di confronto preso ad Alessandria.

Al fine di avere dati maggiormente significativi e di valutare sia la variabilità stagionale che le possibili sorgenti di contaminazione per tali composti, verranno effettuati ulteriori campioni nei prossimi mesi. (3)

Conclusioni

Da sempre siamo per il mantenimento dell’impianto chimico di Spinetta Marengo, mantenendo – o incrementando – l’occupazione e rendendolo il più “green” possibile. La redazione di CF ha sempre avuto questa posizione e sarà sempre con chi si impegna per la salute, il lavoro e l’ambiente. Per esempio, ma non andiamo oltre, sappiamo esserci contatti per rendere ancora più aperta e “green” (almeno a livello intenzionale) la fabbrica Solvay Solexis, cercando di superare le incomprensioni e le forzature prcedenti. L’obiettivo è quello di avere un fronte compatto per ottenere i fondi per la piena bonifica e per, soprattutto, il rinnovo di alcune linee, a detta degli stessi dirigenti Solvay, “da rivedere”. Attendiamo fiduciosi. Come attendiamo fiduciosi indicazioni sulla pericolosità delle alternative ai PFAS, senza infingimenti e sottovalutazioni.

Seguono alcune note

– 1 – Parte dell’intervento di Lino Balza (già di Medicina Democratica) del 07.07.2013 , uscito per la prima volta su “it” e in parte ripreso nell’intervento al Convegno dello scorso 18 gennaio 2019

– 2 – Comunicazione del Comune di Alessandria del 10 settembre 2012.

– 3 – Documento dell’ARPA di Alessandria a cui ha fatto cenno il dott. Maffiotti nella sua comunicazione del 18 gennaio 2019

– 4 – Vengono inoltre riportate alcune note di carattere normativo. ll D.lgs. n.155/2010, attuando la Direttiva 2008/50/CE, istituisce un quadro normativo unitario in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente. Tra le finalità indicate dal decreto vi sono:

  • l’individuazione degli obiettivi di qualità dell’aria ambiente volti a evitare, prevenire ridurre effetti nocivi per la salute umana e per l’ambiente nel suo complesso;
  • la valutazione della qualità dell’aria ambiente sulla base di metodi e criteri comuni su tutto il territorio nazionale;
  • la raccolta di informazioni sulla qualità dell’aria ambiente come base per individuare le misure da adottare per contrastare l’inquinamento e gli effetti nocivi dell’inquinamento sulla salute umana e sull’ambiente e per monitorare le tendenze a lungo termine;
  • il mantenimento della qualità dell’aria ambiente, laddove buona, e il miglioramento negli altri casi;
  • la garanzia di fornire al pubblico corrette informazioni sulla qualità dell’aria ambiente; • la realizzazione di una migliore cooperazione tra gli Stati dell’Unione europea in materia di inquinamento atmosferico.

Il provvedimento si compone di 22 articoli, 16 allegati e 11 appendici destinate, queste ultime, a definire aspetti strettamente tecnici delle attività di valutazione e gestione della qualità dell’aria e a stabilire, in particolare:

  • i valori limite per le concentrazioni nell’aria ambiente di biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio, piombo e PM10;
  • i livelli critici per le concentrazioni nell’aria ambiente di biossido di zolfo e ossidi di azoto;
  • le soglie di allarme per le concentrazioni nell’aria ambiente di biossido di zolfo e biossido di azoto;
  • il valore limite, il valore obiettivo, l’obbligo di concentrazione dell’esposizione e l’obiettivo nazionale di riduzione dell’esposizione per le concentrazioni nell’aria ambiente di PM2,5;
  • i valori obiettivo per le concentrazioni nell’aria ambiente di arsenico, cadmio, nichel e benzo(a)pirene;
  • i valori obiettivo, gli obiettivi a lungo termine, le soglie di allarme e le soglie di informazione per l’ozono.

Nell’art. 3 viene disciplinata la zonizzazione dell’intero territorio nazionale da parte delle regioni e delle province autonome. I criteri prevedono, in particolare, che la zonizzazione sia fondata, in via principale, su elementi come la densità emissiva, le caratteristiche orografiche, le caratteristiche meteo-climatiche o il grado di urbanizzazione del territorio.

L’articolo 4 regola la fase di classificazione delle zone e degli agglomerati che le regioni e le province autonome devono espletare dopo la zonizzazione, sulla base delle soglie di valutazione superiori degli inquinanti oggetto del dlgs.

Le zone e gli agglomerati devono essere classificati con riferimento alle soglie di concentrazione denominate “soglia di valutazione superiore” e “soglia di valutazione inferiore”. La classificazione delle zone e degli agglomerati é riesaminata almeno ogni cinque anni e, comunque, in caso di significative modifiche delle attività che incidono sulle concentrazioni nell’aria ambiente degli inquinanti.

L’articolo 5 disciplina l’attività di valutazione della qualità dell’aria da parte delle regioni e delle province autonome, prevedendo le modalità di utilizzo di misurazioni in siti fissi, misurazioni indicative, tecniche di modellizzazione o di stima obiettiva presso ciascuna zona o agglomerato.

Una novità, non contenuta nella direttiva n. 2008/50/Ce, è la possibilità, anche per i soggetti privati, di effettuare il monitoraggio della qualità dell’aria, purché le misure siano sottoposte al controllo delle regioni o delle agenzie regionali quando delegate.

L’intero territorio nazionale è diviso, per ciascun inquinante disciplinato dal decreto, in zone e agglomerati da classificare e da riesaminare almeno ogni 5 anni ai fini della valutazione della qualità dell’aria ambiente, utilizzando stazioni di misurazione, misurazioni indicative o modellizzazioni a seconda dei casi.

Le attività di valutazione della qualità dell’aria con riferimento ai livelli di ozono sono disciplinate nell’articolo 8.

Come nella legislazione previgente, rimane l’obbligo, nel caso in cui i livelli di ozono nelle zone e negli agglomerati superino gli obiettivi di lungo termine (che rimangono gli stessi nei due decreti presi in esame) per 5 anni, di dotarsi stazioni di misurazioni fisse.

Rimangono sostanzialmente identici le definizioni dei precursori dell’ozono.

Una novità è introdotta al comma 6 dell’articolo 8: sono individuate, nell’ambito delle reti di misura regionali, le stazioni di misurazione di fondo in siti fissi di campionamento rurali per l’ozono. Il numero di tali stazioni, su tutto il territorio nazionale, é compreso tra sei e dodici, in funzione dell’orografia, in riferimento alle zone ed agli agglomerati nel caso superino i valori nei 5 anni precedenti, ed é pari ad almeno tre in riferimento alle zone ed agli agglomerati nel caso non siano superati tali limiti nel periodo preso in considerazione.

L’articolo 9 disciplina le attività di pianificazione necessarie a permettere il raggiungimento dei valori limite e il perseguimento dei valori obiettivo di qualità dell’aria. Si prevede, in via innovativa, che tali piani debbano agire sull’insieme delle principali sorgenti di emissione, ovunque ubicate, aventi influenza sulle aree di superamento, senza l’obbligo di estendersi all’intero territorio della zona o agglomerato, né di limitarsi a tale territorio.

Si prevede anche la possibilità di adottare misure di risanamento nazionali qualora tutte le possibili misure individuabili nei piani regionali non possano assicurare il raggiungimento dei valori limite in aree di superamento influenzate, in modo determinante, da sorgenti su cui le regioni e le province autonome non hanno competenza amministrativa e legislativa.

L’articolo 11 disciplina, in concreto, le modalità per l’attuazione dei piani di qualità dell’aria, indicando le attività che causano il rischio (circolazione dei veicoli a motore, impianti di trattamento dei rifiuti, impianti per i quali è richiesta l’autorizzazione ambientale integrata, determinati tipi di combustibili previsti negli allegati del Decreto, lavori di costruzione, navi all’ormeggio, attività agricole, riscaldamento domestico), i soggetti competenti ed il tipo di provvedimento da adottare. In merito al materiale particolato, il D.Lgs 155 pone degli obiettivi di riduzione dei livelli di PM2,5 al 2020 (dallo zero al 20 per cento a seconda della concentrazione rilevata nel 2010), in linea con quanto stabilito dalla Direttiva 50.

Le regioni e le province autonome dovranno fare in modo che siano rispettati tali limiti. Sulla base della legislazione in materia di qualità dell’aria, e sulla scorta del D.Lgs 195/2005 (recepimento della direttiva 2005/4/CE concernente l’accesso del pubblico all’informazione ambientale), si fa obbligo alle regioni e alle province autonome di adottare tutti i provvedimenti necessari per informare il pubblico in modo adeguato e tempestivo attraverso radio, televisione, stampa, internet o qualsiasi altro opportuno mezzo di comunicazione.

L’articolo 15 tratta delle deroghe in merito a quegli inquinanti (includendo, rispetto alla legislazione precedente, altri inquinanti, oltre al particolato) dovuti ad eventi naturali e, per quanto riguarda il PM10, a sabbiatura o salatura delle strade nei periodi invernali imponendo alle e regioni e alle province autonome di comunicare al Ministero dell’Ambiente, per l’approvazione e per il successivo invio alla Commissione europea, l’elenco delle zone e degli agglomerati in cui si verificano tali eventi.

L’articolo 18 disciplina l’informazione da assicurare al pubblico in materia di qualità dell’aria . In particolare si prevede che le amministrazioni e gli altri enti che esercitano le funzioni previste assicurino l’ accesso al pubblico e la diffusione delle informazioni relative alla qualità dell’ aria, le decisioni con le quali sono concesse o negate eventuali deroghe, i piani di qualità dell’ aria, i piani d’azione, le autorità e organismi competenti per la qualità della valutazione dell’ aria.

Sono indicate la radiotelevisione, la stampa, le pubblicazioni, i pannelli informativi, le reti informatiche o altri strumenti di adeguata potenzialità e facile accesso per la diffusione al pubblico. Vengono inclusi tra il pubblico le associazioni ambientaliste, le associazioni dei consumatori, le associazioni che rappresentano gli interessi di gruppi sensibili della popolazione, nonché gli organismi sanitari e le associazioni di categoria interessati.