Lo scrittore Nikita Placco si presenta  ai lettori di Alessandria toay

di Pier Carlo Lava

Alessandria today è lieta di presentare la biografia e “Il giorno di cui non si parla” il libro dello scrittore Nikita Placco.

Nikita Placco.jpg

BIO Nikita Placco

La mia sensibilità, una grande empatia verso il prossimo e l’amore per tutto ciò che è arte mi hanno portato naturalmente a un profondo ascolto interiore da cui la necessità di scrivere: si scrive perché non si può fare diversamente. È una condanna: quella di vedere mondi che non esistono nella realtà e avvertire la necessità e responsabilità di doverli raccontare. In definitiva i personaggi sono demoni che mi chiedono di raccontare la loro storia. Mi ha forgiato la narrativa, dai classici alle opere moderne, con al centro l’umanità profonda, l’interiorità dei personaggi, la materia incandescente di cui è fatta la nostra anima. Tra le opere fondamentali che ho amato particolarmente c’è L’idiota di Fëdor Dostoevskij, perché tratta con delicatezza incomparabile i meandri dell’animo umano e le sue ombre. La musica fa sempre da sottofondo ai miei pensieri: che sia classica, leggera, di cantautori, melodica, ballabile, italiana o straniera, e frequentemente connotata da una nota di struggente malinconia. Musei e mostre colorano i miei occhi e la mia anima: Espressionismo, Suprematismo, Metafisico, Onirico, Surrealismo, Novecento Italiano, Arte Contemporanea. Schiele, Malevich, De Chirico, Chagall, Magritte, Pirandello, L. Freud, B. Viola, per citarne alcuni, sono gli autori che più stimolano la mia curiosità e incentivano la spinta a raccontare vite diverse dalla mia per ritrovarci sempre qualcosa di noi tutti.

Leggi anche: https://alessandria.today/2019/08/18/il-giorno-di-cui-non-si-parla-di-nikita-placco/

Nikita Placco è nato nel maggio 1968, fa l’avvocato penalista da 25 anni, vive e lavora a Roma. Il giorno di cui non si parla è il suo primo romanzo e ci sorprende per essersi lasciato andare ad una storia così profonda, che sa parlare a tutti e che potrebbe rischiare di trascinarci dentro il turbinio delle cose e dei fatti privati e famigliari di ognuno di noi, del giorno di cui non si parla, quel segreto che ogni famiglia porta con sé.

“Attraverso una storia che non ha nulla di autobiografico, ma in cui mi riconosco come l’avessi vissuta realmente, con il massimo della finzione ho raggiunto il massimo della sincerità” (Nikita Placco).

Il giorno di cui non si parla sinossi.jpg

IL GIORNO DI CUI NON SI PARLA, di Nilita Placcos

Sinossi

Sulla superficie la vita di Rodolfo sembra scorrere normalmente, come quella di ciascuno di noi.

Come non ci fosse un ieri, solo una sequela di domani.

Ansiosi di darsi, ordinatamente in fila uno dietro l’altro oppure in saltuaria divaricazione alternativa.

Tutto appare possibile, le svariate opzioni affidate al libero arbitrio.

Eppure, il protagonista non sa – nessuno lo sa mai – che il suo tragitto è inchiodato ad un binario, che non ha scelto lui.

Ci si trova sopra dall’inizio del suo viaggio, deciso da altri.

La cui narrazione ha composto armamento, traverse e rotaie di scorrimento.

E più della narrazione, quella mancata: il rimosso, il sottaciuto, il non detto.

È in quell’ansa nascosta tra le guide parallele che le ruote metalliche fanno più attrito, ma non riescono comunque a liberarsi dalla via ferrata vincolata.

Uscire dal percorso obbligato non è facile.

Deragliare rovinosamente un rischio concreto.

La libertà di scelta cascame tra il pietrisco.

Il giorno di cui non si parla è una storia sulla verità, sul potere distruttivo del “non detto”, sulla costellazione della famiglia in perenne big bang, sull’amore, sulla genitorialità, in una sulla vita.

Difficile che ciascuno non possa ritrovarci o scoprirci qualcosa di sé o del proprio Sé, o della propria famiglia o della propria esistenza.

La potenza condizionante dei mandati famigliari, il determinismo intrapsichico dei non detti, la loro incidenza molto più profonda rispetto ai messaggi espliciti, le scelte finalmente liberate, l’amore come approdo di libertà, la paternità sostanziale e non biologica sono i temi su cui scorre una trama apparentemente più leggera.

Il protagonista, infatti, ignora l’esistenza di un segreto che si porta addosso dalla nascita, un silenzio che giorno dopo giorno si intromette per corrodere il suo destino.

E con una svolta tanto improvvisa quanto irreversibile, il rimosso che è stato il collante della famiglia d’origine di Rodolfo diventa gigantesco cappio stretto attorno alla gola.

Olivia – la donna della sua vita – aspetta il figlio di un altro, il ventre già le si sta impercettibilmente arrotondando, Rodolfo mastica amaro.

Eppure non sarebbe forse poetico mettere energie in un qualche assetto domestico, devolverle ai giochi al parco, spendersi in carezze e rivoluzioni interiori? In definitiva chi è padre?

E’ padre colui che offre protezione e trasmette lessico e strumenti.

Ma Rodolfo sconta il prezzo della condanna formulata da sua madre un istante dopo averlo messo al mondo, mentre la sorella gemella veniva dichiarata morta.

Come può essere capace di amore colui che è reo d’aver sottratto linfa al proprio doppio?

Da assassino inconsapevole si trasforma in demiurgo con Fiori di magnolia, il suo romanzo per lo Strega.

Assia, la gemella che manca, si incarna in una violoncellista segnata dalla passione.

Si compie così, in un corpo a corpo micidiale con la pagina bianca, l’educazione sentimentale di Rodolfo.

E intanto Olivia viene a mancare in un incidente stradale, e l’amore per una bambina restata orfana diventa l’unica risposta.

L’autore porta avanti con ritmo leggero il racconto di un percorso esistenziale frammentato, la vividezza dei dettagli fa da contrappunto all’idealità del sogno.

Ogni capitolo gode del nitore di un quadro iperrealista, luce che divide nettamente spazi e momenti.

L’Autore

Nikita Placco è nato nel maggio 1968, fa l’avvocato penalista da 25 anni, vive e lavora a Roma. Il giorno di cui non si parla è il suo primo romanzo e ci sorprende per essersi lasciato andare ad una storia così profonda, che sa parlare a tutti e che potrebbe rischiare di trascinarci dentro il turbinio delle cose e dei fatti privati e famigliari di ognuno di noi, del giorno di cui non si parla, quel segreto che ogni famiglia porta con sé.

“Attraverso una storia che non ha nulla di autobiografico, ma in cui mi riconosco come l’avessi vissuta realmente, con il massimo della finzione ho raggiunto il massimo della sincerità” (Nikita Placco).