BLUES, di Vincenzo Pollinzi
Prefazione
Un “blues man”, un poeta che racconta la vita, l’umana esistenza, il suo vissuto: questo ho letto nelle poesie di Vincenzo Pollinzi.
La semplicità di uno scrivere poetico-prosaico che ben si adatta alla forma detta “bonsai” (prosa poetica breve), senza rime, assonanze o altro. Uno scrivere “in piano” dove incontriamo la poesia nell’espressività, nel contenuto e nel modo di porgere le parole.
Ho voluto battezzare questa raccolta con la parola Blues, ispiratami da una poesia che qui riporto e ritroverete poi:
COME UN BLUES
I pomeriggi inzuppati
della tarda Estate
scivolano via nel fumo
di tante sigarette,
plastica allegoria del
bisogno di vicinanza
cercato e trovato
tra un bicchiere e l`altro,
fino a quando
si entra in circolo
e tutto cambia
aspetto e dimensione.
La vita aspetta fuori,
noi la guardiamo
con occhi provocanti
di bambini sfottenti
e consumiamo i giorni
a non prenderla sul serio.
Ricomincerà domani la vita
normale tra i normali,
come un Blues testardo
partito da New Orleans
in tempi non sospetti
sfida il Tempo che gli rimane
con solo tre accordi
spargendo a piene mani
granelli di disperazione
sugli ultimi, svogliati spettatori.
(…) “con solo tre accordi spargendo a piene mani (…) ecco, così è lo scrivere, il dire, il raccontare la poesia di questo poeta dal cuore molto giovane, non intaccato dalla vita vissuta che certamente gli ha dato molte gioie ma anche molte fatiche come la vita stessa deve essere.
Lucia Lanza per Antologica Atelier
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L’ha ribloggato su Alessandriacity.